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Teoria della gravità e fenomeni in Newton



La dottrina copernicana aveva posto nuovi problemi relativi all'universo, ad esempio Che cosa sostiene e fa muovere i corpi celesti? Perchè i corpi cadono verso il basso? La teoria della gravità si proponeva di rispondere a questi interrogativi, completando la rivoluzione astronomica. Nel 1666, riflettendo sulla gravità, Newton intuì che se la Luna non si allontana dalla Terra (lungo la tangente) è perché essa cade continuamente verso il nostro pianeta, attratta da una forza centripeta: basandosi sulla legge galileiana della caduta dei gravi e sulla terza legge di Keplero, Newton determinò matematicamente la legge dellaa gravitazione universale: tutti i corpi si attraggono con una forza che è direttamente proporzionale alle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della lolle loro distanze e che dipende da una costante universale. Per la stessa forza, una mela cade dall'albero e la Luna ruota intorno alla Terra. La teoria di Newton realizza così l'unificazione della fisica terreste e di quella celeste. Newton presenta i suoi principi non come generalizzazioni empiriche ma come fondamenti assiomatici della fisica, che viene sviluppata a partire da essi in modo deduttivo. Sotto il profilo gnoseologico anche Newton pensa, come Galileo, che la scienza non debba procedere ad alcuna interpretazione dei fenomeni naturali. I fenomeni parlano per così dire da soli, cioè hanno un significato chiaro ed evidente che si tratta solo di constatare. Newton riprende inoltre, la distinzione galileiana fra qualità primarie e qualità secondarie, ribadendo che la scienza può e deve occuparsi solo delle prime.

Tratto da FILOSOFI DELL'ETÀ MODERNA di Carlo Cilia
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