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Fonti di origine interstatuale



Sono norme unionali interstatuali, le quali comprendono:
A) convenzioni + trattati = accordi internazionali che vengono stipulati dagli stati e che si distinguono per uno aspetto sostanzialmente contenutistico, per la differenza tra una convenzione internazionale e un trattato internazionale è che i trattati sono delle intese fra stati sovrano ma anche le convenzioni, solo che i trattati pur se sottoscritti per altri scopi, contengono norme vincolanti per  gli stati aderenti e quindi per i loro cittadini anche in materie e i suoi aspetti che hanno incidenza e conseguenza sugli scambi commerciali.

Per esempio il trattato dell’EU, che non è un trattato che  è stato fatto in materia di diritto commerciale internazionale, istituisce l’UE, gli organi europei ecc... cioè ha un contenuto molto ampio. all’interno di questo tratto che quindi è stato stipulato per altri scopi ci possono essere delle norme che riguardano gli scambi commerciali internazionali. Quindi anche se i destinatari di questi trattati sono gli stati, indirettamente ne deriva un obbligo, derivano delle norme per i cittadini di questi stati. Questi trattati possono essere bilaterali, multilaterali ed essi stessi possono avere ad oggetto delle norme di conflitto uniformi ovvero norme di diritto internazionale privato e materiale cioè quelle norme di conflitto o quelle che regolavano direttamente la disciplina invece che essere contenute all’interno di una legge nazionale possono essere l’oggetto di un trattato stipulato fra più stati. Quindi le norme di diritto internazionale privato le può stabilire uno stato, l’UE ma anche tanti stati che stipulano un tratto fra di loro.

Un esempio è la convenzione dell’AIA del 1955 sulle vendite internazionali di beni mobili. Quindi gli stati possono fare commercio internazionale o attraverso dei trattati i quali non sono di solito mirati a regolare questa materia ma puntano altro (Come per esempio il trattato dell’unione europea), ma all’interno ci possono essere norme in materia di diritto commerciale internazionale. I trattai possono essere anche in materia di diritto internazionale privato, di conflict law o di diritto internazionale privato materiale. Diverso invece è lo scopo della convenzione che invece è mirata, circoscritta a dei specifici argomenti e non a temi di ampia portata come sono i trattati. Quindi la convenzione può servire a definire criteri di collegamento comuni, condivisi per individuare la legge nazionale applicabile per esempio a contratti tra parti situati in diversi paesi. Queste convenzioni possono avere più oggetti come individuare delle regole che per esempio disciplinano una specifica operazione negoziale.
Quando si tratta della vendita internazionale di beni mobili c’è per esempio la convenzione di Vienna del 1980: CISG. Quindi tutti quelli che hanno sottoscritto questa convenzione quando vanno a occuparsi di vendita internazionale di beni mobili, sottostanno tutti quanti alle stesse regole. Oppure in materia di efficacia delle sentenze degli atti di stranieri, come la convenzione di Apostille (1985) : se si vuole utilizzare una procura o un documento formato in uno stato straniero non è automaticamente utilizzabile in uno stato, deve passare attraverso dei filtri.

Questa convenzione a cui appartengono molti stati del mondo permette se io per esempio ho bisogno di comprare una casa per un cliente, il mio cliente va dal notaio in Florida e fa la procura, quella procura è stata fatta secondo la legge della Florida ma a noi va bene? Per essere sicuro che quella procura è stata fatta con tutti criteri può essere soggetta di Apostille, cioè la firma di colui che ha autenticato la firma di chi firmava la procura, questa firma deve essere a sua volta riautenticata da un autorità certificatrice che cambia da paese a paese. Quindi in qualsiasi lingua sia fatta l’Apostille o il modo in cui arriva, questo permette di: tutti gli stati cioè tutti quelli che aderisco no alla convenzione di Apostille fanno un controllo sui documenti internazionali e sulla loro autenticità alo stesso modo. Quindi se noi abbiamo bisogno di fare l’Apostille su un documento Italia no, andiamo presso la procura della repubblica. Se dobbiamo comprare una casa in Russia non basta andare dal notaio italiano a fare la procura perché l’autorità straniera ci chiederà se sarà appostillata. Quindi faccio la procura notarile, poi però occorre che qualcuno certifichi la sottoscrizione del notaio e questo lo fa l’autorità che appone l’Apostille. Mi deve arrivare il documento con l’autentica del notaio e ci deve essere l’Apostille. La materia è regolata dalla convenzione dell’Aia del 1985.

Quindi le convenzioni possono essere utilizzate in materia di diritto internazionale privato sia in materia di conflict law che in materia di diritto uniforme; in materia per regolare l’efficacia delle sentenze degli atti stranieri (bisogna che siano autenticati, la firma di chi l’ha autenticata affinché noi li possiamo utilizzare deve essere oggetto di Apostille), i documenti devono essere prima apostillati, autenticati, mi deve arrivare una copia autentica che a sua volta è stata postillata e che io posso depositare presso gli atti di un notaio. A questo punto il notaio→normali esecuzioni. Questo procedimento è rapido grazie alla convenzione di Apostille altrimenti per fare questo processo di autenticazione della firma bisogna fare un processo molto complesso che è sottoposto ad una vecchia legge che si chiama legalizzazione: bisogna portarlo presso certi autorità le quali confermano che quella copia che a me arriva è conforme all’originale. Ci vogliono mesi ed è complicato, quindi è per questo che la maggior parte dei paesi, oltre 100 fanno parte della convenzione di Apostille.

B) diritto materiale del WTO = cioè la normativa quadro sugli scambi commerciali. Anche il WTO fa la sua parte, e detta la sua normativa quadro in questa materia.
Nella sua attività i principi fondamentali che lo qualificano cioè quelli che sono i principi fondamentali che costituiscono la normativa quadro degli scambi commerciali internazionali possono essere individuati in tre principi generali, i quali sono a loro volta l’espressione di un principio di base.

Il principio di base che sta a fondamento dell’esistenza del WTO è quello della non discriminazione commerciale. Lo scopo era quello di consentire la liberalizzazione degli scambi e anche di operare alcuna discriminazione commerciale.
Questo principio comporta l’estensione automatica ed incondizionata a tutti i membri del WTO di tre principi:
• clausola della nazione più favorita → fondamentale, qualunque vantaggio concesso a favore di un prodotto proveniente da un dato membro del WTO, si estende automaticamente a quel provenienti dagli altri membri senza ricorrere ad ulteriori negoziazioni o condizioni. È il principio della parità orizzontale (1). Se io riconosco questo trattamento a te lo devo riconoscere poi a tutti. È una clausola che opera in termini multilaterali, incondizionati e questa estensione dei vantaggi avviene in modo mediato, automatico, gratuito e multilaterale. Quindi non va negoziata, avviene automaticamente in modo mediato, gratuito ecc..
• trattamento nazionale→ la cosiddetta parità verticale cioè c’è un principio di parità tributaria che mira ad evitare la discriminazione fra i prodotti stranieri e quelli anche simili di origine nazionale sia dal punto di vista fiscale + dal punto di vista di altre misure legislative interne. Quindi questo principio del trattamento nazionale è un principio di parità tributaria (2).
• protezione doganale esclusiva e divieto di restrizioni quantitative → cioè lo scopo di questo principio è quello di vietare che sulle importazioni o sulle esportazioni vengano previste delle restrizioni di quantità diverse dai dazi doganali. Questo aspetto comprende anche il principio di trasparenza dei dazi (3) che vengono adottati da ciascuno stato membro. Se lo scopo è quello di garantire questa circolazione e di evitare le discriminazioni, questo terzo principio vuole protezione doganale esclusiva e divieto di restrizioni quantitative. I limiti sono in termini di dazi non di quantità.

Questa disciplina del WTO soffre però di un sistema di eccezioni e di deroghe (wavers) che non sono a tempo indeterminato ma hanno la loro scadenza quindi sono limitate temporalmente e sono soggette a un riesame, controllo periodico da parte del WTO. Queste deroghe ed eccezioni sono state inserite perché poiché nell’economia degli scambi internazionali tutti sono partiti alo stesso modo, allo stesso momento. Chi è più avanzato, chi ha recuperato, chi è indietro…situazioni politiche instabili, ex colonie… il livello è diverso quindi è vero che le regole del gioco solo quello Ema possono essere consentite delle deroghe, eccezioni proprio per consentire ai paesi di riallinearsi con altri paesi.
A questo proposito sono orientate delle misure. Queste misure sono:
• La clausola generale di salvaguardia, che rientra nelle deroghe e serve per regolare eventuali misure statali restrittive svolte a permettere agli operatori nazionali di recuperare la competitività rispetto agli operatori esteri. Soprattutto questo si fa quando un prodotto sia importante in quantità talmente massicce da pregiudicare i prodotti locali, quindi in questo caso si può notificare al   WTO, la clausola di salvaguardia che viene invocata per permettere agli operatori nazionali di non subire un pregiudizio e di proteggersi rispetto a queste importazioni di massa. Magari non riesco  a produrre in quantità massicce perché la produzione è costosa, quindi per mantenere la competitività, la vita stessa di questi operatori nazionali si attiva questa clausola.

Accanto a questi ci sono sistemi di eccezioni orizzontali e generali. Per esempio la zona di integrazione regionale, possiamo prevedere un regime di libera circolazione di merci e servizi senza dover stendere automaticamente tali regimi a tutti gli stati membri del WTO. Quindi ai sensi di un articolo sempre del trattato istitutivo dell’atto finale del GATT (sia in materia di GATT e GATS) si possono creare queste zone regionali. Quindi c’è questo principio di non discriminazione:  tutti trattati allo stesso modo però ci possono essere degli accordi per cui delle condizioni migliori possono essere applicate ad un gruppo (per esempio tutti i paesi dl nord Africa), quindi non estenderlo a livello mondiale ma solo regionale.
Si possono creare delle zone in cui ci sono dei trattamenti anche a livello doganale, di dazi ecc... che sono più favorevoli all’interno di questo gruppo, ma che non si estendono a tutti gli altri. Non si applica la clausola della nazione più favorita. Per esempio i vantaggi tariffari a vantaggio dei paesi in via di sviluppo. Non ha senso che questi vantaggi tariffati si vestono a tutti gli altri paesi perché se lo scopo è quello di considera a questi di recuperare la competitività è chiaro che cosi non va bene. Oppure per i paesi meno avanzati che sono esentati dal fare concessioni agli atri stati membri e beneficiano di massimi vantaggi tariffari.
Oppure ci possono essere delle eccezioni generali relative per esempio alla tutela delle moralità pubblica, della vita, della salute delle persone, della sicurezza nazionale. Sono queste delle motivazioni come altre, come quella della clausola della salvaguardia che giustificano una disparità di trattamento, giustificata da solide ragioni che trovano il loro fondamento nelle condizioni di disagio temporanee o no. Quindi sparsi all’interno di quello che sono gli atti e gli allegati del WTO troviamo queste deroghe e eccezioni. Queste sono contenute o negli ACP o ACM. Li troviamo sia all’interno degli ACM che sono gli allegati e poi all’interno degli accordi multilaterali solo che per gli ACM vale il principio del single undertaking differenza degli ACP. Quindi non vanno neanche negoziati o devono essere accettati dai vari paesi come succede negli accordi commerciali plurilaterali. Negli accorti multilaterali vale il principio del single undertaking.


Tratto da DIRITTO DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE di Alice Lacey Freeman
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