Esistenza in Kierkegaard
“Io stupido hegeliano”! Con questa frase contenuta nelle Carte Kierkegaard rimprovera a se stesso la breve adesione alla filosofia di Hegel. Il perno di questa opposizione è il concetto di esistenza. L’oggetto della speculazione di Hegel non era l’esistenza quanto l’essenza delle cose e più precisamente la loro essenza razionale. L’esistenza sembrava essere inclusa nell’essenza razionale. Al di fuori di questo rapporto con la razionalità, l’esistenza per Hegel era pura accidentalità. Kierkegaard allora sostiene che l’esistenza è altra cosa rispetto all’essenza concettuale: esistere deriva da ex-sistere ossia stare fuori dal concetto. E già Kant lo aveva precisato: “io posso avere ben chiaro in mente il concetto di cento talleri, ma il fatto che esistano è ben altra cosa”. Occupandosi di essenze la filosofia hegeliana aveva per oggetto l’universale: invece Kierkegaard vuole concentrare la sua attenzione su ciò che universale non è, ossia sull’esistenza e l’importanza del singolo.
Continua a leggere:
- Successivo: Soggettività e possibilità in Kierkegaard
- Precedente: Introduzione e opere di Kierkegaard
Dettagli appunto:
- Autore: Carlo Cilia
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia della filosofia contemporanea
Altri appunti correlati:
- Estetica dell'Architettura
- Storia della filosofia
- Holderlin
- Filosofi dell'età moderna
- Storia della filosofia moderna
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Derrida lettore di Mallarmé
- La Bellezza tra metafisica ed antropologia in Schiller
- La ricerca estetica nello spazio di Tadeusz Kantor
- Gadamer e Derrida in dialogo. Testo, metafisica, alterità.
- Con l'anima tutt'intera - Paradosso della morale e morale del paradosso nel pensiero di Vladimir Jankélévitch
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.