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La filosofia di Epicuro nell'Epistola a Meneceo

Schema Generale dell'Epistola a Meneceo


Obiettivo dell'epistola: salute dell'anima
Obiettivo della filosofia: la felicità

Filosofare è sempre utile, per giovani e vecchi. Obiettivo del filosofare è renderci felici, e cercare ciò che ci conduca alla felicità.

Massime di Epicuro: da memorizzare e praticare.
Obiettivo del filosofare: la vita perfetta.

Gli Dei, la morte e la saggezza


Gli Dèi sono da ritenere incorruttibili e beati. Tale visione appartiene al nostro intimo (prenozione). E' importante avere un'immagine perfetta di loro. Alla loro nozione non vanno aggiunte cose futili e devianti, giudizi. Che esistono gli dei abbiamo conoscenza evidente, ma non nella forma del volgo. Quelle del volgo non sono prenozioni ma supposizioni false.

La morte per noi non è nulla, e sapere ciò ci libera. Non va temuta perchè è privazione di senso.

Il saggio cerca la via che più giova. Bada alla qualità, non alla quantità = vuole il cibo più gradevole, non il più abbondante. L'arte del ben vivere e quella del ben morire coincidono.

Non fare affidamento sul futuro: esso nn è mai del tutto nostro

I desideri e il  piacere


Desideri:
-naturali (naturali necessari - alla felicità, all'assenza di molestia nel corpo, al vivere - e naturali)
-vani.
Conoscere bene i desideri ci aiuta a fare bene le nostre scelte, per poter raggiungere la tranquillità dell'anima, fine della vita beata. Spegnendo la sofferenza non abbiamo più il bisogno di piacere.

Il piacere è principio e fine della vita felice (piacere connaturato all'uomo). Il piacere va inteso come norma di giudizio per ogni cosa: se ad un piacere segue un dolore non lo eleggiamo. Così ci sono piaceri da eleggere e da non eleggere. Si giudicano vantaggi e danni in base al contesto.

Ogni piacere è un bene ma non tutti son da ricercarsi. Autosufficienza: saperci contentare di poco se non abbiamo molto.

Il piacere come fine non è il piacere dei dissoluti, ma il non soffrire nel corpo e il non aver turbamento nell'anima. La vita piacevole nasce dal raziocinio, che sappia eludere le opinioni (credenze) e indagare le cause di ogni elezione e fuga (scegliere).

Vivere nel piacere è anzitutto vivere con prudenza, giustizia, temperanza.

Bastare a se stessi


Il bastare a se stessi è un gran bene affinché dove non abbiamo molto ci basti poco. Il necessario è facile da procurarsi, il vano no.

Un regime semplice giova alla salute. Abituarsi a un cibo semplice dà salute e rende l'uomo solerte nella vita.
Il piacere è un bene = assenza di dolore nel corpo e di turbamento nell'anima.

Retta opinione e obiettivo = è fonte di vita felice il sobrio ragionare che scruta le cause di ogni scelta o rifiuto e scaccia le false opinioni. Principio di ogni bene è la prudenza, da cui provengono le altre virtù e che ci insegna che non si può vivere piacevolmente se non vivendo bene e giustamente. Le virtù sono connaturate alla vita felice. Il fato degli stoici con la sua necessità implacabile rende schiavi e fa temere il dio.

Tecnica: esercitarsi notte e giorno nei precetti per esser libero da turbamenti e vivere come un dio tra gli uomini. Il bene secondo natura è infatti facile a conseguirsi.

concetti cardine:
askesis = sforzo
malattie dell'anima vs dominio delle passioni
cura di sé
lavoro su di sè

Tratto da EPISTOLA A MENECEO DI EPICURO di Dario Gemini
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