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Fattori prognostici in cardiochirurgia


I fattori di rischio di mortalità sono ormai ben noti, in particolare per la chirurgia coronarica; ciò consente di definire a priori il rischio perioperatorio di un dato paziente. Tali fattori di rischio sono stati definiti sulla base di studi retrospettivi riguardanti la correlazione di diverse variabili sulla mortalità. L’analisi statistica ha consentito di correlare tali variabili con la mortalità e tra loro, definendo così un rischio relativo per ciascuna di esse. Ad esempio, un rischio relativo pari a 2, indica che un paziente portatore del fattore di rischio corrispondente presenta un probabilità di decesso perioperatorio raddoppiata.
Questi modelli di analisi sono in seguito stati applicati a studi prospettici per poter verificare l’esistenza di una correlazione tra la mortalità predetta e la mortalità osservata.
Esistono attualmente diversi indici che consentono di valutare il rischio di mortalità perioperatoria.

* Indice di Parsonnet:
Messo a punto nel 1989, consiste nell’attribuire un punteggio ad ogni fattore di rischio che permette di classificare il paziente in uno dei 5 gruppi seguenti:



* Indice di rischio di New York (per bypass aortocoronarico):
Tale indice permette di definire una mortalità osservata, una mortalià attesa ed una mortalità corretta (= mortalità osservata/mortalità attesa x mortalità osservata).

* Indice francese:
Definito nel 1993, sulla base di uno studio multicentrico condotto su 7181 casi, si applica a pazienti coronaropatici e valvulopatici permettendo una valutazione della mortalità e della morbilità. Consente di classificare i pazienti in quattro categorie di rischio: gruppo A (basso rischio), score = 0; gruppo B (rischio lieve-moderato), score = 2-3; gruppo C (rischio moderato-severo), score = 4-6; gruppo D (rischio severo), score > 6.

Tutti questi indici evidenziano tre fattori di rischio principali, cioè l’età del paziente, la disfunzione vetricolare sinistra e l’intervento chirurgico in urgenza. Il sesso femminile ed i reinterventi costituiscono altri fattori di rischio frequentemente considerati.

Tratto da APPUNTI DI CARDIOCHIRURGIA di Alessandra Di Mauro
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