Il Sistema Circolatorio negli anfibi

Negli anfibi adulti, quali le rane e i rospi, la circolazione polmonare e quella sistemica sono parzialmente separate. Un singolo ventricolo pompa il sangue nei polmoni, dove questo assume ossigeno e rilascia anidride carbonica. Il ventricolo spinge inoltre sangue nella restante parte del corpo, rilascia ossigeno e si carica di anidride carbonica. Gli atri invece sono due : ricevono il sangue ossigenato dai polmoni e quello deossigenato dai tessuti corporei. Poiché ambedue gli atri scaricano il sangue nell’unico ventricolo in questa camera il sangue ossigenato e deossigenato confluiscono il che comporta la presenza di sangue misto caratterizzato da un carico di ossigeno non ottimale.
Il carattere più importante del cuore dei rettili e al tempo stesso quello più curioso riguarda la sua capacità di modificare il volume delle masse ematiche che raggiungono i polmoni e la restante parte del corpo. Se si considerano il comportamento, l’ecologia e la fisiologia di questi animali ci si rende conto che la proverbiale lentezza e la scarsa agilità delle tartarughe, i rettili possono essere estremamente attivi ma sono capaci di rimanere inattivi per periodi prolungati e con tassi metabolici notevolmente inferiori a quelli degli uccelli e dei mammiferi. La notevole variabilità delle richieste metaboliche che caratterizza i rettili indica che essi non devono respirare continuamente. Per comprendere il cuore dei rettili bisogna tener presente che non esiste alcun vantaggio ad ossigenare il sangue se l’animale non respira. Il cuore dei rettili presenta pertanto degli adattamenti che in condizioni normali permettono di far fluire il sangue attraverso i polmoni e poi, attraverso la restante parte del corpo, mentre quando l’animale non respira si realizza un corto circuito tra il circolo polmonare e sistemico, cosicché il sangue fluisce esclusivamente attraverso il circolo sistemico. Tale capacità dipende dalla separazione incompleta del ventricolo.