Tecnica colturale del mais
Minimum tillage: si può fare su terreni di medio impasto e sciolti, prevede lavorazioni ridotte sulla fila ed altre come la fresatura, con terreni pesanti si usa il ripper.
Semina diretta: si ripulisce il terreno in superficie con Glyphosate 15 giorni prima della semina
In terreni con pianure argillose vengono impostati con aratura a profondità medie (40 cm). L’aratura viene fatta tra fine marzo ed inizio aprile. Prima dell’aratura viene fatta la letamazione anche in quantità elevate perché alte quantità di N non danno prblemi di allettamento.
Successivamente vengono fatte delle lavorazioni di rifinitura con erpice a disco e poi un’eventuale fresatura.
La densità di semina è ben precisa, infatti si usa la seminatrice di precisione che lavora a distanze prefissate per mettere a dimora un numero preciso di piante. Essa viene scelta in base alla classe dell’ibrido: 300 -> 10-12 piante/m2; 400-> 7-8 piante/m2; 600 piante/m2; 800-> 4-5 piante/m2. La profondità di semina non deve superare i 5-6 cm (tenere conto della tessitura) e bisogna irrigare subito dopo la semina.
Epoca di semina: primi di aprile fino a maggio.
Concimazioni: letamazioni prima dell’aratura o concimi minerali al momento della preparazione del terreno.
Produzioni medie: 20t di SS compresi gli stocchi, 120-130 q di granella complessiva. Queste produzioni asportano: 2,5 q/ha di N, 1,5 q/ha di P2O5, 2,5 q/ha di K2O. Nel caso del mais da insilato abbiamo bisogno di diverse integrazioni tra cui soprattutto di K, invece se gli stocchi vengono interrati viene restituito il K al terreno.
L’azoto viene dato anche alla preparazione del terreno o all’atto della semina (urea: 50% e poi 50% in copertura, alla 5^,6^ foglia). Si hanno meno problemi di dilavamento perché si tratta di una coltura primaverile-estiva. L’urea è molto utilizzata perché dà una maggiore quantità con un prezzo + economico (a differenza dei nitrati).
In genere vengono dati: 250 kg di N, 120 kg di P2O5 e 200 kg di K2O (si riducono quantità per problemi economici
Per il diserbo l’atrazina ora non si può più usare, ma negli anni passati era molto usata per:
Ampio spettro d’azione
Persistenza di 6-7 mesi
Specifico per il mais.
Ora si può fare un diserbo pre-emergenza: efficace contro le graminacee estive e un trattamento post-emergenza con prodotti derivati da urea; oppure un diserbo pre-emergenza contro le graminacee e post-emergenza contro le dicotiledoni (D-fenossiacetico). La scelta si fa in base ai costi e alle infestazioni. Tra le infestanti primaverili-estive abbiamo dicotiledoni come il chenopodium e graminacee come panicum e digitaria. Si deve quindi considerare qual è maggiormente presente e poi agire di conseguenza.
Può anche essere fatta una sarchiatura con sarchiatrici (a 50-60 cm) oppure con motocoltivatore (70 cm), necessaria quando si usa l’irrigazione da solchi laterali.
In Italia il mais necessita di irrigazione, per metterla a punto bisogna scegliere: momento dell’intervento, volume da distribuire e metodo da adottare. Viene fatta con una cadenza a turno fisso nei consorzi di bonifica dove l’acqua viene distribuita a turno fisso, mentre il turno variabile viene scelto in base all’umidità del terreno.
Se la coltura scende al di sotto del valore di acqua disponibile (50%) abbiamo diminuzione di produzioni. Punto di intervento: umidità al 30%. Considerando i valori di pressione, vediamo che il mais sta bene fino a valori di 0,6-0,7 bar (circa 40 mm), dopodichè si può procedere all’irrigazione. I turni più usati sono tra 7 e 10 giorni.
I sintomi visivi di stress più comuno sono: accartocciamento delle foglie e colorazione bluastra delle stesse, in genere quando questo succede non si può più rimediare.
Il volume d’acquamento è da 300 a 600 m3 d’acqua, in base alla capacità di campo.
I valori del coefficiente colturale variano in base allo stadio di sviluppo della pianta: alla 5^foglia: 0,3; alla levata 0,8; alla fioritura: 1,1; maturazione 0,7.
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