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L'attività letteraria spagnola IV - V sec.


SPAGNA. In Spagna tra la fine del IV secolo e l'inizio del V c'era stata una certa attività letteraria ma non paragonabile a quella della coeva Gallia. Dopo le invasioni barbariche mentre in Gallia le lettere decadono rapidamente, in Spagna abbiamo il processo inverso. Nel VI secolo si avverte una certa crescita culturale dato che cominciano ad essere attive alcune scuole episcopali e monastiche, si beneficia dell'influsso della acculturata Africa agostiniana, i visigoti si romanizzano rapidamente e il consolidarsi del loro dominio dà stabilità al paese. I visigoti erano ariani ma cui l'opposizione non si tradusse in maniera violenta come fu in Africa tranne sotto Leovigildo, ma per motivi più politici che schiettamente religiosi. Così la chiesa potè lavorare senza difficoltà anche in campo letterario e la separazione dal potere politico la rendeva immune alle gravi ingerenze che si erano manifestate in Gallia.
Un segno dell'incipiente rinascita delle lettere nella Spagna del VI secolo è dato dalla rinascita dell'esegesi con il Commento al Cantico di Giusto di Uriel e il Commento all'Apocalisse di Apringio di Beja. Sono due opere che non brillano per originalità ma lo stesso impegno testimonia un significativo interesse incoraggiante per l'epoca.
La personalità più importante è però quella di Martino di Braga. Dotato di cultura molto elevata per l'epoca (conosceva il greco e la filosofia) adatta la sua penna ai vari livelli socio culturali che si erano formati in Spagna. Isidoro di Siviglia infine con le sue Etymologiarum Libri XX, nella prima metà del VII secolo, eccelle su tutti, non solo per l'immensa operosità sviluppata nei campi più diversi (dottrinale, esegetico, storico, monastico) ma soprattutto per l'ampiezza del disegno unitario che riunisce tutti questi campi. La sua opera ha carattere veramente enciclopedico e abbraccia tutti i campi del sapere. L'etimologia in lui si fonda con l'esegesi: nell'etimologia si trova infatti sia il significato letterale che quello originario, profondo, sublimando davvero la grammatica come struttura di pensiero.

Tratto da LETTERATURA CRISTIANA ANTICA di Gherardo Fabretti
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