L’organizzazione Costituzionale in Italia
La forma di governo italiana, è una forma di governo parlamentare a debole razionalizzazione, che prevede solo alcuni interventi del diritto costituzionale che interessano la stabilità del rapporto di fiducia. Questa razionalizzazione è diretta a garantire la stabilità del Governo, senza che sia utilizzata la così detta mozione di sfiducia, cioè l’atto con cui il Parlamento interrompe il rapporto di fiducia con il Governo, obbligandolo alle dimissioni. Essa deve essere motivata e votata per appello nominale. Contraria a quest’ultima è la mozione di fiducia, cioè l’atto con cui il Governo riceve la fiducia del Parlamento; il primo entro dieci gg dalla sua formazione si deve presentare davanti alle camere per ottenere la fiducia, che è accettata o respinta sempre con appello nominale e mozione motivata.
All’interno del nostro paese inizialmente si diffusero due forme di partiti, il partito comunista e la DC, essi traevano spunto rispettivamente dall’URSS e dalla chiesa, successivamente si crearono nuovi movimenti che portarono alla nascita del partito socialista e la destra neofascista, questa era la prima fase del multipartitismo esasperato caratterizzato da molti partiti che erano in forte contrasto ideologico tra loro.
Poi alla nascita di questi partiti la maggioranza politica, non esisteva più realmente perché quell’aritmetica era suddivisa tra i diversi partiti e quindi un solo partito se pur forte, non poteva garantire la stabilità politica e quindi la piena fiducia del Parlamento nei confronti del Governo. In un contesto multipartitismo in Italia si diffusero le coalizioni, tra partiti di simili ideologie, da qui in poi si parla, infatti, di Governo di coalizione in paesi come il nostro, mentre di Governi monocolore in paesi come l’USA in cui esistono solo due grandi partiti in cui si elegge prima al loro interno il candidato e poi tutti insieme si sostiene anche se precedentemente si spingeva alla nomina di un altro segretario di partito.
La formazione delle coalizioni, in Italia è suddivisa in due tipologie, la prima detta coalizione annunciata davanti al corpo elettorale, e la seconda detta coalizione formata in sede parlamentare. Nel primo caso i parti si coalizzano precedentemente alle elezioni, e il candidato successivamente se eletto diventa Primo ministro, qui abbiamo una stabilità maggiore anche perché durante il mandato si persegue il programma precedentemente stabilito e quindi approvato dai partiti facenti parte la coalizione. Nel secondo caso invece, gli accordi tra i partiti nascono successivamente alle elezioni, quindi la stabilità è inferiore perché tutti vorranno fare i propri interessi e quelli favorevoli al partito; in questo caso l’elettore non sceglie né la maggioranza né il Primo ministro.
Ogni governo ha bisogno della fiducia del parlamento per poter governare, in mancanza di essa ci si trova in una crisi di governo; in questo caso si parlerà di crisi parlamentare e il governo è obbligato a presentare le proprie dimissioni al capo dello stato. Esistono però, altri motivi per cui ci si può trovare in una crisi di governo, in questi casi che possono essere determinati dalle dimissioni volontarie del governo o del solo presidente del consiglio che possono essere ispirate da una crisi all’interno della maggioranza o da problemi del premier, si parlerà di crisi extraparlamentare. In questo caso la difficoltà è di far conoscere ai cittadini il motivo e quindi la responsabilità, per cui il governo deve presentarsi davanti a una delle due camere per esporre le motivazioni.
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Autore:
Marco D'Andrea
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- Facoltà: Economia
- Corso: Economia e Finanza
- Esame: Istituzioni di diritto pubblico
- Docente: M. Zuppetta
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