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La soggettiva e l'interpellazione di Quarto Potere - O. Welles -



Il nostro primo esempio presenta invece una situazione opposta. È ben vero che ripercorrendone la superficie abbiamo registrato dapprima un’interpellazione e poi una soggettiva, ma se ci mettiamo a livello di strutture testuali profonde scopriamo che è la soggettiva che precede logicamente l’interpellazione. Infatti, è solo a partire dalla mossa con cui chi guida il film porta un gruppo di giornalisti – e noi con loro – a vedere ciò che è mostrato: è in base al fatto che un enunciatore ha portato un narratario e un enunciatario a vedere quanto viene mostrato(soggettiva) che il narratore e l’enunciatore possono chiamare in causa esplicitamente un enunciatario, invitandolo a guardare(interpellazione).
Quindi, il cinema nel cinema e il flashback mettono in campo le medesime componenti e la medesima sfasatura, ma optano per una diversa successione – logica, non cronologica – delle battute:
A- Nel cinema nel cinema è la soggettiva che innesca e regge l’interpellazione: il film par quasi dire “mostro ai giornalisti, per te”(soggettiva) “quel che a mio nome il News on the March ti vuole presentare”(interpellazione); un tale tipo di sequenza suggerisce “io porto lui, assieme a te, a vedere qualcuno”(soggettiva) “che insieme a me si rivolge a te per farti guardare”(interpellazione)
B- Nel flashback, al contrario, è l’interpellazione che innesca e regge la soggettiva: il film sembra sostenere “a nome mio il banchiere Thatcher ti dice”(interpellazione) “quel che ho detto al giornalista Thompson per te”(soggettiva); una tale forma di sequenza suggerisce “lui, assieme a me, ci rivolgiamo a te per chiederti di guardare”(interpellazione) “qualcosa che a quest’altro lui, e a te insieme, io faccio vedere”(soggettiva).

Tratto da CINEMA di Nicola Giuseppe Scelsi
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