In questi appunti della lezione di Filosofia morale, vengono presentati sinteticamente i temi espressi da Rousseau nei due famosi discorsi sull'ineguaglianza.
Il primo si concentra sul rapporto tra l'innocenza originaria e la corruzione data dalla cultura. Il secondo presenta la teoria del diritto naturale e della proprietà.
CORSO DI FILOSOFIA MORALE SU ROUSSEAU
Appunti della lezione di Filosofia morale del prof. Ferrarin a.a. 2005-06
Primo Discorso: “Il rinascimento delle scienze e delle arti ha contribuito alla purificazione dei costumi?”
“Per loro sono un barbaro perché non mi capiscono” (Ovidio)
Rousseau sceglie accuratamente la citazione di Ovidio. Il termine “barbaro”, che anticamente stava a
designare chi non parlava la lingua greca, sta ad indicare chi appartiene a degli ambiti culturali ben precisi.
Se si vuole essere considerati parte della società è necessario accettare determinate convenzioni.
Emergono due aspetti;
Orgoglio della propria barbarie
Presunzione, arroganza: Rousseau fa anche un paragone fra sé e Socrate.
TESI: le scienze e le arti, anziché favorire il progresso dei popoli, contribuiscono alla corruzione dei loro
costumi. Il progresso tanto celebrato dalle nazioni, è, in realtà, la loro rovina.
Prefazione
Il tema sembra proposto dagli accademici sottoforma di DOMANDA RETORICA:il modo in cui il quesito è
formulato sembra voler spingere alla celebrazione delle scienze e delle arti. Il quesito sottintende poi che ci
sia un legame, un rapporto tra scienze, arti e costumi. Quando si parla dei costumi, si parla della moralità di
un individuo e questo presuppone che sia sottinteso tra moralità e cultura.
Prevedo che difficilmente mi si perdonerà il partito che oso prendere. Urtando di fronte tutto ciò che oggi
forma l’ammirazione degli uomini, non posso aspettarmi che un BIASIMO UNIVERSALE. Rousseau
anticipa in qualche modo la REAZIONE dei lettori. Egli è conscio dell’audacia della propria tesi e ostenta tale
audacia. Tuttavia è la prima volta che pubblica un lavoro e quindi è anche preoccupato per la reazione del
pubblico. Rousseau è come se si sentisse colpevole di qualcosa, sente di essere giudicato e sembra che la
sua preoccupazione principale sia quella di difendersi.
Discorso
Il rinascimento delle scienze e delle arti ha contribuito alla purificazione o alla CORRUZIONE dei costumi?
N.b. La possibilità di una corruzione non era prevista dal quesito posto al concorso.
Come osar di biasimare le scienze dinanzi a uno dei più sapienti consessi d’Europa, lodar l’ignoranza in
un’Accademia celebre, e conciliar il disdegno per lo studio col rispetto per i veri sapienti? (PARADOSSO)
Rousseau contrappone per la prima volta VIRTÙ e CULTURA. La virtù non solo è slegata dal sapere, ma
addirittura contrapposta ad esso. La virtù è assimilata al CORAGGIO, coraggio della verità, alla FERMEZZA.
La virtù finisce col coincidere con l’INTEGRITÀ.
Virtù=VIRTUS (VIR=uomo)= fermezza, stabilità.
Appunti di Valentina Ducceschi
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Prima parte
Grande e bello spettacolo veder l’uomo uscir quasi dal nulla per mezzo dei suoi propri sforzi; disperdere,
con le luci della ragione, le tenebre in cui la natura l’aveva avviluppato;innalzarsi al di sopra di se stesso.
Tema del rientro in sé stessi: per conoscere la natura dell’uomo, l’uomo deve rientrare in se stesso.
(SCISSIONE tra il FUORI e il DENTRO)
Interiorità=sede di ogni principio, contrapposta all’esteriorità, al mondo, alla natura.
FRATTURA insanabile tra ESSERE e APPARIRE
DIFFERENZA sostanziale tra BUONE MANIERE e VIRTÙ.
Nella società l’esteriorità conta più di ogni altra cosa, perciò viene persa la sensibilità nei confronti
di ciò che è semplice, rustico.
Passaggio da un’età d’INNOCENZA ad una DEGENERAZIONE.
CONTRAPPOSIZIONE tra mondanità e semplicità, frugalità: queste ultime portano alla SEVERITÀ dei
costumi, al rigore morale.
Denuncia della CURIOSITÀ: la mala curiosità è la causa, la fonte della corruzione.
BARBARIE: è peggiore dell’IGNORANZA in quanto veniva spacciato per sapere un linguaggio vuoto.
Riferimento al Medioevo visto come un secolo buio, come epoca di mezzo. In contrapposizione ad
esso si parla di una “RIVOLUZIONE”, riferendosi al Rinascimento.
I bisogni si dividono fra quelli:
1. Del CORPO: le LEGGI, qualcosa che riguarda la persona, che tutela il benessere.
2. Dello SPIRITO: sono superflui perché lo spirito è subordinato e derivato dal corpo;
Lo spirito ha i suoi bisogni al pari del corpo. Mentre il governo e le leggi provvedono alla sicurezza e al
benessere degli uomini consociati, le scienze, le lettere e le arti, meno dispotiche e forse più potenti,
STENDONO GHIRLANDE DI FIORI SULLE CATENE DI FERRO ond’essi son carichi. Il BISOGNO innalzò i troni:
le scienze e le arti li hanno rafforzati. I principi sanno benissimo che tutti i bisogni che il popolo si dà,
sono altrettante catene di cui si carica. Qual giogo infatti potrebbe porsi ad uomini che non hanno
bisogno di nulla?
Il POPOLO CIVILE è SCHIAVO, schiavo della soddisfazione che prova coltivando le arti e le scienze che in
realtà lo asserviscono a una situazione illiberale.
Come sarebbe dolce viver fra noi, se il contegno esteriore fosse sempre l’immagine delle disposizioni del
CUORE, se la decenza fosse la VIRTÙ, se le nostre massime ci servissero di regola, se la vera filosofia fosse
inseparabile dal titolo di filosofo! Ma tanti pregi van troppo di rado insieme. L’adornamento non è meno
estraneo alla virtù, la quale è la forza e il vigore dell’anima. Prima che l’arte avesse ingentilite le nostre
maniere, i nostri costumi eran rozzi, ma naturali; e le differenze di condotta manifestavano a colpo
d’occhio le differenze di carattere. La natura umana, infondo, non era migliore, ma gli uomini trovavano
la loro sicurezza nella facilità di penetrarsi vicendevolmente. OGGI: VILE E INGANNEVOLE UNIFORMITÀ.
Senza posa si seguono gli USI e mai il proprio genio. Non si osa più apparire ciò che si è. Non si saprà mai
con chi si ha a che fare. Non più amicizie sincere, non più vera stima, non più fondata fiducia. I sospetti, le
paure, l’odio, il tradimento si nasconderanno continuamente sotto questo VELO UNIFORME E PERFIDO di
CORTESIA. Non si vanterà il proprio merito, ma si avvilirà quello altrui.
Uniformità esteriore ingannevole:le persone sembrano tutte uguali, non osano più mostrare ciò
che sono realmente.
Società=luogo dell’UNIFORMITÀ. Dietro il velo di uniformità si nasconde il DESIDERIO di
DISTINGUERSI, il quale è un istinto naturale, una tendenza inconsapevole.
Appunti di Valentina Ducceschi
www.tesionline.it La civiltà contemporanea per Rousseau non è affatto uscita dalla barbarie, anzi sembra che vi sia
entrata. Forse non è vero che siamo riusciti ad elevarci sopra noi stessi coi lumi della ragione.
La depravazione è REALE; e le nostre anime si son corrotte a misura che le nostre scienze e le nostre arti
sono progredite verso la perfezione. Si dirà che è una disgrazia particolare al nostro tempo? NO, signori: i
mali cagionati dalla nostra vana curiosità sono vecchi come il mondo. (DENUNCIA DELLA CURIOSITÀ).
CONTRAPPOSIZIONE TRA ATENE E SPARTA. ATENE: tutta l’eloquenza di Demostene non poté rianimare un
corpo che il LUSSO e le arti avevano snervato. SPARTA: non certo per stupidità costoro hanno preferito
altri esercizi a quelli dello spirito. Da Atene uscirono quelle opere meravigliose che serviranno da modello
in tutte le età corrotte. Degli abitanti di Sparta non ci resta che il ricordo dei loro ATTI EROICI. Ma
varranno forse tali monumenti per noi meno che i marmi rari che Atene ci ha lasciati?
La sconfitta militare delle civiltà prese in esempio viene fatta derivare dalla crisi dei costumi:la sfera
morale non è scissa dalla sfera politica.
La moralità coincide con la FORZA, con una forma di SALUTE.
TESI: le scienza e le arti infiacchiscono, corrompono l’originario stato di vigoria e salute.
CONDANNA dell’OZIO e de LUSSO: il lusso è un ornamento superfluo, è l’altra faccia dell’ozio.
Questi portano ad una perdita dei principi, della moralità, della frugalità.
Rousseau propone dei MODELLI ALTERNATIVI rispetto agli esempi negativi citati precedentemente.
Presenta i popoli che hanno fatto della virtù la fonte della loro felicità (nesso di derivazione stoica fra virtù e
felicità). Per questi popoli lo SPIRITO CIVICO è superiore a tutto il resto.
Figura di Socrate
Ecco dunque il più saggio degli uomini a giudizio degli dei e il più sapiente degli Ateniesi a convinzione
della Grecia intera, Socrate, far l’elogio dell’IGNORANZA! Si può credere che, se egli risuscitasse tra noi, i
nostri scienziati ed artisti gli farebbero mutare avviso? NO, signori:quest’uomo giusto continuerebbe a
disprezzare le nostre scienze e non lascerebbe, per tutto insegnamento, ai suoi discepoli e ai nostri
nipoti, altro che l’esempio e la memoria della sua VIRTÙ. Così, sì, è bello istruire gli uomini.
Rousseau richiama il Socrate dell’Apologia:esso si configura come uno SPARTANO CAPITATO AD ATENE.
Socrate aveva cominciato in Atene, e il vecchio Catone continuò a Roma. Fino ad allora i romani si erano
accontentati di praticare la virtù; tutto fu perduto quando cominciarono a studiarla.
Ecco come il lusso, la dissoluzione e la schiavitù sono stati in ogni tempo la punizione degli sforzi
orgogliosi che abbiamo fatto per uscire dalla FELICE IGNORANZA, in cui la saggezza eterna ci aveva posti.
Il folto velo, di cui ella ha coperto tutte le sue operazioni, sembrava ammonirci a sufficienza che ella non
ci ha destinati a vane ricerche. Popoli, sappiate dunque una buona volta che la natura ha voluto
preservarvi dalla scienza, come una madre strappa un’arma pericolosa dalle mani del figlio; che tutti i
segreti ch’ella vi nasconde son tanti mali dai quali vi preserva. Gli uomini sono PERVERSI; sarebbero
peggiori ancora, se avessero avuto la DISGRAZIA di nascere sapienti.
Consideriamo dunque le scienze e le arti in se stesse:vediamo che cosa debba risultare dal loro
progresso.
Appunti di Valentina Ducceschi
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