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L. n. 214/2011 (c.d. legge salva Italia, Monti): pensioni

L. N. 214/2011 (C.D. LEGGE SALVA ITALIA, MONTI): PENSIONI


Prima della legge Monti, la legge premiava i lavoratori, anche giovani, che avevano alle spalle 35 anni di anzianità. La legge premiava coloro che avevano iniziato a lavorare molto giovani. Questa era la c.d. pensione di anzianità.
La pensione di vecchiaia era riconosciuta nel momento in cui per il lavoratore non era più possibile svolgere l’attività lavorativa per limiti di età (uomini 60 anni, donne 55 anni).
La legge Monti modifica la pensione di vecchiaia: ha portato ad un limite molto più elevato il criterio anagrafico. Quindi la legge “salva Italia” prevede un criterio di progressione: ogni anno viene incrementato il limite anagrafico per accedere alla pensione di vecchiaia (fino a 70 anni) e contestualmente è stato modificato il limite anagrafico delle lavoratrici (nel 2018 andranno in pensione alla stessa età degli uomini, quindi la differenza anagrafica si annullerà). Tutto ciò basandosi sulla prospettiva di vita.
La pensione di anzianità con la legge Monti è transitata verso la pensione anticipata. Ha incrementato in modo significativo gli anni necessari per il riconoscimento di questo premio pensionistico (42 anni di storia contributiva). Se un lavoratore ha raggiunto i 42 anni di storia contributiva, ma non l’età richiesta per la pensione di vecchiaia, il legislatore introduce un elemento di penalizzazione: riduce la prestazione previdenziale (in base agli anni di anticipo: la penalizzazione è crescente in base al numero di anni).

Tratto da DIRITTO DEL LAVORO di Francesca Morandi
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