Regolamento (CE) N. 178/2002
Un approccio organico, analitico e complessivo al problema della Sicurezza Alimentare atto a fornire una risposta adeguata alle crisi e una corretta informazione al consumatore come ricaduta complessiva sull’intero comparto contribuisce a: razionalizzazione gli interventi da parte delle Autorità Sanitarie, migliorando il rapporto costo beneficio dell’ intervento, traducendosi per le aziende in un ripristino dell’immagine ed in valore aggiunto. L’approccio alla sicurezza sarà di tipo globale (dai campi alla tavola.. Allo stomaco), con la possibilità della
rintracciabilità di prodotti, animali e alimenti, le parti coinvolte verranno responsabilizzate;
le crisi verranno gestite efficientemente mediante analisi del rischio, dialogando comunque
con i consumatori e fiducia.
L’analisi del rischio rappresenta un processo costituito da 3 componenti interconnesse:
- Valutazione del rischio (è un processo su base scientifica costituito dall’individuazione del pericolo, dalla caratterizzazione del pericolo, dalla valutazione dell’esposizione e dalla caratterizzazione del rischio);
- Gestione del rischio (processo che esamina alternative di intervento come le consultazione delle parti, esito valutazione e fattori pertinenti, compiendo adeguate scelte di prevenzione e di controllo);
- Comunicazione del rischio (scambio interattivo nell’arco del processo di analisi del rischio di informazioni e pareri riguardanti pericoli, rischi fattori connessi e percezione tra i responsabili ivi compresi la spiegazione delle scoperte relative alla valutazione ed il fondamento delle decisioni in tema di gestione). la crisi BSE è stata accompagnata da un difetto di comunicazione tra istituzioni, difetto di comunicazione interna (notizia intercettata e non comunicata) e la mancanza di un piano per gestire la crisi comunicativa.
L’analisi del rischio è quindi un approccio metodologico ai problemi di sanità pubblica, basato sulla separazione tra chi valuta e chi gestisce il rischio, sulla trasparenza nelle valutazioni e decisioni, elaborate su fondamento scientifico, nonché sulla interazione e comunicazione e le parti interessate.
La valutazione quantitativa del rischio chimico da sostanze presenti nei mangimi
Viene valutata l’esposizione a basse dosi di sostanze multiple attraverso le diverse fasi della filiera produttiva, le potenziali interazioni fra xeno biotici e sostanze bioattive presenti negli alimenti. I recenti allarmi in Italia sono rappresentati dai PCB a Brescia, le Diossine a Caserta, mentre a livello Europeo i metil-Hg nei mangimi per salmonidi.
Accanto all’articolo Reg. 178/2002 possiamo trovare:
- Reg. 852/2004 (Nuovo regime relativo all’igiene dei prodotti alimentari)
- Reg. 853/2004 (Regole specifiche d’igiene applicabili ai prodotti alimentari di origine animale)
- Reg. 854/2004 (Controlli ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al consumo da parte dell’uomo)
- Reg. 882/2004 (Controlli ufficiali dei mangimi e degli alimenti)
- Direttiva 2002/99 CE (Regole di polizia sanitaria che regolamentano la produzione, la trasformazione, la distribuzione dei prodotti d’origine animale destinati al consumo da parte dell’uomo)
Altri regolamenti da notare sono:
- Reg. 2073/2005 (criteri microbiologici applicabili ai prodotti alimentari)
- Reg. 2074/2005
- Reg. 2075/2005 (definisce norme specifiche applicabili ai controlli ufficiali relativi alla presenza di trichine nelle carni)
- Reg. 2076/2005
Sono regolamenti quindi non necessitano di un recepimento nella normativa nazionale; sono di fatto entrati in vigore il 1° gennaio 2006, ma la loro applicazione in modo uniforme e appropriato sul territorio nazionale necessita dell’emanazione di ulteriori provvedimenti e regole.
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Dettagli appunto:
- Autore: Denis Squizzato
- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Agraria
- Corso: Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali
- Esame: Principi di igiene e sanità degli alimenti di origine animale
- Docente: Alberghini
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