Criteri per la scelta di razze da conservare
1. Grado di rischio di scomparsa
Rappresenta il criterio più importante di tutti. Da un punto di vista dei conservazionisti il mantenere più razze possibili sarebbe l’ideale. La variabilità genetica si ottimizza mantenendo molte razze pure con dimensioni medie di popolazione (conserviamo la variabilità; per esempio su 1000 individui la strategia migliore è quella di mantenere 4 razze d 250 individui ciascuna) piuttosto che poche razze con una dimensione elevata. La razza è un’unità chiave nella conservazione delle risorse genetiche animali. Wickam e Banos nel 1998 hanno dimostrato che l’uso di una singola e ampia popolazione non è necessariamente la giusta via per la conservazione della variabilità genetica. Il rischio di scomparsa di una razza è elevato se: la dimensione di popolazione diminuisce; il grado di incrocio della popolazione aumenta; il grado di organizzazione degli allevatori è scarso ; la distribuzione degli animali negli allevamenti è sbilanciata. Inoltre, razze con una dimensione effettiva elevata della popolazione non risultano prioritarie nella conservazione, per contro razze con Ne già compromessa (<20 soggetti) costerebbe troppo.
2. Adattabilità a specifici ambienti
I bovini di razza Kuri sono adattati ad un ambiente acquatico nelle zone delle isole del lago CHAD, mentre le pecore Soay scozzesi, si sono adattate ad un clima molto rigido. Razze con un’adattabilità a specifici ambienti dovrebbero essere preferite per la conservazione rispetto ad altre, soprattutto se anche l’ambiente stesso risulta da conservare.
L’indice di adattabilità di una risorsa genetica può essere calcolato come la regressione lineare delle prestazioni medie di ciascuna razza B in ciascun ambiente E sulla media generale delle prestazioni di tutte le razze B nell’ambiente E considerato.
Ambiente Razza 1 Razza 2
1 70q latte 35q latte
2 75q latte 95q latte
Esempio
In questo caso, la razza 1, che potrebbe essere la pezzata rossa , è più adattabile rispetto alla razza 2 che potrebbe essere la Frisona.
Esempio
Le specie di pollo analizzate sono: Ermellinata di Rovigo PER (n schiuse =85), Pepoi PPP (n schiuse = 83), Robusta lionata PRL (n schiuse = 87) e la Robusta Maculata PRM(n schiuse = 83). E’ stata analizzata la % di pulcini nati vivi alla schiusa: su 338 schiuse rilevate in 3 ambienti, 106 sono in ambiente montano, 181 in ambiente collinare e 51 in pianura. Più gli animali si spostano sulla bisettrice e verso il vertice e più adattabile sarà la razza; in questo caso la PER risulta essere quella più adattabile.
Esempio
A1 A2 A3 A4
In questo caso, G1 non è adattabile, anche se produce di più; se le due rette fossero parallele, G! è migliore in quanto Gmedio è rappresentato da diverse razze.
3. Caratteri di importanza economica
Le razze che risultano di speciale interesse per la conservazione sono quelle che presentano: 1 o più caratteri economicamente importanti ad oggi (ad esempio la fertilità, l’efficienza di conversione alimentare, l’elevata qualità dei prodotti, resistenza alle malattie); 1 o più caratteri economicamente importanti per un domani (per esempio potremmo allevare monogastrici invece dei poligastrici, in quanto sono stoccati facilmente e necessitano di meno input).
4. Unicità nei caratteri
Alcune razze potrebbero essere da preferire in una scelta per la conservazione in funzione di loro peculiarità fisiologiche, comportamentali o fenotipiche; tali peculiarità dipendono da singoli geni o da effetti poligenici. L’elevata fertilità del suino Meishan, la muscolosità dei bovini Bianco-Blu del Belgio, l’elevata tolleranza salina degli ovini del nord Ronaldsay (alta efficienza di assorbimento del rame dalle alghe), l’elevata resistenza a parassiti interni degli ovini di razza Gulf Coast Native e l’elevata resistenza alle mosche tse-tse dei bovini N’dama sono alcuni esempi di unicità nei caratteri.
5. Unicità genetica della razza
La unicità genetica di una razza è di valore quando la stessa razza possiede combinazioni di alleli e geni tali per cui i caratteri da essi controllati possono risultare importanti per l’adattabilità futura, la produzione ambientale e scopi di ricerca. La conservazione di razze geneticamente differenti è un ottima strategia per assicurare una sufficiente variazione genetica in futuro. Dove non esistono documenti storici comprovanti la unicità genetica della razza si possono usare le analisi del DNA.
6. Valore storico-culturale
E’ un criterio difficile da quantificare, dipende da quanto risale l’esistenza della razza in un determinato territorio, e l’importanza dei suoi prodotti; generalmente può generare profitto in direttamente mediante attività turistica (Valdostana e fontina). Il peso di questo criterio dovrebbe comunque essere più elevato in paesi sviluppati che non in paesi in via di sviluppo. E’ necessario condurre un analisi per fase: il primo step è quello di ordinare le razze per il rischio di scomparsa mentre il secondo step raccoglie gli altri 5 criteri che dovrebbero essere considerati in funzione degli obiettivi attuali e/o previsti (razze con caratteri economicamente importanti per un mercato temporaneo non dovrebbero essere considerati).
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Dettagli appunto:
- Autore: Denis Squizzato
- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Agraria
- Corso: Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali
- Esame: Biodiversità zootecnica e tracciabilità dei prodotti animali
- Docente: Cassandro Martino
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