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Il ruolo della chiesa cristiana nel 1500

Il ruolo della chiesa cristiana nel 1500



Verso le metà del 1500 risultò chiaro che la chiesa cristiana unica e universale del medioevo aveva cessato di esistere. In luogo di una chiesa c'erano adesso molte chiese e in luogo di una teologia adessi ce n'erano molte. Che per gli uomini lungimiranti ciò fosse una certezza sin dalla metà del 1500, mostra come la trasformazione della società della vecchia Europa fosse stata rapida. Rapida e imprevista, perché nessuno aveva voluto o progettato questa trasformazione, nemmeno i grandi riformatori, che erano partiti da basi di riforma interna, considerato che la chiesa era divenuta un istituto sociale in innumerevoli uffici e istituzioni, che le sue funzioni spirituali erano praticamente scomparse, che la formalizzazione giuridica e l'istituzionalizzazione avevano invaso in misura così massiccia il campo della religione, da soffocare ciò che ne costituiva la sostanza. Di ciò ormai discuteva anche la massa dei fedeli.
Dal 1560 in poi la frammentazione era divenuta una realtà tangibile. Nei territori del Sacro Romano Impero, in tutta l'area scandinava, negli insediamenti tedeschi della Boemia e della Transilvania, in Prussia e Livonia si era diffuso il protestantesimo luterano. In Svizzera, Renania, Francia e Paesi Bassi attecchì invece la teologia di un altro grande riformatore, Giovanni Calvino, da cui prende nome il calvinismo. Prima di lui in Svizzera aveva già operato Ulrich Zwingli e il suo zwinglianesimo.
Pur essendo tutte fedi protestanti, la similarità si ferma quasi alla superficie e fortissimi furono gli scontri tra i riformatori. Per Lutero le questioni istituzionali non ebbero mai un peso particolare mentre per Calvino le concezioni riguardanti la comunità sono fondamentali, perché sono esse a legittimare gli organi tramite i quali la chiesa assolveva ai suoi compiti ecclesiastici, a legittimare i pastori, i maestri, gli anziani e i diaconi.
In Inghilterra la Riforma imboccò vie particolari ma qui l'iniziativa fu presa dal re Enrico VIII (1509 – 1547) che incamerò i beni della chiesa, la assoggettò ai propri voleri e si autonominò suo capo. Da lì a poco nacque la chiesa anglicana, più cattolica che protestante.
Il protestantesimo, una volta radicatosi, si mostrò spesso assai poco tollerante, unendosi solo nel duro scontro col cattolicesimo, che dal canto suo già dal 1560 contava sulla certezza che almeno il sud dell'Europa non era andato perduto: Spagna, Portogallo e Italia erano rimasti, soprattutto i primi due, praticamente indenni dai movimenti di riforma. Nacquero così misure decisive di contrasto, soprattutto sotto il pontificato di Paolo III (1534 – 1549). Nel 1534 nasce la Compagnia di Gesù, approvata nel 1540 e tra il 1545 e il 1563 il Concilio di Trento emanò importanti decreti contenenti riforme e discipline interne mirate a correggere ciò di cui accusavano i riformatori. L'Inquisizione e l'indice dei libri proibiti nascono in questo periodo.

Tratto da STORIA MODERNA di Gherardo Fabretti
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