Ad Angelo Mai, quand'ebbe trovato i libri di Cicerone della Repubblica
Del gennaio 1820 è Ad Angelo Mai; l'erudito ha ritrovato una cospicua parte del De Republica. Il testo è dedicato al contrasto tra la grandezza degli antichi e la viltà dei contemporanei. La canzone, dodici stanze di quindi versi ciascuna, si snoda attraverso il colloquio con alcune grandi figure esemplari di italiani (Dante, Petrarca, Cristoforo Colombo, Ariosto, Tasso, Alfieri).
Il confronto fra mondo antico e mondo moderno attraversa tutta la canzone, e ne è il tema conduttore. Tanto la civiltà classica quanto quella rinascimentale sono superiori rispetto al mondo moderno. Si tratta di un confronto già presente nella cultura settecentesca, ripreso qui però da Leopardi in pieno clima romantico con un punto di vista originale, vale a dire l'esaltazione della classicità e la condanna implicita al Medioevo, in contrapposizione con la cultura romantica.
Qui Leopardi si misura con il modello dei Sepolcri. Foscoliano è il tema dell'esempio che promana dalle tombe dei grandi; simile la speranza che dagli esempi giunga un invito al riscatto.
Leopardi rifiuta però la visione umanistica foscoliana tesa a fare della poesia una garanzia di civiltà, e contrappone alle Muse il nulla. Il riscatto resta dunque per Leopardi assai difficile, e comunque affidato più all'azione che all'arte: la componente titanica (e alfieriana) della sua formazione prevale sull'educazione classicistica.
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Dettagli appunto:
- Autore: Domenico Valenza
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Lettere
- Esame: Letteratura italiana
- Titolo del libro: La scrittura e l'interpretazione: storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civilta europea, Volumi 1-5
- Autore del libro: Luperini Romano, Cataldi Pietro, Marchiani Lidia
- Editore: Palumbo, Palermo
- Anno pubblicazione: 1998
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