Skip to content

Il principio di funzionamento di un film

Il principio di funzionamento di un film



Problematizzando l’offrirsi del testo a uno spettatore nascosto tra le sue stesse pieghe, la nostra ricerca ha provato a descrivere i meccanismi generali attraverso cui delle immagini e dei suoni si presentano come delle realtà già votate in sé ad una destinazione.
Il richiamo a questo o quel titolo, a questa o quella sequenza, è servito soprattutto a evidenziare dei principi di funzionamento:
- sia là dove la concreta analisi ha portato a innescare la discussione;
- sia là dove essa ha finito col fornire una conferma a delle ipotesi già avanzate.
Ciò che è emerso sono sempre stati dei procedimenti di base, qualcosa di estensibile, delle costruzioni ricorrenti.
Avremmo però potuto anche scegliere un’altra via: anziché puntare al funzionamento del testo in quanto tale, coglierlo nella sua singolarità; anziché esaltarne i profili canonici, esaltarne l’unicità.
Del resto l’idea di interfaccia autorizza una tale operazione: anzi, la fa apparire non come un gesto aggiunto o come gesto alternativo, ma come la continuazione logica di un unico tragitto.
Più che le condizioni di visibilità di un film, sarebbe allora emersa la storia della visione che il cinema dispiega.
Tra le conseguenze, segnaliamo quella di una migliore ambientazione dei corpus cui ci siamo riferiti: se è vero che tutti i testi citati appartengono, magari in termini polemici, a quell’insieme che è stato chiamato Narrativo / Rappresentativo / Industriale, se cioè è vero che tutti tendono a raccontare una vicenda, a raffigurare la vita, e a iscriversi in una logica d’impresa, è anche vero che
- da una parte quest’insieme si frammenta in regioni assai diverse tra di loro,
- dall’altra che esso non è l’unico presente, ma si affianca a dei domini quali in cinema d’avanguardia, amatoriale, scientifico-industriale, ecc.
In questo senso un’analisi della visione potrebbe ben far emergere i contorni di un insieme che comunque è stato, ed è, il più diffuso: essa ne mostrerebbe
- tanto le articolazioni interne che le tensioni rispetto ai concorrenti,
- tanto i diversi progetti che la animano quanto le dinamiche di scambio che l’attraversano.
In una parola, essa misurerebbe tanto la validità di uno schema generale, quanto le restrizioni che ciascun ambito cinematografico vi apporta. Collocandosi pur sempre, sia chiaro, con un’analisi della visibilità: e questo per evitare le ricadute in una storia del cinema intesa come pura di successione di nomi e di fatti, o come pura estensione del discorso critico.
Del resto, lo ripetiamo, le due analisi non sono in polemica tra loro: appartengono allo stesso tronco comune.
Dunque l’interpretazione e la storia della visione. È su queste due soglie – ingressi in nuove stanze più che porte d’uscita – che si vuole concludere.

Tratto da CINEMA di Nicola Giuseppe Scelsi
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.