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L’etnia rivisitata


Fino agli anni Sessanta i gruppi etnici venivano definiti sulla base di dati ascritti (origine comune, lingua comune, territorio), senza tenere in conto come gli individui stessi si percepissero in relazione a quel gruppo. Il gruppo etnico è stato presentato come un gruppo chiuso, discendente da un antenato comune e avente un’origine comune che possiede una cultura omogenea e che parka una stessa lingua, senza però studiarne veramente l’etnia. La tribù è un’unità sociale i cui membri affermano di formare un’unità sociale, il gruppo a cui determinati individui pensano di appartenere esiste nel momento in cui quegli individui pensano che esista. Un’etnia o  una tribù sono un insieme di individui, i quali condividono o pensano di condividere una serie di elementi come lingua, religione, tradizioni, assimilabili al termine "cultura". Ma anche la cultura e la lingua non sono criteri infallibili per l’identificazione tribale, poiché sono suscettibili di gradi e sfumature mentre la concezione tribale tende a una cristallizzazione più netta: si è o no parte della tribù. Non è sulla base di valutazioni e attribuzioni esterne che va definito un gruppo, un individuo agisce come intestatario di vari ruoli e li porta tutti su di sé anche quando uno di questi si trova ad essere determinante. Occorre quindi osservare la funzione e l’azione in relazione al contesto sociale. L’etnia è soprattutto una categoria di appartenenza la cui permanenza dipende dalla definizione di un confine che ribadisce la differenza culturale nei confronti degli altri gruppi, è un elemento circostanziale, suscettibile di variazioni nel tempo. La purezza originaria è un mito, ogni società umana ha inglobato o ceduto elementi culturali. Anche il meticciato è stata la condizione originaria, non il prodotto di scambi.
Per Cohen invece l’etnicità è una questione di grado, caratterizzata da una forte dinamicità e legata al comportamento degli individui. I gruppi etnici sono quindi gruppi d’interesse, e i loro confini coincidono con quelli degli interessi stessi, suscettibili di mutazioni.

Tratto da IL PRIMO LIBRO DI ANTROPOLOGIA di Elisabetta Pintus
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