Studio antropologico: la nascita
La nascita di un bambino costituisce sempre un evento, sia per la drammaticità del parto sia per gli interrogativi che pone sull’esistenza umana, con risposte diverse a seconda della società.
La scienza occidentale spiega come il concepimento avvenga in seguito all’incontro degli spermatozoi maschili con quelli femminili all’interno dell’utero, ma non per tutti è così. Per esempio, per i trombrianesi la nuova vita iniziava con la morte di un individuo: il defunto segue il suo spirito che lo porta nell’isola dei morti, dove conduce una vita come quella che faceva da vivo, ma più bella; a un certo punto però si stanca e desidera tornare sulla terra, che avviene facendo un salto indietro nel tempo e tornando bambino; si lascia cullare nelle onde del mare finché non incontra lo spirito della madre che lo mette sulla testa della donna incinta, che comincia a stare male e a vomitare; infine, si infila nella pancia della donna e rinasce. Per altri il bambino è come una pianta, che prende vita dallo sperma come se fosse un seme e cresce nella pancia della madre nutrendosi del suo sangue; per altri ancora è la parola che ha un potere fecondante, ma solo quella buona, quella che dall’orecchio (considerato un secondo sesso femminile) arriva direttamente all’utero, che produce l’umidità necessaria alla procreazione; per altri ancora certi antenati possono produrre bambini attraverso piccole escrescenze ossee trovate nelle sue ossa. Non è un processo di rinascita come quello induista, ma una sorta di legame tra antenati e neonati che rappresenta la continuità, mentre nel primo caso è l’anima dell’individuo a trasmigrare dopo la morte in un altro corpo.
La nascita di una coppia di gemelli è considerata ovunque un evento eccezionale, che può avere valenza positiva o negativa. È positiva per i dogon, che lo rimandano al tempo in cui tutti gli esseri nascevano in coppia: perciò i due bimbi, che sono come toccati da un genio, hanno un valore superiore agli altri; in Uganda, i genitori di gemelli avevano il potere di far crescere con maggior vigore le piante di banano; nel Togo questo tipo di parto è di ottimo auspicio e offrono noci di cola a statuette raffiguranti gli spiriti gemello. È negativa invece per i bassari, che in passato ne sopprimevano uno; nel Congo vengono chiamati "i bambini dell’infelicità"; in Zambia e in Congo appartengono al mondo animale e sono oggetto di avversione.
Tutto ciò è teso a fornire un senso all’esistenza umana, al ciclo che si perpetua, con un legame tra nascita e morte, sottolineate entrambe da eventi rituali: spiegare una nascita significa mettere in luce una concezione del mondo tesa a spiegare il mistero della vita.
La tecnologia e la conoscenza medica hanno reso possibile la manipolazione dell’evento naturale e la separazione la procreazione dalla sessualità: utero in affitto, fecondazione artificiale… Tali pratiche sono oggetto di discussione perché rimettono in gioco l’ordine generale, la concezione della vita, stravolgendo il mondo precedente.
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Autore:
Elisabetta Pintus
[Visita la sua tesi: "L'individuazione di nuovi segmenti turistici: ''il turismo danzante''"]
- Università: Università degli Studi di Cagliari
- Facoltà: Economia
- Esame: Demoetnoantropologia - A.A. 2010/2011
- Docente: Felice Tiragallo e Tatiana Cossu
- Titolo del libro: Il primo libro di antropologia
- Autore del libro: Marco Aime
- Editore: Einaudi
- Anno pubblicazione: 2008
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