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Studi epidemiologici delle radiazioni elettromagnetiche


La scienza sta studiando i reali effetti provocati dalle radiazioni elettromagnetiche sulla salute dell’uomo e, anche se è ancora lontana dall’emettere sentenze definitive, sono molti gli studi che hanno associato un aumento del rischio di alcune gravi patologie con elevate e continuate esposizioni ai campi elettromagnetici.
Sembra certo che l’esposizione prolungata campi elettromagnetici artificiali induca nel corpo correnti elettriche interne, di diversa intensità, che sottopongono gli organismi a sollecitazioni di frequenza anomala rispetto alle frequenze biologiche (tutti i processi biologici sono regolati da scambi di natura elettrica); quindi si è dedotto che campi elettromagnetici di tipo, intensità e frequenze molto differenti da quelli che esistono in natura, influiscono sui normali processi biologici alterandoli e determinando così una condizione di stress rappresentato da un disordine elettrico interno alle cellule.
Numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato l’aumento del rischio di insorgenza di malattie tumorali per coloro che abitano in corrispondenza di impianti per il trasporto dell’energia elettrica; a fare da contraltare a questi studi vi sono altrettante autorevoli ricerche, nelle quali si dimostrava che non esiste alcuna relazione tra l’insorgenza di tumori al cervello, leucemie, linfomi e l’esposizione ai campi elettromagnetici generati dagli apparecchi di telefonia cellulare.
Si può concludere che allo stato attuale stabile degli effetti a lungo termine sul corpo umano dell’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche è impossibile; si può solo affermare che tuttavia essi non consentono neppure di escludere effetti dannosi con sufficiente grado di certezza.

Tratto da MEDICINA LEGALE di Stefano Civitelli
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