La Favola delle Api - I furfanti
(B) Costoro erano chiamati furfanti, ma a parte il nome,
i seri e gli industriosi erano uguali a loro
Mandeville intende qui la parola furfante nella sua accezione più ampia, comprendendo chiunque non sia sinceramente onesto e faccia agli altri ciò che non vorrebbe fosse fatto a lui stesso. Trala-sciando gli artifici con cui compratori e venditori si imbrogliano a vicenda, non c’è un solo mercante che riveli i difetti dei suoi beni; questi piuttosto si industria a nasconderli, a danno del compratore.
Decio, un uomo distinto che aveva raccolto delle grosse ordinazioni di zucchero dall’estero, tratta una notevole partita con Alcandro; essi non riescono però ad accordarsi. Un uomo di Alcandro porta una lettera dalle Indie Occidentali che lo informa dell’arrivo in Inghilterra di una quantità di zucchero superiore a quella attesa. Ora Alcandro desidera vendere al prezzo di Decio, ma essendo una vecchia volpe, per non sembrare precipitoso lascia cadere l’argomento.
Il giorno successivo Decio viene a sapere che la flotta delle Barbados è stata distrutta da una tempesta. Decio, spinto da quanto sapeva, conclude la trattativa al prezzo di Alcandro e guadagna cinquecento sterline con il suo zucchero. Tutto ciò è chiamato comportamento corretto, anche se nessuno dei due avrebbe desiderato di essere trattato come si sono trattati a vicenda.
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Dettagli appunto:
- Autore: Domenico Valenza
- Università: Università degli Studi di Catania
- Esame: Filosofia Morale - a.a. 2008-09
- Titolo del libro: La favola delle api
- Autore del libro: B. Mandeville
- Editore: Laterza, Roma-Bari
- Anno pubblicazione: 2002
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