Comparazione genetica di Dumezil

Quindi dopo i primi tentativi falliti di mitologia comparata Dumezil si orienta verso la comparazione genetica, propria di materie che consentono di intravedere un' origine comune seguita da evoluzioni divergenti, e non verso un comparazione tipologica, che implica poi considerazioni filosofiche. Dumezil non vuole ad esempio ricostruire un mito in forma pittoresca ed esotica come era 3000 anni fa. Ma la comparazione genetica può ricostruire, sulla base di convergenze riscontrabili in varie culture antiche indoeuropee, quel dato mito, nelle sue articolazioni e nel significato logico di origine. L'analisi si estenderà a strutture più ampie possibil (dunque ad esempio non solo limitandosi al singolo elemento mitico), per definire concettualmente l'insieme di sistemi di rappresentazione indoeuropei. Vuole ottenere un' immagine nei limiti precisa di un sistema preistorico particolare, del quale un certo numero di sistemi ora sono la sopravvivenza. Col tempo, anche per distanziarsi dallo strutturalismo antropologico, Dumezil ribadisce la vocazione sperimenrale della sua ricerca: storica, dunque, non filosofica: osservare i dati primari, poi con la comparazione risalire ai dati secondari ovvero ai loro prototipi; quindi l'ideolog trifunzionale non è un apriori del pensiero, ma il risultato di una comparazione prodotta sui documenti, e che tale modello comparativo genetico ha 2 direzioni: una che da X realtà storiche risalga ad una originaria, l'altra con direzione opposta. Cioè le storie dei singoli popoli indoeuropei ci aiutino a capire il modello strutturale archetipico alla base, che a sua volta ci aiuterà a capire meglio le singole storie. Sembra paradossale. Nell'opera d Dumezil è comunque difficile distinguere ciò che serve a spiegare l'esistenza del quadro tripartito da ciò che è spiegato in base a esso.