Avversità alla crescita del mais
Sorghum malapense: cosiddetta “cannuccia” somiglia al frumento ma è più scuro e più duro, si riproduce per rizoma, se non incontra degli ostacoli può diventare molto invadente. Bisogna quindi attaccare il rizoma, con più lavorazioni di sminuzzamento si aumenta la possibilità di diffusione. Si può combattere con Glyphosate.
Piralide o sesalide: bisogna bruciare gli stocchi. Esistono OGM resistenti.
Sesamia: attacca foglie o fusto allo stadio iniziale, ma l’attacco maggiore viene fatto sulla spiga. La seconda generazione è la più pericolosa perché è più numerosa, quindi sono più a rischio le specie tardive, infatti in Italia meridionale non si fa mais da secondo raccolto. Al massimo possono essere fatti 1 o 2 trattamenti con esteri fosforici (emulsione o solidi, i quali sono più adatti perché si soffermano all’ascella della foglia, quindi l’applicazione con spandiconcimi è più semplice). Si ha una riduzione di produzione anche perché predispone a successivi attacchi di funghi che possono favorire l’insediamento di aflatossine (fonte di inquinamento per i mangimi). L’attacco è favorita dalla granella umida e che viene conservata a lungo in magazzino.
Nottuidi: le larve delle farfalle si riparano nel terreno e mangiano le piante al colletto perché. Si combattono con cloroderivati o esteri fosforici
Grillotalpa: camminando erode e stronca le piantine.
Il mais non viene particolarmente attaccato da malattie fungine, tra le poche abbiamo:
Elmintosporiosi: ci sono degli ibridi resistenti
Carie e ruggine: concia dei semi
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