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La cultura in Italia- '800 -


La cultura italiana nella prima parte dell’Ottocento risulta arretrata, rispetto a quella europea, assai più di quanto non fosse nel Settecento. In alcuni paesi europei, il movimento illuminista si era andato spegnendo lentamente. In Italia la crisi fu molto più rapida e definitiva, dovuta all’esiguità e alla subalternità della borghesia italiana. Le riforme stentarono sempre a prendere piede negli Stati della penisola, creando un vuoto tra il clero intellettuale e le classi sociali. La dominazione straniera in più era vista come un potere imposto dall’esterno alla società civile. A questo bisogna aggiungere la decisa opposizione al nuovo che svolse la Chiesa, la quale non perse affatto la sua influenza sulle masse popolari. Per l’Italia, la Francia, fino a quel momento, aveva rappresentato il centro della cultura europea. Ciò aggravò l’isolamento culturale italiano. Infatti la cultura romantica nacque in Germania e in Inghilterra e si può dire che la Francia tardò anche essa verso il “nuovo”. Per di più, molti intellettuali italiani erano diventati bilingui, non avevano cioè alcuna difficoltà a leggere il francese, mentre la diffusione della conoscenza del tedesco e dell’inglese era limitata. Si pensi, per esempio, che ancora Manzoni non poteva leggere Shakespeare se non attraverso una traduzione francese.

Tratto da CONTRORIFORMA E SECONDO 800 IN LETTERATURA di Gabriella Galbiati
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