Obesità nella società occidentale
Nel mondo occidentale è stata messa in secondo piano la funzione primaria del cibo, infatti spesso le abitudini alimentari sono mode o modelli proposti dai messaggi mediatici. La promozione di un’alimentazione sana, varia e bilanciata rappresenta il mezzo di prevenzione più efficace per mantenere e migliorare lo stato di salute degli individui e soprattutto dei giovani. Infatti il 20% dei bambini è in soprappeso soprattutto perché, oltre ad una alimentazione ipercalorica, praticano una scarsa attività fisica. L’obesità inoltre rappresenta un importante fattore di rischio poiché ad essa si associano complicanze cardiovascolari, diabete tipo 2, ipertensione, tumori, artrosi ecc.. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la popolazione sull’argomento in modo che si possano ridurre tali fattori di rischio. Per diffondere la “cultura della corretta alimentazione” si possono ricercare momenti formativi nelle scuole, distribuire libretti, avviare campagne di comunicazione indirizzate all’intera popolazione. Inoltre, l’etichettatura nutrizionale può facilitare le scelte idonee.
Importante da associare ad una corretta alimentazione è l’espletazione di attività fisica regolare e la riduzione del fenomeno del tabagismo sia attivo che passivo (il tumore al polmone è la decima causa di morte nel mondo). Per garantire una efficace assistenza al malato inoltre è necessario attuare interventi terapeutici immediati per limitare i danni permanenti e migliorare il sistema riabilitativo in modo da favorire il recupero. In particolare per i soggetti diabetici (che sono in aumento in tutto il mondo occidentale anche per le più efficaci diagnosi precoci) è opportuno attivare programmi di prevenzione e di educazione per migliorare la qualità della vita dei pazienti, conseguire l’obiettivo della perdita di peso e dell’aumento dell’attività fisica in modo da evitare le complicanze del diabete (piede diabetico, cecità, problemi cardio-circolatori ecc.).
L’obesità è la seconda causa di morte prevenibile dopo il fumo e la sua prevenzione ha, tra le altre cose, lo scopo di limitare anche i consistenti costi dovuti ai ricoveri ospedalieri e alla cura delle complicanze.
Anche i disturbi del comportamento alimentare registrano un aumento negli ultimi anni (soprattutto la bulimia) e la loro cura impone una collaborazione multidisciplinare tra internisti, nutrizionisti, psichiatri e psicologi. Le strutture sanitarie a questo proposito sono ancora gravemente insufficienti.
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Autore:
Lucrezia Modesto
[Visita la sua tesi: "Alimentazione e menopausa"]
- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Medicina e Chirurgia
- Esame: Educazione sanitaria
- Docente: Casareto
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