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Filosofia dell’identità in Schelling




Questa non è tanto una fase nuova quanto una fase in cui Schelling rende esplicito ciò che magari rimaneva implicito nei suoi due primi orientamenti: se il primo sembrava dare più diritto al soggetto e il secondo all’oggetto, ora Schelling vuole affermare chiaramente che l’oggetto e il soggetto si identificano, ossia i processi che apparentemente riguardano separatamente l’uno e l’altro in realtà coincidono. Il manifesto di questa filosofia è l’Esposizione del mio sistema filosofico. Schelling intende partire non più dallo spirito (soggetto) per arrivare alla natura (oggetto) quanto partire direttamente dalla loro assoluta identità per derivare da essa l’opposizione. Il fondamento di ogni realtà è ora ricercato nell’Assoluto che è ciò che può spiegare l’assoluta identità tra spirito e natura. Esso è infatti concepito come identità indifferenziata (ossia dove vi è assenza di differenziazione). Adesso però il problema diventa un altro: come si spiega la derivazione di qualcosa di differenziato (natura e spirito) da qualcosa di indifferenziato. Come si passa dall’Assoluto all’opposizione soggetto oggetto? Per rispondere a questa domanda Schelling nello scritto Filosofia e religione introduce il concetto di “salto” o di “caduta”. Ma questa nozione sposta la speculazione che fino a qui era stata prettamente filosofica ad una speculazione a sfondo religioso (la caduta è un concetto religioso).

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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