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Protozoi ematici e tissutali: plasmodium falciparum


Fisiologia e struttura

Infetta eritrociti a ogni stadio di maturazione. Inoltre, poichè più merozoiti possono infettare lo stesso eritrocita, si possono osservare più anelli nella stessa cellula che, in genere, si localizzano ai margini cellulari, in una posizione nota come accolé o appliqué, caratteristica di questa specie. Negli strisci raramente si osservano trofozoiti maturi, poichè questi vengono sequestrati nel fegato e nella milza. Gli eritrociti infetti non si allargno o si deformano, ma talvolta si osservano granuli rossicci noti come granulazioni di Maurer.

Epidemiologia
Si trova quasi esclusivamente nelle regioni tropicali e subtropicali.

Sindromi cliniche
Ha il periodo di incubazione più breve tra tutti i plasmodi, 7-10 giorni. Causa rapidamente brividi e febbre giornalieri, nausea, vomito e diarrea. La periodicità degli attacchi in seguito diventa terzana. Si parla, quindi, di malaria terzana maligna.
La malaria da P. falciparum è la più probabile causa di morte, se non trattata. L'elevata parassitemia determina un accumulo di residui cellulari tossici. Inoltre questa specie provoca l'adesione degli eritrociti infetti all'endotelio vascolare, con possibile ostruzione dei capillari (che può provocare coma o morte se coinvolge il cervello).
Una possibile complicanza è il danno renale che provoca una malattia definita febbre dell'acqua nera. L'emolisi intravascolare causa una marcata emoglobinuria e può dare esito a insufficienza renale, necrosi tubulare, sindrome nefrosica e morte.

Diagnosi di laboratorio

Goccia spessa e striscio sottile per la ricerca delle caratteristiche forme ad anello che frequentemente si trovano in multipli all'interno di una singola cellula e in posiziome accolé.
Trattamento, prevenzione e controllo
La scelta del trattamento è conseguente all'anamnesi riguardante viaggi nelle aree endemiche, all'esame clinico e a quello di laboratorio. Farmaco d'elezione è la clorichina, a meno di resistenze. Prevenzione identica alle altre specie.

Tratto da MICROBIOLOGIA MEDICA di Salvatore Volpe
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