Skip to content

Popper e la critica all'induzione




Popper stesso ha descritto la genesi della sua teoria della conoscenza come il risultato del confronto tra la relatività di Einstein da una parte e il marxismo e la psicoanalisi dall’altra. Mentre queste ultime si presentano come teorie capaci di spiegare qualunque fenomeno di loro pertinenza e, quindi, come inconfutabili, la teoria di Einstein fornisce l’indicazione di esperimenti possibili che potrebbero confermarla o confutarla. Partendo da questa constatazione, Popper sviluppa nella Logica della scoperta scientifica una teoria delle teorie scientifiche. Le teorie scientifiche sono fondate su asserzioni universali e abitualmente si giunge ad esse per induzione. Ma questo processo è sbagliato secondo Popper poiché dal fatto che molti cigni sono bianchi non si può dedurre in maniera certa e necessaria che tutti i cigni sono bianchi. Egli sostiene che il metodo induttivo è un metodo antieconomico e mai definitivo: piuttosto che ricercare tanti cigni bianchi, basta trovarne uno nero; ed inoltre per quanti cigni bianchi possa incontrare nessuno può escludere che da qualche parte non ne esista uno nero. Popper critica due tipi di induzione: l’induzione per enumerazione (conto i cigni e tiro fuori la regola) e l’induzione per eliminazione (attraverso la quale si mettono due teorie contraddittorie a confronto). La tendenza tra gli scienziati del tempo era quella di confrontare due teorie per arrivare alla conclusione che una delle due doveva essere certamente vera. In realtà questo è un errore perchè potrebbe esisterne una terza. L’induzione allora non è una tecnica scientifica: l’induzione si basa sul principio di verificazione, ossia della continua conferma di una teoria già sviluppata e accettata.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.