In questi appunti, utili per l'esame di Retorica e Scrittura per i Nuovi Media, si affronta il tema delle categorizzazioni e dei modelli di classificazione delle informazioni per il web.
Architettura dell'informazione
di Dario Gemini
In questi appunti, utili per l'esame di Retorica e Scrittura per i Nuovi Media, si
affronta il tema delle categorizzazioni e dei modelli di classificazione delle
informazioni per il web.
Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
Facoltà: Lettere e Filosofia
Corso: Filosofia
Esame: Retorica e Scrittura per i Nuovi Media
Titolo del libro: Architettura dell'informazione
Autore del libro: Luca Rosati
Editore: Apogeo
Anno pubblicazione: 20071. Introduzione al testo "Architettura dell'informazione" di Luca
Rosati
Qui si parla di categorizzazioni: come ordinare cose e concetti in gruppi sensati per poi poter esser ritrovati.
Non esistono categorizzazioni innate. Il concetto di IA (Information Architecture) non è solo relativo al web.
Questo testo vuole individuare un modello unificato di IA che attraversi i diversi contesti dell’agire
quotidiano (ambienti fisici e digitali), affinché eventuali utenti possano passare agilmente dall’uno all’altro.
Morville ci dice che l’IA va oltre il web. Si può ampliare verso spazi digitali, fisici e procedurali (flussi di
informazioni). Ed ha 3 fasi: IA come trasferimento di conoscenze della biblioteconomia e architettura verso
il web; IA strategica di supporto all’organizz dell’informazione aziendale; IA trasversale, organizzando
l’informazione in contesti sia fisici sia digitali.
Anche il design si può intendere in 3 modi: come abbellimento, come progettazione di un artefatto o come
progettazione di un intero servizio-processo.
In un design inteso come progettazione di servizi-processi l’IA si pone come collante tra i vari contesti
dell'interazione uomo-informazione (da quelli fisici a quelli digitali e viceversa). Diverse volte al giorno
passiamo da ambienti fisici a digitali. Occorre ripensare il design come progettazione di processi (v. modelli
di interazione) che compenetrino i diversi contesti del nostro agire.
Dario Gemini Sezione Appunti
Architettura dell'informazione 2. Information Architecture trasversale
Quando l’interazione si svolgeva attraverso lo schermo di un computer aveva senso parlare di interfaccia.
L’interfaccia è specifica di un artefatto, l’interazione può invece riguardare un intero processo che coinvolge
anche più artefatti. Le interfacce possono esser diverse, ma con un unico modello di interazione. Oggi
bisogna guardare alla progettazione dell’interazione uomo-informazione relativa ad interi processi. L’IA è
un ottimo strumento per progettare modelli di interazione trasversali a diversi canali o strumenti, capaci di
rimanere costanti in un intero sistema o processo. Se ci son molti canali, molti strumenti e molte interfacce,
può esserci un'unica IA. Si possono elaborare modelli organizzativi in grado di mantenersi coerenti e stabili
nel passaggio da un contesto a un altro, come ad es. tra mondo fisico e mondo digitale: parliamo qui di
architettura dell'informazione trasversale.
Dario Gemini Sezione Appunti
Architettura dell'informazione 3. Architettura dell'Informazione - Coerenza nelle classificazioni
L’enciclopedia cinese di Borges è citata in relazione ad IA e trovabilità. Foucault in “le parole e le cose”
allude alla tassonomia di Borges (che raccontava un'improbabile classificazione di animali) passando a
parlare dei limiti del nostro pensiero. Il brano è anche citato come esempio di incoerenza in un sistema di
classificazione (non da F) perché usa più di un criterio di divisione alla volta. In realtà in insiemi complessi
si può usare più di un fundamentum divisionis. Perché ci si deve adattare all’uso.
Le classificazioni spesso corrispondono ai modelli mentali del classificatore. Foucault non dice incoerente la
tassonomia di borges, ma si chiede cosa la renda possibile. Come la gestalt insegna, non ci sono figure se
non sulla base di uno sfondo. La lettura di un'immagine è sempre frutto di un accordo. Come insegna anche
kuhn, la scientificità di una teoria è decisa sulla base di un insieme di teorie tacitamente accettate. Lakoff
leggendo Borges allude alla classificazione usata in una lingua aborigena australiana: gli elementi di una
categoria son spesso tenuti assieme non da relazioni logiche di tipo aristotelico (insieme di proprietà
condivise) ma da modelli di tipo analogico come la metafora e la metonimia legate alla cultura ed alla
visione del mondo da cui provengono. L’incoerenza in borges dunque è tale solo sullo sfondo della nostra
visione del mondo. Lakoff sfida la teoria aristotelica della classificazione (una categoria o classe è un
contenitore astratto: ogni oggetto della collezione o sta dentro o fuori. Un oggetto appartiene a un classe se
ha certe proprietà: quindi ogni classe deve avere chiari confini, essere indipendente dal classificatore e tutti
gli item = elementi di una classe stanno sullo stesso piano) e riprendendo il suo esempio spiega che lì gli
elementi di una stessa classe non hanno un insieme di proprietà condivise – nella stessa classe ci son
elementi centrali e periferici – centrali e non centrali son legati da analogie (metafora, similitudine ecc) – c’è
una classe “altro”.
Torniamo ora alla questione della coerenza. Dilemmi: se esistono più schemi per classificare una stessa
collezione di elementi, quale scegliere ed in base a quale criterio? In base a quale criterio valuto la coerenza
interna di un sistema di classificazione?
Un schema di classificazione non si può valutare in base a criteri a priori. Ma van commisurati alla cultura
ed alla visione del mondo il cui il sistema si situa. Non ci sono classificazioni giuste o sbagliate, solo
appropriate a un certo uso. Le categorie miste o ibride esistono anche nella mente, anche se sul web non
sempre è agevole usarle. È difficile ottenere confini netti tra le classi, meno tra i loro elementi centrali=
prototipi. Usare elementi prototipici per rappresentare un classe agevola l’utente.
IA come processo top-down = le classi si ricavano operando raggruppamenti di dettaglio via via crescente
IA come processo bottom-up = …via via decrescente
L’autore suggerisce un diverso approccio: cominciare il processo d classificazione dal mezzo = classi di
livello base (mobili < seggiole > seggiole da cucina, sgabelli…). Si può costruire così una tassonomia.
Utilità delle categorie di livello base: i loro nomi sono brevi e usati di frequente; son familiari agli utenti; il
card sorting si può eseguire con loro; nella navigazione è bene ricondurre presto gli utenti a tali categorie. Le
tassonomie devono rispondere comunque a un criterio di convenienza. Bisogna scoprire i metodi con cui il
cliente interagisce con l’informazione e combinarli con le caratteristiche originali del materiale da
classificare. Anche l’ordine delle classi può seguire il principio di convenienza.
Dario Gemini Sezione Appunti
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