Il concetto di interpretazione teatrale
Dato un testo dialogico compiuto,l’interpretazione è il rapporto tra questo e lo spettacolo teatrale. Emilio Betti distingue tre tipi di interpretazione: rappresentativa (adeguata a testi drammatici e musicali), ricognitiva (adeguata a testi storici e letterari) e normativa (adeguata a testi giuridici e normativi).
Come dice il termine, l’interpretazione rappresentativa è quella che meglio si accorda con la rappresentazione. La rappresentazione, a sua volta, com’è chiaro soprattutto con un testo musicale, tende ad essere esecuzione. Se la rappresentazione è esecuzione, è chiaro che il testo è una notazione, considerata nella sua interezza, senza cioè distinzione fra battute e didascalie. Questa metafora dell’esecuzione e della notazione ha generato spesso equivoci quali l’incompletezza del testo drammatico senza la messa in scena, e la compiutezza del testo al di là della realizzazione.
La notazione, per definizione, non è completa, ma per l’esecutore, date certe condizioni di conoscenza, è sufficiente. Quando l’esecutore ha ben chiare queste condizioni, la notazione è più sommaria. Quando invece il linguaggio teatrale va ancora costituendosi, e gli autori sono incerti sull’esecuzione, il testo diventa più completo, e aumenta soprattutto lo spazio dedicato alle indicazioni didascaliche. Ruffini ha semplificato questo problema distinguendo tra “messa in scena” e “collocazione in scena”: la prima piega gli elementi dello spettacolo al servizio del testo, e avviene nel secondo caso citato; la seconda impiega moduli, o codici, già fissati dalla tradizione e altamente formalizzati, e avviene in condizioni di chiarezza di esecuzione.
Volendo tentare un breve excursus storico - letterario sulla funzione della notazione, potremmo partire dalla tragedia greca, dove le didascalie sono ridotte al grado minimo, dato che l’autore era anche il regista.
Nella Regularis Concordia (un manuale normativo che descriveva e insegnava i riti dei conventi benedettini inglesi, verso la fine del X secolo) invece, le indicazioni sono molto precise e fitte, ciò perché gli esecutori devono necessariamente imparare la gestualità prescritta, che non conoscono.
Continua a leggere:
- Successivo: L'interpretazione ricognitiva del testo
- Precedente: Il teatro che nasce dal testo letterario
Dettagli appunto:
-
Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Letterature comparate
- Docente: Domenico Tanteri
- Titolo del libro: Leggere il teatro
- Autore del libro: C. Molinari - V. Ottolenghi
Altri appunti correlati:
- Linguistica - lingua italiana (modulo B)
- Teoria e prassi della traduzione e dell’interpretariato di conferenza
- Semiotica
- Semiotica e Comunicazione
- La vita quotidiana come rappresentazione
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- ''Othello'': dal testo shakespeariano all'immagine cinematografica
- Gadamer e Derrida in dialogo. Testo, metafisica, alterità.
- Trainspotting: analisi della trasposizione dal romanzo al film
- L'Estetica e la Poetica Teatrale di Diderot: immagini, idee, giudizi, sogni
- Questa sera si recita la Bibbia: La regia teatrale tra ermeneutica e teologia
Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.