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Legge 167 del 1962: un sottoprodotto del dibattito sulla riforma urbanistica


Nonostante l'abolizione della legge generale Sullo, egli riuscì a far passare almeno questa, i quali studi erano stati avviati nel 1951. Rispetto alla legge precedente, questa è una legge di settore che riguarda l'edilizia residenziale pubblica.

I contenuti:
• Inquadramento dell'edilizia economica e popolare nell'ambito di piani inseriti e coordinati in uno strumento comunale di pianificazione urbanistica.
• Facoltà ai comuni di costituirsi di patrimoni di aree da urbanizzare e rivendere ai privati per lo svolgimento di attività edilizia di tipo economico e popolare.
• Possibilità di acquisizione delle aree mediante esproprio attraverso un meccanismo che avrebbe dovuto assicurare una parziale eliminazione delle plusvalenze formatesi in dipendenza dell'espansione delle città e un'azione calmieratrice sul mercato dei suoli.
• Coordinamento e integrazione degli interventi realizzati dagli enti operanti nel settore dell'edilizia economica e popolare, con gli interventi realizzati dai privati, al fine di assicurare la formazione di quartieri socialmente equilibrati.

I piani regolatori generali devono andare a specificare la localizzazione di edilizia residenziale pubblica. Vi è l'adozione di meccanismi di esproprio come nell'altra legge, ma in questo caso, circoscritti al tipo di edilizia residenziale pubblica. Inoltre, i quartieri da realizzare, dovevano essere dotati di piano particolareggiato → PEP (piano di edilizia economica e popolare).

Il meccanismo previsto per l'acquisizione delle aree veniva però dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale, poiché la dissociazione del momento in cui viene determinata l'indennità da quella dell'espropriazione può condurre ad una liquidazione dell'indennità in misura solo simbolica.

Nel 1964 la crisi edilizia è decisiva. La parola d'ordine prevalente è che prima di porre mano alla riforma bisogna tornare alla “normalità”; così si ridà fiato alla speculazione con indiscriminate provvidenze a spese del pubblico erario. La riforma urbanistica esce di scena.

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