Prospettiva storica di Altheim

Si interessa prevalentemente di religione romana. Nel 31 esce la prima edizione di "religione romana". Altheim si formò nella cosidd scuola di Francoforte di studi classicistici, fondata da W F Otto. Valendosi soprattutto di prospettive etno-antropologiche mutuate da Frobenius propose negli anni 30 un radicale rinnovamento negli studi su Roma. secondo lui il prevalente influsso greco sul politeismo romano non risaliva al 3° sec a.c. ma ai primordi della formazione di Roma (anche per tramite etrusco). Quindi Roma era una polis hellenis, città greca. Gli studi su Roma potevan ora liberarsi quindi dalle interpretazioni in chiave magico-primitivistica (numen-mana ecc), però la cultura romana perdeva di originalità. Col tempo A cercò di individuare le idee guida della religione romana. Secondo lui senza Roma non si può comprendere il passaggio dalla historìe greca (informazione raccolta dall' osservatore) alla geschichte (storia fatta di eventi oggettivi da geschehen=accadere). Ecco che da sola la cultura delle poleis greche non determina il passaggio alla città-mondo che propizia la Roma di Augusto.  - Nella 1a edizione della "storia della religione romana" Altheim riteneva che la triade capitolina (Giove, Giunone, Minerva) derivasse da precedenti greci. Poi considererà Giove Capitolino divinità sovrana, garante dello stato romano a cui fa capo il potere annuale dei consoli. Ma è un giove demitizzato. Secondo Altheim già in età monarchica Roma rivela una tendenza allla demitizzazione legata alle sue origini prive di eredità (genealogiche e territoriali). I temi dell'esposizione dei gemelli e dell'asylum romuli rivelano il carattere interetnico della città. I primi re di Roma non hanno legami di sangue. E il dio stesso da un lato riprende l'assenza di eredità dell'età regia, dall'altro si afferma dio della città fattasi repubblicana (perhè non ha spazi cosmici e genealogie).