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Il dibattito sulla politica macroeconomica


Molti economisti propendono per un ruolo attivo della politica economica nella stabilizzazione del ciclo economico: le recessioni sono periodi di ristrettezza economica, alta disoccupazione e bassi redditi.
Il modello di domanda e offerta aggregata dimostra che gli shock economici possono provocare recessioni; dimostra anche che la politica monetaria e fiscale possono prevenire questi shock.

Ritardi nell’attuazione ed effetti della politica economica
I responsabili della politica economica devono confrontarsi con il problema dei lunghi tempi di risposta e la lunghezza del tempo di risposta è difficilmente prevedibile.
Gli economisti distinguono tra due tipi ritardo nella reazione a interventi di stabilizzazione:
Ritardo interno: è il tempo che intercorre tra lo shock economico e l’intervento di reazione. Questo ritardo insorge perché i responsabili della politica economica devono riconoscere lo shock e individuare i giusti provvedimenti da mettere in atto.
Ritardo esterno: tempo che intercorre tra l’attuazione del provvedimento e il momento in cui questo ha effetto sull’economia. Tale ritardo insorge perché i provvedimenti di politica economica non influenzano immediatamente la spesa, il reddito e l’occupazione.
La politica monetaria ha un ritardo interno meno sensibile della politica fiscale, nel momento che una banca centrale può decidere e mettere in atto un provvedimento espansivo o restrittivo quasi istantaneamente (politica fiscale strettamente vincolata dalla lentezza dell’iter legislativo interno).
Tuttavia la politica monetaria ha un consistente ritardo esterno: infatti essa agisce variando l’offerta di moneta e, attraverso questa, il tasso d’interesse e gli investimenti. Ma molte imprese pianificano gli investimenti con largo anticipo, quindi l’intervento di politica monetaria non riesce a influenzare l’attività economica prima di almeno sei mesi dalla sua attuazione.
I prolungati e imprevedibili ritardi associati agli interventi di politica monetaria e fiscale rendono più difficile l’azione di stabilizzazione dell’economia.
I sostenitori di un ruolo passivo della politica economica affermano che, a causa di questi ritardi, è impossibile un efficace stabilizzazione dell’economia: anzi, i tentativi di stabilizzazione possono avere l’effetto contrario (stimolare un’economia già surriscaldata o deprimerla proprio nel momento in cui accenna a rallentare).
I sostenitori di un ruolo attivo della politica economica ammettono che l’esistenza dei ritardi impone ai responsabili della politica economica una particolare cautela, ma aspettano che questi ritardi non implicano necessariamente la necessità di una politica economica completamente passiva, soprattutto di fronte a rovesci economici di particolare intensità e durata.
Alcuni provvedimenti detti stabilizzatori automatici, sono messi in atto per ridurre i ritardi associati alle politiche di stabilizzazione. Gli stabilizzatori automatici sono provvedimenti volti a stimolare o contenere l’economia, quando necessario senza richiedere una variazione deliberata.
Gli stabilizzatori automatici possono essere considerati interventi di politica fiscale privi di ritardo interno.

Tratto da MACROECONOMIA di Alessia Chiovaro
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