Armstrong e valore ontologico degli enunciati
Armstrong non ha come obiettivo quello di fondare la differenza delle leggi dagli enunciati partendo dagli enunciati stessi. Egli si rifà ad Aristotele che si riferiva nello specifico al valore ontologico degli enunciati: quando io enuncio una legge non mi sto riferendo all’insieme degli enunciati che più individui prima di me hanno verificato. Sto parlando di qualcosa di più: negli enunciati nomologici in realtà io sto cogliendo qualcosa di essenziale che mi rappresenta “sempre” quell’evento concreto del mondo. Per cui il riassunto dell’esperienza passata si verifica solo quando gli enunciati si riferiscono ad eventi che non si basano su caratteristiche essenziali. Il problema che nasce allora è: quali sono queste caratteristiche essenziali? Aristotele affermava: vedo il cavallo ma non la cavallinità e il problema di capire cosa fosse la cavallinità in ultima analisi rimaneva un problema aperto. Armstrong seguendo Aristotele ha detto: le essenze sono presenti quando sono “istanziate” ossia hanno la presenza concreta dell’oggetto. Il discorso quindi come è evidente slitta così sul piano metafisico.
Un tentativo di risposta è stato fatto da chi ha fatto notare che una legge ha alla base una relazione. Ci deve ad esempio essere una relazione tra una palla di uranio e 10 tonnellate. Ma il problema che si pone è: chi garantisce questa relazione? Cosa ci garantisce che questa relazione sia sempre la stessa? Cadiamo così nel paradosso messo in luce da Platone del “terzo uomo”; ci deve sempre essere un elemento esterno alla teoria, invariante, che garantisca la relazione tra oggetti o tra concetti; se due eserciti sono lontani l’uno dall’altro 3 km, questo significa che ogni componente dell’esercito A dista tre km da ogni elemento dell’esercito B? chiaramente no! Quindi non possiamo concludere che dalla relazione tra A e B si possa dedurre la stessa relazione tra ogni singolo soldato di A e ogni singolo soldato di B! Le essenze quindi non ci aiutano a livello “individuale”. L’essenza, in questa impostazione che mette al centro la relazione, vale per l’esercito non per ogni suo singolo componente. Si nota quindi che questo tentativo di risposta crea più problemi di quanti ne risolve.
Continua a leggere:
- Successivo: Legge scientifica per Mill e Ramsey
- Precedente: Van Fraassen, Pargetter e la legge scientifica
Dettagli appunto:
- Autore: Carlo Cilia
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Filosofia della scienza
Altri appunti correlati:
- Filosofia del diritto
- La filosofia della scienza nel XX sec.
- Letteratura francese III
- Letteratura inglese 2
- Letteratura francese II
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Che cos'è la filosofia? La questione tra storia e sapere in Aristotele, Hegel e Heidegger
- Heisenberg al cinema - Analisi di film a partire dal principio di indeterminazione
- Neurobiologia e naturalismo. Una sintesi filosofica.
- Il viaggio come dispositivo di crescita interiore
- Il principio del verum-factum in G.B. Vico. Un percorso tra razionalismo ed empirismo.
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.