L’elettrocardiogramma e il controllo del riflesso della frequenza cardiaca
L’elettrocardiogramma è la registrazione a livello cutaneo dell’attività elettrica globale del cuore in funzione del tempo. Ciò è possibile in quanto il corpo umano, costituito da acqua e contenente soluti ionici, è un buon conduttore di elettricità. Il cuore è sede di un’intensa attività elettrica che si origina nel nodo SA e si trasmette in modo coordinato a tutte le fibrocellule miocardiche che divengono sede di potenziali d’azione. A livello cutaneo può essere registrata la somma algebrica di tutti i potenziali d’azione e dal tracciato elettrocardiografico possono essere desunte informazioni quali la frequenza cardiaca, la ritmicità dell’azione cardiaca o la presenza eventuale di battiti ventricolari prematuri.
I centri vitali deputati al controllo riflesso della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa hanno sede a livello del bulbo cerebrale.
Tutti i vasi, a eccezione dei capillari, sono impermeabili al proprio contenuto e sono dotati di cellule muscolari lisce, innervate da fibre efferenti del sistema simpatico. I capillari invece rappresentano i vasi di scambio e la loro parete è costituita da una lamina basale, che conferisce alla parete del vaso una certa resistenza alla distensione, e da uno strato di cellule endoteliari, che garantiscono una superficie liscia impedendo l’adesione delle piastrine e la formazione di coaguli. Alcuni capillari presentano finestre che aumentano notevolmente la permeabilità. La superficie interna dei capillari è ricoperta da un rivestimento continuo chiamato glicocalice, un reticolo di molecole che contribuiscono a regolare la permeabilità.
Dall’aorta fino alle grosse vene cave che portano il sangue nell’atrio destro, la pressione subisce continue variazioni. Le arteriole sono considerate i veri vasi di resistenza perché è proprio attraverso queste che la pressione si riduce molto; lungo i capillari, poiché questi hanno un diametro molto piccolo, la pressione cade ancora e giunge nelle vene con una pressione residua di circa 10 mmHg, sufficiente a spingere il sangue nell’atrio destro, poiché la resistenza del compartimento venoso è assai bassa. Le pareti delle arterie sono elastiche e pertanto capaci di propagare deformazioni meccaniche sotto forma di onde di pressione, la cosiddetta onda sfigmica. Si chiama onda sfigmica l’onda che percorre tutte le arterie a ogni sistole. La propagazione dell’onda sfigmica è sfruttata per misurare i valori della pressione sistolica e diastolica nell’uomo mediante lo sfigmomanometro.
La compliance, ovvero il rapporto pressione /volume, è maggiore nel compartimento venoso di circa 20 volte rispetto al compartimento arterioso.
Nella parete delle grandi arterie sono localizzati recettori capaci di misurare la pressione arteriosa, i barocettori, localizzati soprattutto nell’arco dell’aorta e nei seni carotidei. I recettori sono formati da terminazioni nervose appartenenti ai nervi glossofaringeo e vago, che portano informazioni al tronco encefalico, in particolare al nucleo del tratto solitario, che esercita un’azione inibitoria sul cuore e vasi. Anche nel cuore sono presenti recettori atriali e ventricolari che esercitano effetti di regolazione a lunga scadenza.
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Autore:
Lucrezia Modesto
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- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Medicina e Chirurgia
- Esame: Fisiologia della nutrizione II
- Docente: Ciangherotti
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