La funzione della Corte di Cassazione

La Cassazione è un istituto complesso che risulta dalla combinazione di due elementi reciprocamente complementari: la Corte di Cassazione, posta al vertice del sistema delle impugnazioni, e il ricorso per cassazione, mezzo di impugnazione che è inscindibilmente connesso a un determinato organo.
L’art. 65 della legge sull’ordinamento giudiziario attribuisce alla Corte Suprema di Cassazione ha le seguenti funzioni:
- assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge;
- garantire l’unità del diritto oggettivo nazionale;
- vigilare sul rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni e regolare i conflitti di competenza e di attribuzione.
Tali disposizioni individuano nella funzione di “normofilchia” il compito tipico, caratterizzante la Corte di Cassazione e consistente nell’assicurare che la legge sostanziale e processuale sia interpretata esattamente e in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.
Questa funzione di normofilachia si distingue nettamente dalla funzione di garanzia soggettiva esercitata invece dall’appello; essa non consiste nell’offrire alla parte che si è vista dar torto dal giudice di primo o di secondo grado uno strumento di controllo della giustizia e della validità della sentenza, ma assolve, come si suol dire, una funzione di “garanzia oggettiva”: scopo ultimo del ricorso per cassazione è di tipo oggettivo, conforme cioè ad un interesse che trascende quello coinvolto nella singola controversia; l’interesse generale alla unificazione della giurisprudenza.
Lo scopo della Corte di Cassazione è quindi uno scopo di carattere costituzionale, dato che dà attuazione alla garanzia della parità di trattamento.
La Corte, nel decidere il ricorso, fissa l’interpretazione della legge destinata ad avere un valore persuasivo ed esemplare, una efficacia didattica per tutti i giudici dell’ordinamento.