Pragmatismo di Dewey
Il pragmatismo in Dewey assume una configurazione particolare. La prima formazione di Dewey è di tipo neo-hegeliano. Per quanto egli abbia successivamente superato la fase idealistica, di Hegel rimase sempre la concezione che la realtà è una totalità rispetto alla quale le singole parti sono elementi costitutivi, non individualità indipendenti. Ma in seguita alla conoscenza dell’evoluzionismo darwiniano, egli concepisce la totalità non come spirito, bensì come natura, ossia come il risultato del continuo interagire tra il singolo organismo e l’ambiente in cui esso vive. La filosofia non è più uno strumento conoscitivo teso alla scoperta dell’Uno ma anzi deve essere strumento che deve rendere consapevole l’uomo dell’incessante conflittualità e disordine che emergono tra individuo e ambiente. Per questo il suo pragmatismo si traduce in strumentalismo naturalistico.
Continua a leggere:
- Successivo: Esperienza, organismo e ambiente in Dewey
- Precedente: Introduzione al pragmatismo
Dettagli appunto:
- Autore: Carlo Cilia
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia della filosofia contemporanea
Altri appunti correlati:
- Estetica dell'Architettura
- Storia della filosofia
- Holderlin
- Filosofi dell'età moderna
- Storia della filosofia moderna
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Derrida lettore di Mallarmé
- La Bellezza tra metafisica ed antropologia in Schiller
- La ricerca estetica nello spazio di Tadeusz Kantor
- Gadamer e Derrida in dialogo. Testo, metafisica, alterità.
- Con l'anima tutt'intera - Paradosso della morale e morale del paradosso nel pensiero di Vladimir Jankélévitch
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.