I geografi degli anni '60
Verso la fine degli anni ’50 e ’60 del Novecento, i geografi si sono più concentrati sul principio della verifica dell’evidenza con mezzi precisi e quantitativi e sull’applicabilità del funzionalismo allo studio regionale. L’analisi, infatti, si deve basare sulle strutture del funzionamento (delle trasformazioni) di una regione e della società considerandola come un organismo, per ricavarne leggi generali. I metodi adottati sono due: quello induttivo che si basa sull’osservazione e quello deduttivo con la formulazione di ipotesi da verificare. Queste posizioni permettono di definire una geografia idiografica ed una nomo tetica. La prima è rivolta all’individuazione dell’unico, dell’eccezionale, quindi ha al centro lo studio di singoli luoghi, in quanto dotati di una loro originalità. L’esponente principale è Hartshore.
La seconda concezione della geografia è rivolta alla ricerca di leggi generali, comparando le diverse realtà.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gabriella Galbiati
[Visita la sua tesi: "Logica del tempo in Guglielmo di Ockham e Arthur Norman Prior"]
- Università: Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Geografia del Mediterraneo
- Docente: Fabio Amato
- Titolo del libro: Geografia umana
- Autore del libro: Caldo C.
- Editore: Palumbo, Palermo
- Anno pubblicazione: 1996
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