Searle: la teoria della realtà sociale
SEARLE: LA TEORIA DELLA REALTÀ SOCIALE
L’insieme delle regole costitutive fonda quelle serie di entità che Searle chiama oggetti sociali. Nel 1995 inizia a produrre quella teoria della realtà sociale. Sono oggetti che non sono né reali né immaginari. Ci sono entità percepite e altre non percepite attraverso i sensi (per es. la pace, i numeri,..): oggetti che esistono anche se non si è in grado di percepirli.
Gli oggetti sociali si pongono a metà strada fra i due: perché ci sia un oggetto sociale è necessario che si sostanzi attraverso un oggetto fisico. Per es. il denaro: affinché ci sia una banconota da 5 euro è necessario che ci sia un pezzo di carta. Ma la maggior parte del denaro che circola non ha forma di banconota.
Secondo Searle le regole costitutive hanno una componente materiale e supporto fisico.
Questo si riconduce sempre allo schema “X conta come Y nel contesto Z”, dove “X” è sempre un oggetto materiale.
Searle si accorge che l’idea che gli oggetti sociali hanno un sostrato fisico non funziona, per es. il muro di confine: c’è un campo con in mezzo un muro, ma non si può dire se è il confine fra due proprietà, infatti da un punto di vista fenomenico si può solo dire che c’è un campo con in mezzo un muro. Che sia un muro di confine lo si può dire solo se il muro oltre ad essere un’entità fisica sia anche un oggetto sociale: perché il muro diventi confine sono necessarie regole costitutive e anankastiche. Se il muro viene eroso dagli agenti atmosferici il confine continua ad esistere? Searle sostiene di sì, perché il confine aveva accidentalmente il sostrato del muro, ma in realtà il confine è dato dall’insieme delle regole costitutive accettate dalle parti e dall’ordinamento.
Il valore attribuito agli oggetti sociali è socialmente condiviso; può non essere oggettivo, ma è intersoggettivo (i 5 euro valgono 5 euro per tutti gli appartenenti alla medesima cultura). Il fatto che siano convenzionali non vuol dire che siano arbitrari.
Esempio di oggetto sociale non giuridico: arbitro (particolare contesto sociale, ha una componente istituzionale, indipendentemente dalle competenze specifiche), fede nuziale (rappresenta lo scambio di promesse).
Tutti gli atti giuridici sono atti sociali (ogni atto giuridico ha alla base un atto sociale).
Differenza fra oggetto sociale e astratto: le regole costitutive non si riescono a trovare in un contesto astratto (per es. pace), mentre in un oggetto sociale si possono trovare regole costitutive (per es. arbitro). Quindi esistono regole eidetiche che non sono costitutive (per es. la promessa: un’idea dà l’immagine della promessa).
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Dettagli appunto:
- Autore: Francesca Morandi
- Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
- Facoltà: Giurisprudenza
- Corso: Giurisprudenza
- Esame: Filosofia del diritto
- Docente: Prof. Andrea Rossetti
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