D I R I T T O
T R I B U T A R I O
Appunti di Sara Ghilardi
Università degli Studi di Pisa
Facoltà: Economia e Management
Corso di Laurea in Economia
Esame: Diritto Tributario
Docente: Prof.ssa Bellé
A.A. 2021/2022
T e s i
o n l i n e
A P P U N T I
T e s i o n l i n eDiritto tributario
Che cos’è il diritto tributario?
Il diritto tributario è un materia di rilevanza sociale, economica e politica notevole. Il diritto
tributario è spesso la leva e la motivazione di quasi tutte scelte politiche e sociali attuate
dai governi di tutti i paesi civili e non autoritari. Quasi tutta la nostra politica economica e
sociale deve fare i conti con le ENTRATE e deve pensare alla tassazione che è sottesa al
vivere sociale ed economico al quale tutti partecipiamo.
Entrate di natura:
- privatistica quando lo stato si comporta come un privato (affitti, partecipazioni in
aziende …)
- pubblicistica (tributi, somme delle sanzioni amministrative…)
Non è un caso che nel nostro paese ci siano molti artigiani perché la legislaslazione
fiscale del nostro paese ha favorito quella attività lavorativa. Dopo il 2003, con il Governo
Monti, si è favorita l’impresa, invece. Quindi per comprendere come si muove un Paese
dobbiamo comprendere le SCELTE DI POLITICA FISCALE adottate. Le politiche fiscali
hanno favorito la costruzione degli immobili e, questi, costituiscono le entrate più grandi
degli enti locali e dello stato. Perciò la conoscenza del diritto tributario ci serve da
cittadini per capire che, senza un tipo di GETTITO e di entrate, non si farebbero certe
scelte (perché un certo tipo di agevolazione è possibile o meno, ecc). Capire COME si
muove e PERCHE’ si muove UN GOVERNO CON I PROPRI SCOPI ED OBIETTIVI.
Quindi, prima ancora di trattare il diritto tributario come il generatore di
un’OBBLIGAZIONE DI TIPO PUBBLICISTICO, dobbiamo capire che tale diritto è la
ragione che condiziona le scelte economiche, politiche e sociali del nostro Paese.
Dal punto di vista giuridico il diritto tributario è una materia che viene sempre ascritta al
diritto pubblico /amministrativo ma in realtà è molto più articolata. Nasce dallo studio dei
tributi e quindi può essere intesa come una derivazione del diritto finanziario. In verità lo
studio tende, non tanto a comprendere il sistema fiscale in quanto tale (inteso cioè come
la distribuzione e le varie tipologie della tassazione) quanto sullo studio del RAPPORTO
GIURIDICO DI IMPOSTA. Si definisce rapporto giuridico perché una parte del rapporto è
costituita dalla presenza della PA (in realtà il rapporto giuridico di imposta è molto più
complesso e articolato di un procedimento amministrativo perché alla base c’è
l’OBBLIGAZIONE TRIBUTARIA). Per obbligazione tributaria si intende quel tipo di
obbligazione che sorge tra STATO/Amministrazione e CITTADINO ed è un’obbligazione
che unisce indissolubilmente questi tre soggetti. Alla base di ogni pagamento, infatti, c’è
un’obbligazione tributaria e in questo senso il diritto tributario è diritto civile dove il
creditore è un soggetto di diritto pubblico. Il credito è tipicamente civilistico ma, in questo
caso, è collocato in ambito amministrativo.
Il SISTEMA TRIBUTARIO, invece, è un sistema di tributi, ovvero l’insieme dei tributi che
in un Paese gravano sui propri cittadini residenti ma anche sui soggetti che
occasionalmente si trovano ad operare in un determinato territorio nazionale. Possiamo
quindi distinguere:
di 1 135• ➢ Tributi diretti; che colpiscono direttamente l’indice di capacità economici del
soggetto. Ad esempio l’Irpef e l’Ires si applicano direttamente sul reddito:
1. Reddito Da lavoro
2. Reddito entrata. Ciò che occasionalmente e a volte senza volerlo entra nella sfera
giuridica di una persona (vincita alla lotteria …) QUESTO HA SCELTO IL NOSTRO
ORDINAMENTO (TUIR tassa il reddito nella sua accezione più ampia, qualsiasi cosa
capace di generare ricchezza)
3. Sui consumi
4. Sul patrimonio; le imposte sul patrimonio colpiscono il patrimonio mobiliare e
immobiliare solo per il fatto di possederlo.
• ➢ Tributi indiretti; Colpiscono la ricchezza di un soggetto attraverso forme
indirette. Quando la ricchezza si manifesta non per sé stessa ma agisce ad esempio
l’IVA (io manifesto questa ricchezza attraverso degli acquisti).
Il sistema tributario è l’insieme di questi tributi ma non in tutti i Paesi si struttura allo
stesso modo. L’Italia, ad esempio, ha un sistema fiscale che si improvvisa e cambia
sulla base dei Governi che si susseguono ormai da 60 anni. Così si è creato un
SISTEMA STRATIFICATO così che lo stesso bene viene tassato più volte a seconda
del periodo in cui viene considerato come indice di capacità contributiva. Secondo
l’orientamento della docente, la situazione italiana non deve necessariamente essere
così: potrebbe essere ricostruito da capo e con il minimo sforzo. Il nostro sistema
tributario si compone in realtà di un numero importante di tributi, la maggior parte dei
quali non sono neppure concretamente e consapevolmente percepiti dal
contribuente.
Ovviamente, il sistema tributario, cerca nella ricchezza, il tributo sottintende
sempre una forma di ricchezza sulla quale incidere quindi questa capacità di
contribuire in senso lato di cui abbiamo parlato ieri, a prescindere dal fatto che se
ne abbia in cambio direttamente un servizio o un bene, sottintende che chi è
chiamato a contribuire debba avere una ricchezza da mettere a disposizione.
Questa ricchezza viene in qualche modo colpita quando si manifesta secondo
diverse modalità e la più significativa è il reddito.
IL REDDITO
La ricchezza più significativa è il reddito non perché sia quella che più incide sulla
vita di tutti i noi ma sicuramente perché il reddito è il presupposto dell’imposta che
più condiziona e determina il nostro sistema.
Nel passato, quando i consumi erano diversi da quelli attuali, ha rappresentato
sicuramente anche la fonte più significativa del gettito italiano e ancora oggi in
parte la rappresenta anche se progressivamente negli anni sempre meno, ma
comunque e a prescindere da come andrà, il reddito resta l’elemento centrale della
forma di
tassazione più importante sulla quale viene costruito il sistema e quando diciamo
sistema intendiamo non il sistema dei tributi ma sistema di attuazione, di
applicazione del tributo, del prelievo, quindi quello che è il sistema di
accertamento, riscossione, sanzionatorio.
Quindi tutto il nostro sistema legislativo, quella giuridizione di cui parlavamo ieri, è
pensata avendo presente soprattutto la tassazione sul reddito.
Il reddito non è una nozione giuridica ma è ancora una volta una nozione che si
esprime attraverso un elaborazione che è tipicamente economica.
Fin da subito diciamo che ci sono diverse modalità di interpretare il reddito perché
il reddito non è un concetto univoco.
Abbiamo la nozione di reddito consumo, nozione di reddito prodotto e nozione di
reddito entrata.
di 2 135Tutte e 3 queste nozioni sono valide ma storicamente e politicamente si possono
scegliere diversamente quindi alla fine ciò che entra effettivamente in una
tassazione
sul reddito non è frutto di una nozione univoca e stringente di reddito ma è frutto di
una scelta economica e politica.
Ecco cosa rappresentano queste 3 diverse nozioni di reddito:
1. Reddito consumo -> considera reddito tutta la ricchezza che viene in qualsiasi
modo guadagnata o realizzata, quindi anche fortuitamente, fortunosamente e viene
poi utilizzata al momento in cui si decide di consumarla.
Quindi il reddito, a prescindere da quanto se ne è realizzato, costituito a monte,
rileva nel momento in cui lo andiamo a consumare
Nozione più ampia in quanto mi disinteresso completamente da come tu realizzi la
tua disponibilità, al limite anche un furto, non mi importa e guardo quale redditività
riveli nel momento in cui consumi. Quindi per me sei un contribuente A-B-C-D-E in
base ai tuoi consumi.
2. Reddito prodotto -> è la nozione più stringente di reddito, quella più riduttiva.
E’ reddito soltanto ciò che è frutto di un lavoro o di un investimento. Quindi per
esempio una vincita alla lotteria non genera reddito perché non c’è dietro nessuna
attività produttiva in senso stretto.
Nel reddito prodotto a me non interessa cosa farai tu dopo del tuo reddito ma io
considero che sia etico tassare soltanto ciò che è frutto di un’attività produttiva
quindi il lavoro sia esso lavoro dipendente o lavoro autonomo, le attività
imprenditoriali e anche tutte le attività speculative che sono fondate però su un
organizzazione e quindi non sono frutto dell’occasionalità.
3. Reddito entrata -> La nozione di reddito entrata, come la nozione di reddito
consumato vuole essere onnicomprensiva però guarda al fenomeno economico
non al momento dell’uscita ma nel momento dell’entrata quindi per me è reddito
tutto ciò che entra nella sfera patrimoniale di un determinato soggetto.
Dunque è reddito entrata il lavoro, la produzione, il reddito di impresa, le
speculazioni finanziarie ma anche ciò che capita per caso cioè per esempio una
plusvalenza realizzata per un fatto fortuito così con una vincita alla lotteria.
Questa terza nozione è la nozione più ampia ed è la nozione recepita dal nostro
testo unico.
Quindi quando studieremo la nostra tassazione sul reddito, scopriremo che in Italia
è fondata sulla nozione di reddito entrata, per cui in un modo o nell’altro tutto ciò
compreso subisce una tassazione perché si considera che tutto ciò che entra nella
sfera patrimoniale di un soggetto debba essere tassato poi non tutto viene tassato
nello stesso modo, c’è una graduazione e ci sono sistemi di tassazione diversa ma
la nozione di reddito è quella più ampia.
Negli anni 50 e ancora prima, parliamo di quasi un secolo fa, il nostro legislatore
aveva optato invece per una scelta più restrittiva e quindi pensava solo al reddito
come ciò che è frutto del lavoro o della produzione industriale o imprenditoriale.
Anche banalmente ragionando su questi criteri, si può condizionare fortemente la
pressione fiscale di un paese in un modo piuttosto che in un altro, anche perché
come vedremo, questo reddito quando viene consumato viene ritassato.
di 3 135IL PATRIMONIO
Il secondo elemento che è oggetto della tassazione oltre che il reddito è il
patrimonio.
Quindi la ricchezza che vanno cercando i tributi che sono inseriti in un sistema
tributario, colpiscono fondamentalmente appunto il reddito che si esprime nelle 3
forme che abbiamo detto e ogni legislatore opta per una forma o per un’altra e il
patrimonio
Imposta:rappresenta la forma della maggior parte dei tributi. Ciò che caratterizza
l’imposta è il suo presupposto di fatto alla base del quale non esiste alcuna specifica
attività dell’ente pubblico, è un presupposto esterno rispetto al rapporto soggetto passivo-
ente. È dovuta in ragione della capacità di ognuno di contribuire alla spesa pubblica, vista
tradizionalmente nella produzione di un reddito nella disponibilità di un certo
patrimonio.Il presupposto dell’imposta, quindi, non prevede un ritorno da parte dell’ente
pubblico, questo non è chiamato a fornire in cambio alcun servizio o attività specifica, per
questo l’imposta è riconducibile al principio del sacrificio. Ha una funzione solidaristica,
è vista come un’obbligazione di riparto della spesa pubblica.
Tassa:ha come presupposto un’attività pubblica, l’erogazione di un pubblico
servizio ad un soggetto definito.Gli elementi costitutivi sono la domanda di un soggetto
per ottenere un servizio e lo scambio di utilità che si realizza (es.tassa per lo smaltimento
dei rifiuti).A differenza dell’imposta, la tassa è riconducibile al principio del beneficio, si
paga una tassa perché c’è la possibilità di fruire di un servizio pubblico (es. tassa
universitaria, la quale è calibrata sulla disponibilità del singolo mediante modulo Isee, per
cui si intravede in un certo senso anche il principio del sacrificio).Nella tassa la logica è
quindi quella commutativa, il titolo giustificativo del prelievo di questo tributo sta nello
scambio di un servizio pubblico, ad esempio nel caso della funzione giurisdizionale si
paga la tassa giudiziaria relativa a quello specifico provvedimento, oppure nel caso della
tassa per l’occupazione del suolo pubblico per svolgere una determinata attività. La
logica è commutativa, è immanente l’idea della controprestazione, ma non si deve
confondere la tassa con il prezzo o il corrispettivo di quel servizio pubblico: non si paga
in ragione del costo di quel servizio pubblico, non c’è sinallagmaticità tra le due
prestazioni, altrimenti si avrebbe un corrispettivo di diritto privato non pubblico (la Tassa
infatti ha la fonte nella legge, quindi è vincolata agli schemi tipici funzionali del diritto
pubblico, per cui se non si paga una tassa si avrà un prelievo coattivo da parte dell’ente
pubblico, non rimedi privatistici come la risoluzione del contratto).La linea di distinzione
è comunque molto sottile con il corrispettivo di diritto privato, ad esempio riferendoci a
imprese come le poste si paga non una tassa ma un corrispettivo di pubblico servizio: per
distinguerli bisogna riferirsi alla disciplina dell’obbligazione specifica (se si ha un
contratto siamo nel diritto privato, se non c’è siamo nelle tasse di diritto pubblico
contrassegnate da coattività). Questa distinzione assume notevole rilevanza anche
pratica, ad esempio i corrispettivi di diritto privato sono assoggettoettabili ad altre
imposte, come l’Iva, mentre le tasse no.
di 4 135La distinzione tra imposta, tassa o corrispettivo di diritto privato è molto importante e
prescinde un po’ anche dal nome che viene dato dal legislatore ad una certa entrata (sent.
2009 Corte Costituzionale sulla tariffa di igiene ambientale: tariffa faceva pensare ad un
corrispettivo di diritto privato, ma per la Corte la disciplina era quella tipica della tassa).
Ci si deve riferire alla struttura giuridica del prelievo, non al suo nome. Altro
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esempio: il canone Rai, il quale è un’imposta diretta di natura patrimoniale, non un
corrispettivo di diritto privato, il cui presupposto è il semplice possesso o detenzione di
un apparecchio televisivo. Non è quindi un corrispettivo per il servizio televisivo erogato,
perché si può trattare anche di una televisione inutilizzata o rotta, il suo mero possesso
viene visto come manifestazione di capacità a contribuire.
Gli economisti tendono a dividere le spese divisibili da quelle indivisibili per distinguere
tra tassa ed imposta: per le prime si pagano tasse che coprono una parte del costo della
spesa pubblica, per le seconde si pagano imposte, le quali coprono le spese
indivisibili(es. sicurezza pubblica). Questo fa capire meglio il principio del sacrificio che
sta dietro all’imposta. Questa definizione degli economisti non ha un grande valore
giuridico ed è vera fino ad un certo punto, poiché esiste il principio di unicità di casa del
bilancio pubblico, secondo il quale le entrate che riceve lo Stato vanno a coprire le spese
pubbliche, ma non necessariamente un prelievo deve andare a coprire una specifica spesa,
si ha un’unica casa comune.Gli unici tributi che invece derogano a questo aspetto, quindi
sono destinati ad una specifica spesa e non rientrano in un unico calderone, sono i così
detti tributi di scopo, i quali sono tributi locali, non statali, riconducibili agli enti locali,
nei quali la destinazione finanziaria dell’entrata monetaria è parte integrante della
disciplina del tributo, quindi la destinazione ad uno specifico scopo diviene un vincolo
giuridico(es.imposta di soggettoiorno, la quale è finalizzata a realizzare la manutenzione a
fini turistici).
Altra distinzione all’interno delle imposte è quella tra imposte dirette ed indirette,
periodiche e non periodiche, personali e reali.
I: Imposte dirette : e sono quelle che gravano sulla ricchezza nel momento in cui questa
ricchezza esiste, o perché viene prodotta o perché proprio esiste nel patrimonio (es. im
posta sul reddito, che colpisce una manifestazione diretta di ricchezza, cioè la produzione
di reddito; imposte patrimoniali come Imu).
II. Imposte indirette: sono quelle che colpiscono la ricchezza non nella fase genetica ma
in occasione del suo consumo o del trasferimento ad altri (es. Iva, imposta di registro,
imposta ipotecaria e catastali)
1. Imposte periodiche sono commisurate a di indicatori di forza economica riferiti ad un
certo arco temporale, come le imposte sul reddito (IMU, Irpef, imposta sul reddito di
persone fisiche, e Ires, imposta sul reddito di società).Il presupposto è la produzione del
reddito per entrambe, ciò che cambia è l’ambito soggettivo. Queste imposte sono dovute
di 5 135dal contribuente in ragione del reddito prodotto in un arco temporale, il periodo di
imposta, che di regola coincide con l’anno solare.
II. Imposte non periodiche, o imposte d’atto, sono tributi che gravano su manifestazioni
di capacità economica che non sono riferibili ad un arco temporale ma ad un fatto
economico isolato, gravano su atti solenni, come l’imposta di registro (es. Tizio vende a
Caio un appartamento).Qui l’imposta non tiene conto della capacità contributiva che ha
manifestato globalmente il contribuente in un periodo di imposta, conta piuttosto che ci
sia l’atto, il quale rende visibile la ricchezza e sulla sua base viene tassato il fatto
economico.
1. Imposte armonizzate —> Iva e tributi doganali dovevano arrivare ad avere la stesa
disciplina in tutti i paesi altrimenti si sarebbe provocato un fenomeno di concorrenza
sleale. Quindi tributi con disciplina recepita all’esterno a livello di unione Europea
2. Imposte non armonizzate —> quelli per i quali non abbiamo l’obbligo di intervenire
per creare una legislazione omogenea. I diversi paesi sono liberi di stabilire norme diverse
e quindi c’è comunque un interesse ad armonizzare le norme altrimenti certi paesi
sarebbero più convenienti di altri (nell UE)
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1. Imposte personali: sono quelle che colpiscono la ricchezza tenendo conto della
situazione personale nella quale si trova il contribuente, si valorizza la particolare
situazioneincuisitrovailcontribuente.L’impostapersonalepereccelenzaèl’Irpef,la cui base
imponibile viene calcolata tenendo conto della personale situazione del contribuente,
come figli, spese mediche, lavoratori domestici, eventuale mantenimento del coniuge.
(Imposta più evasa per mancanza di controllo)
2. Imposte reali sono quelle che gravano invece sulla ricchezza senza considerare le
condizioni del soggetto chiamato al pagamento, come nel caso dell’Iva (l’Iva che si paga
sul pane è la stessa indipendentemente da chi la compra). Colpiscono la manifestazione di
ricchezza indiretta senza considerare le condizioni personali del soggetto contribuente.
Imposte proporzionali : stessa aliquota calcolata su ogni base imponibile
Imposte progressiva: (in Italia per scaglioni) più aliquote che crescono in base alla crescita
della base imponibile
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I. Tributi di scopo : imposti finalizzati alla realizzazione di un opera o alla prestazione di
un servizio o sono comunque rendicontati in modo che il gettito sia determinato ad uno
scopo preciso
II. Tributi ambientali: si penalizza chi inquina e si premia chi si adopera ad aiutare
l’ambiente
di 6 135Sovrimposte: imposte che si applicano sfruttando la base imponibile di un altro tributo
Addizionali: si appoggiano ad un altra imposta esistente, si calcola dopo che l’ imposta è
stata liquidata e non sulla sua base imponibile (addizionali comunali, regionali…)
La terza entrata è il CONTRIBUTO. È molto raro. Si ha un contributo tutte le volte in cui è
previsto il pagamento di una somma di denaro per opere che nascono per una collettività
e per un numero di soggetti ampi, ma che finiscono per garantire a uno o più soggetti,
ben individuati, un valore aggiunto rispetto ai beni di proprietà.
EX: strada che è destinata a molti e finisce per valorizzare la proprietà immobiliare di un
soggetto che aveva una bella proprietà, ma difficilmente raggiungibile. Dal punto di vista
commerciale il valore era inferiore. Ottengo involontariamente una miglioria specifica o
generica su bene di mia proprietà in ragione di un intervento che non voleva essere fatto
a mio vantaggio, ma a vantaggio della collettività. Per questo pago un contributo che ha
tutti gli effetti come quelli della tassa. È una decisione imposta fondata su un regolamento
di attuazione.
L’ultima entrata sono quelle legate ai MONOPOLI. Il monopolio, se c’è un tributo, è
perché colui che gode dell’entrata perché gestisce il regime di monopolio per l’erogazione
di un servizio, è lo stato o un altro ente pubblico. Lo stato si fa parte attiva nella vendita di
un particolare bene, che è di sua esclusiva competenza, cede il bene, e il prezzo
comprende sia la remunerazione del costo che una somma ulteriore.
EX: monopolio delle sigarette e i monopoli dei giochi (lotto). I monopoli alimentano
un’entrata tributaria.
L’Irpef, imposta sul reddito de!e persone fisiche
Imposta Periodica e personale, progressiva, sul reddito
Chi è soggetto passivo IRPEF?
Persone fisiche residenti nel territorio dello stato (sono fiscalmente residenti i soggetti che
per la maggior parte del anno risultano iscritti presso l’anagrafe di uno dei comuni dello
stato) ; chi si trasferisce in un paradiso fiscale (Paese che offre delle aliquote e forme di
tassazione più basse, oppure un paese che non consente ad altri paesi di fare degli
accertamenti e delle verifiche) e non dimostra di aver trasferito la loro vita privata ed
economica nella nuova residenza è ancora redente in Italia ai fini IRPEF .
Chi è residente nel nostro stato ai fini Irpef è obbligato a dichiarare redditi ovunque
prodotti sommandoli ai redditi prodotti in Italia —> PRINCIPIO DI MONDIALITA’
Si affianca per i non residenti il PRINCIPIO DELLA TERRITORIALITA’ —-> VUOLE CHE SI
DICHIARI anche NEL PAESE IN CUI SI REALIZZA IL REDDITO PRODOTTO (chi non è
residenti ma svolge un attività nel territorio dello stato e chi produce reddito prodotto in
forma associata ai sensi dell’art. 5)
Si crea il rischio di una doppia tassazione, quindi grazie alle convenzioni contro la doppia
tassazione economica con il CREDITO D’IMPOSTA si consente di cumulare i due redditi e
di 7 135di avere un credito equivalente alla quota del reddito non prodotto in Italia. Art 165 TUIR
(si detrae dal calcolo dell imposta).
- società di persone (vengono tassati i soci)
- Associazioni professionali
- Impresa familiare ( presunzione legale: ai fini fiscali il 51% del reddito prodotto è
imputato necessariamente all’imprenditori e il resto ai collaboratori, per evitare di
eludere la progressività dell’imposta ed avere lo stesso reddito in testa a più persone
art 5 TUIR)
Soggetti passivi Irpef,
art.2 Tuir: persone fisiche residenti e non nel territorio dello stato. La residenza ai
fini fiscali è diversa da quella civilistica, quella fiscale è individuata al’art.2 Tuir: si
considerano residenti le persone che per la maggior parte del periodo di imposta
sono iscritte nelle anagrafi della popolazione residente o hanno nel territorio
dello stato domicilio o residenza ai sensi del Codice civile– tre criteri alternativi
uniti all’elemento temporale. Nel co.2bis si dice che sono altresì residenti i
cittadini italiani cancellati dalle anagrafi e trasferiti in stati o territori diversi da
quelli individuati nel decreto ministro dell’economia e delle finanze, cioè territorio
a fiscalità privilegiata. Questa è una presunzione legale relativa per questi
soggetti che vanno a trasferirsi in stati a fiscalità privilegiata. Questa norma è
stata introdotta per scoraggiare fenomeni elusivi, avendo un’inversione
dell’onere della prova dato che, quando la residenza viene spostata in uno di
questi paesi, l’a.f. considera automaticamente quel soggetto sempre residente
fiscalmente in Italia, con tutto ciò che questo comporta (vedere tassati in Italia i
redditi ovunque prodotti– principio della mondialità). Questa presunzione,
quindi, serve per scoraggiare fenomeni elusivi. Ovviamente è una presunzione
legale relativa, spetterà quindi al contribuente di mostrare che egli ha
effettivamente spostato anche il proprio domicilio civilistico o la propria
residenza civilistica in quel paese.
L’irpef contempla 6 diverse categorie di reddito:
1. Reddito fondiario: redditi dei terreni, agrari e di fabbricati/fondi
Si determina attraverso il Sistema catastale
Catasto: registro pubblico in cui tutti i beni immobili che esistono in un territorio comunale
sono registrati attraverso un numero che si chiama “Particella”, gli viene attribuito un
valore medio ordinario “rendita” e tanto più lontano è stato determinato tanto più il valore
si discosta dal valore Venale [il mercato immobiliare si muove nel tempo e il valore dei
fondi varia nel tempo, e se qualcuno non fa una revisione catastale i valori rimangono a
quello della rendita].
I terreni possono fornire un reddito da terreno e agrario (se coltivato) se si effettua attività
di allevamento/agraria effettuata sul terreno, si trasformano in reddito d’impresa se si
supera una certa soglia. Quindi conviene avere una rendita media ordinaria e non
superare la soglia cosi che questo reddito in più non viene tassato.
2. Reddito di capitale : Redditi che derivano dalle attività di investimento
finanziario; sono sottoposti ad un imposizione di tipo sostitutivo, si mette nel calcolo
di 8 135dell’Irpef ma poi viene tolta perché sono assoggettati con imposta sostituiva che è
proporzionale (deroga alla progressività dell Irpef)
3.Reddito da lavoro : il reddito da lavoro dipendente è il più tassato, che
comprende anche i premi, ferie, tfr… ;
4. Redditi da attività illecite, che verranno fuori in fase di accertamento
Nella dichiarazione dei redditi si va a dichiarare il reddito complessivo lordo al quale si
effettuano le deduzioni (somme corrisposte ai figli, coniuge, spese mediche…) per poter
determinare il reddito effettivo netto sul quale calcolare lo scaglione di aliquota.
Queso consente di trovare l’imposta lorda sulla quale togliere le detrazioni (bonus, spese
sanitarie…)
L’Ires, imposta sul reddito de!e società
La tassazione dell’impresa non è omogenea nel nostro sistema, con un aliquota
proporzionale del 24% e un problema di doppia tassazione economica poiché la
determinazione della base imponibile è tesa a far pagare l’imposta anche in sede di
distribuzione degli utili (reddito di capitale).
Nel momento in cui la ricchezza creata dalla società passa ai soci sarà richiamato a
tassazione una volta distribuito come quota parte del soggetto che lo percepisce come
dividendo (utile di partecipazione). Questo sistema è in parte mitigato anche se non esiste
un divieto alla doppia tassazione, ma altrimenti le persone non investirebbero in società,
allora il sistema propone delle soluzioni che in alcuni casi escludono quasi totalmente la
tassazione. Bisogna distinguere in tre diverse categorie con diversa tassazione:
I. Se a ricevere il dividendo è un altro soggetto passivo ires abbiamo una detessazione
al 95% PEX (Partecipation Exemption), non al 100% poiché il soggetto (società di
capitali) sostiene dei costi per quella sua partecipazione in questa società. Incentivare
l’investimento produttivo
II. Se a percepire questo utile è una persona fisica la detessazione è di 58,14% e poi il
dividendo viene tassato al 26% (cedola fissa, imposta sostitutiva del Irpef).
III. Se l’utile deriva da uno società ubicata in un paradiso fiscale l’aliquota è progressiva
(aliquote più alte per imponibile più alto).
Chi sono i soggetti passivi IRES? Art. 73
a. Società di capitali (spa, sas, sapa) a patto che siano residenti sul territorio dello stato
b. Enti pubblici o privati, trust purchè abbiano per oggetto esclusivo o principale
l’esercizio di attività commerciale e siano residenti nello stato
c. Enti non commerciali (associazioni no profit, onlus…) e trust che non hanno come
oggetto principale l’attività commerciale
d. Società ed enti di ogni tipo non residenti nel territorio dello stato con o senza
personalità giuridica (al posto del Irpef pagano ires)
di 9 135Come si determina la base imponibile?
- Enti commerciali : l’unica categoria di reddito è il reddito d’impresa
- Enti non commerciali: come con le persone fisiche, ogni componente reddituale
concorre alla formazione della base imponibile
Soggetti residenti : chi ha la sede legale o amministrativa, chi svolge di fatto la propria
attività nel territorio dello stato
Soggetti non residenti: non hanno sede nel territorio dello stato
Esiste il rischio di cambiare residenza per avere tassazione minore quindi diverse aziende
hanno delocalizzato la propria sede in paesi con regime di tassazione minore
(Esterovestizione).
Per questo l’art 73 -5 bis prevede:
Salvo prova contraria si considera esistente nel territorio dello stato la sede
amministrativa di società ed enti che detengono partecipazioni di controllo (50% + 1) nei
soggetti di cui alla lettera a e b del art.73 (società di capitali o ente commerciale) o sono
anche controllati direttamente o indirettamente da soggetti residenti nel territorio dello
stato o hanno un consiglio di amministrazione prevalentemente composto da soggetti
residenti nel territorio dello stato. —> questo soggetti sono soggetti a tassazione italiana
Stabile organizzazione: operano in Italia con una sede fissa di affari per il mezzo della
quale l’impresa non residente esercita in parte o totalmente la propria attività nello stato.
Utilizzata per cercare di attrarre le attività commerciali che si svolgono in rete, quindi chi
ha una presenza economica significativa e continuativa nel territorio dello stato costruita
in modo tale da non fare risultare una consistenza fisica nel territorio dello stesso è
soggetto a tassazione per la quota parte di reddito realizzata nel nostro paese per il
principio della territorialità.
Trust: è un istituto di origine anglosassone che realizza una dinamica contrattuale non tra
due soggetti:
Il disponente destina uno dei suoi beni al beneficiario in attesa che la condizione si
verifichi (il bene non è più di proprietà del disponente ma non glielo trasferisce
immediatamente, viene gestito da un amministratore nel frattempo)
Potrebbe essere un modo per eludere la tassazione perché il bene non è di proprietà di
nessuno finché non è stato emanato l’art 73 (chi aveva non ha più, chi riceve lo avrà poi,
chi gestisce non avrà mai).
Come si determina il reddito d’impresa?
Dal punto di vista fiscale l’imprenditore è colui che svolge un attività organizzata in forma
di impresa, e chi eccede i limiti stabiliti dall’art 29 del cc (vedi redditi agrari) anche se non
organizzate in forma d'impresa
Unica grande macro categoria di reddito —> reddito d’impresa
di 10 135Si parte dal risultato economico di bilancio ma questo è discutibile poiché non coincide
con quello determinato fiscalmente
(Ciò che fiscalmente è storico civilisticamente è prudente per questo non coincide)
Principio di competenza
Non si guarda la cassa ma la competenza
Principio di inerenza
Gli elementi negativi rilevano solo se correlati all’esercizio di produzione e scambio
Principio di breve imputazione
Nessun costo è rilevabile se non è transitato dal conto profitti e perdite
Principio obiettiva certezza
Le componenti negativi devono essere certi, realizzati altrimenti non possono essere
indicati
di 11 135