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Leopardi in veste di commentatore


Leopardi provava forte disagio nel presentarsi in veste di commentatore e collaboratore della terribile Biblioteca amena e a testimoniarlo stanno due lettere terribili. Nella prima, del 25 luglio 1826 a Stella, Leopardi prega l'editore di pubblicare anonimo o con altro nome l'ennesimo orrendo commento ammazza letteratura italiana affidatogli, quello su le Osservazioni della lingua italiana del grammatico seicentesco Marcantonio Mambelli, perchè non vuole questo genere di pubblicità, che già molto danno gli aveva procurato quella del petrarca. La seconda è una risposta a tutti coloro che avevano criticato il suo lavoro di traduttore del Petrarca uscita come Scusa dell'interprete. Qui Leopardi chiede ironicamente scusa a tutti i suoi lamentosi lettori: a coloro i quali pretendevano uno svisceramento ancora più pedante delle poesie: a coloro che lo accusavano di pretendere di insegnare la grammatica ai bambini; a coloro che si scandalizzano nel sentire dire che la lingua del Petrarca era antica.

Tratto da FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA di Gherardo Fabretti
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