Sala di Amore e Psiche - Castel Sant'Angelo -
Nella Sala di Amore e Psiche, le decorazioni furono effettuate dal 1545 al 1546. Quindi, si riscontra una contemporaneità di esecuzione con la Sala del Perseo, che non esclude l’impiego alternato delle stesse maestranze, che appaiono identiche e che lavoravano anche nella Paolina.Il soffitto è composto da numerosi pannelli mistilinei (figura geometrica formata da segmenti di retta e da archi di curva), decorati con liocorni araldicamente affrontati, cespi di fiordalisi, cartigli e targhe iscritte col nome di Paolo III, il cui stemma campeggia nel riquadro centrale.I fondi dorati sono finemente dipinti a grottesche con nudi di efebi (giovani al primo gradino dell’arruolamento della leva dell’Antica Grecia, la cui età andava dai diciotto ai vent’anni), putti e donne con liocorno. Il fregio è costituito da nove riquadri rettangolari con le storie di Amore e Psiche alle quali si alternano pannelli a grottesche su fondo d’oro, fiancheggiati da chimere e putti, che reggono festoni di frutta. Negli angoli vi sono altri riquadri a grottesche fra vittorie alate ritte in piedi per tutta l’altezza del fregio.Come nel Perseo, è mutato il rapporto tra le scene di storia, che prendono le proporzioni ridotte di quadri riportati, e gli elementi che le intercalano, che assumono un risalto monumentale. Specialmente le vittorie alate e i putti che si protendono dal finto cornicione sembrano aspirare alla dimensione di bassorilievi in stucco. Ne deriva una sorta di dialettica spaziale tra le scene di storia che tendono a sfondare verso l’orizzonte e le vittorie e i putti, che vengono avanti come in un proscenio.Perino inventa un partito architettonico-illusionistico in cui le decorazioni del soffitto e quelle del fregio concorrono armonicamente all’effetto d’insieme.Si deve aggiungere che le storie di Amore e Psiche sono: due disposte su ciascuna parete breve e tre per parte sulle pareti lunghe. Esse si rifanno al racconto di Apuleio nell’Asino d’oro. Il racconto inizia dalla parete di entrata con il primo riquadro a sinistra, dove, dinanzi ad una grotta, la vecchia serva dei briganti racconta alla fanciulla rapita la leggenda ed indica con la sinistra tesa le pitture che seguono. Nel secondo riquadro, il padre di Psiche interroga l’oracolo di Apollo sul destino della figlia, che appare a destra sotto un baldacchino adorata dalla folla per la sua bellezza, mentre dall’alto, fra le nuvole, la dea Venere indica la scena al figlio, meditando la vendetta. Nel terzo riquadro, Psiche, in obbedienza all’oracolo di Apollo, è condotta dai suoi su un monte solitario in una sorta di corteo nuziale e allo stesso tempo funebre. Nel celetto della finestra, il cui riquadro si inserisce puntualmente nel ritmo della favola, Psiche è ritratta immersa nel sonno presso un tempietto e una fontana, dove era stata portata in volo da Zefiro. Nel riquadro seguente, Psiche è già in compagnia di Amore ad una tavola imbandita tra le ancelle che la servono. La disubbidienza di Psiche, cui era stato proibito di guardare in volto lo sposo, è nel VI riquadro, dove Psiche si china con una lampada accesa su Amore addormentato e tenta di trattenerne lo sposo che vola via. Venere che rimprovera Amore e si lamenta con le dee Giunone e Cerere (divinità della terra e della fertilità) è il soggetto del riquadro seguente, cui segue la punizione di Psiche flagellata dalle ancelle di Venere e sottoposta a prove severe, la prima delle quali è quella di riconoscere e dividere da un gran mucchio confuso ceci, grani d’orzo e semi di papavero. L’ultimo e più difficile prova viene descritta, come la racconta Apuleio, nel penultimo riquadro, dove Psiche, inginocchiata a sinistra, riceve da Venere il vaso che dovrà riempire di un unguento cosmetico, che sarà fornito da Prosperina nell’oltretomba. Vi è una costruzione a forma di torre, da cui si innalzano fiamme, visibili sullo sfondo. Il lieto fine è illustrato nell’ultima scena con il banchetto nuziale. Sono le scene terrestri della favola che trovano maggior spazio nel fregio di Castel Sant’Angelo. Nella Sala del Perseo, si trovano scene naturali, invece nella Sala di Amore e Psiche si ha un paesaggio urbano o di interni. Si deve anche aggiungere che chi nella Sala del Perseo esegue le pitture del soffitto, dipinge le storie di Amore e Psiche e viceversa.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gabriella Galbiati
[Visita la sua tesi: "Logica del tempo in Guglielmo di Ockham e Arthur Norman Prior"]
- Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
- Facoltà: Conservazione dei Beni Culturali
- Esame: Storia dell'arte moderna
- Docente: Maria Calì
- Titolo del libro: Gli affreschi di Paolo III a Castel Sant'Angelo. Progetto ed esecuzione. Catalogo della mostra.
- Autore del libro: Eraldo Gaudioso
- Editore: De Luca
- Anno pubblicazione: 1981
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