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L'indagine filosofica di Gorgia di Lentini


L’altra grande figura della Sofistica, Gorgia di Lentini, presenta una dottrina più negativa circa le possibilità conoscitive e pratiche dell’uomo. Tra le sue opere ricordiamo Sul non essere o sulla natura e l’Encomio di Elena. Nella prima opera troviamo le sue tesi: 1. Nulla è, 2. Se anche qualcosa è, non è conoscibile dall’uomo. 3. Se anche è conoscibile, è incomunicabile agli altri.

Ipotizziamo che qualcosa esista. Esso sarà essere, non essere o essere e non essere insieme. Ora, il non essere non è, ma anche l’essere non è, in quanto se fosse dovrebbe essere eterno, generato, ed eterno e generato insieme. L’essere, se è eterno, non ha principio, se non ha principio è infinito, se è infinito non è in alcun luogo e se non è in alcun luogo non esiste. Se ipotizziamo che l’essere sia generato, esso non è generato dall’essere stesso, perché in quel caso esisterebbe già, e nemmeno dal non essere, poiché non è. Ne segue che l’essere non esiste.

Sulla tesi 2, osserviamo che se il pensiero non esiste, l’essere non è pensato. E che le cose pensate non esistano è chiaro: se il pensato esiste, tutte le cose pensate esistono. Sulla tesi 3, il mezzo con cui ci esprimiamo è la parola, e la parola non è l’oggetto, non è realtà esistente.. E non essendo parola, l’oggetto non potrà essere manifestato da altri.

Gorgia colpisce così al cuore l’equazione eleatica pensiero-essere, introducendo un divorzio o una frattura radicale tra la mente e le cose. Il risultato conclusivo è dunque la distruzione di ogni possibile metafisica e la sfiducia completa nelle possibilità conoscitive della nostra mente. Con Gorgia troviamo la prima messa in discussione occidentale della metafisica e l’anticipazione di schemi di pensiero che vanno dagli empiristi a Kant e a parte del pensiero contemporaneo.

Mentre infine in Protagora abbiamo ancora un criterio di verità, l’utile, con Gorgia manca e l’unica cosa che conta è la potenza del linguaggio. Infine, per Gorgia l’attività estetica ha una finalità intrinseca a se, l’arte non è conoscenza e mira ai sentimenti, serve a dare espressione al proprio sentire. Essa non ha fini utilitaristici. Solo nell’arte è saggio chi inganna o si lascia ingannare.

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