Laboratorio di
scrittura e
argomentazione
Appunti di Gaia Grazia Serra
Università degli Studi di Bologna
Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione
Esame: Laboratorio di scrittura e argomentazione
Docente: Antonio Laurino
A.A. 2021/2022Appunti del corso di Laboratorio di scrittura e argomentazione
1. scrittura funzionale
2. processo di scrittura
3. livelli di revisione
4. correttezza linguistica
a. aspetti lessicali
b. aspetti sintattici
c. aspetti testuali
5. paragrafazione e i diversi tipi di paragrafo
6. testo argomentativo
7. metodi argomentativi
8. scrittura accademica: citazione e bibliografia
9. tesina
Scrittura funzionale: definita non creativa, per distinguerla da quella dei romanzi, poesia
ecc, è controllata, pianificata e vincolata. Viene utilizzata per produrre testi di uso quotidiano
nello studio e nelle professioni.
Cos’è un testo? Il testo è un’entità linguistica unitaria dotata di coesione e coerenza,
esistono diversi tipi di testo. → classificazione in base allo scopo primario:
- regolativo: regolamentare azioni o comportamenti
- descrittivo: descrivere in modo obiettivo
- informativo: fornire conoscenze o nozioni in modo obiettivo
- narrativo: raccontare storie o eventi
- argomentativo: convalidare o confutare una tesi servendosi di ragionamenti volti a
convincere
Come si scrive un buon testo? Facendo in modo che sia corretto dal punto di vista della
norma linguistica. Inoltre un testo deve essere adeguato rispetto a tre elementi fondamentali:
destinatario (a chi? età, posizione sociale, posizione relativa a noi, (pre)conoscenze),
contesto (dove? strumento fisico e ambiente comunicativo) e obiettivo (perché?).
Individuando questi tre elementi possiamo fare scelte più opportune affinché il nostro testo
risulti adeguato. Le scelte possono essere sia sul piano del contenuto (ampiezza, profondità,
ordine) sia sul piano dell'espressione (lessico, sintassi, testualità).
Il processo di scrittura è ricorsivo, si può passare attraverso uno stesso punto più volte →
modello di Hayes e Flower: il contesto e la memoria a lungo termine vengono attivati per la
fase della generazione, dove ha luogo l'organizzazione e la definizione dei criteri,
successivamente stesura del testo e una volta completato la revisione. Il processo prevede
3 fasi:
- pianificazione, portare alla luce idee e preconoscenze, reperire informazioni (fase
quantitativa), dare un ordine e una gerarchia alle info (fase qualitativa) (+sx)
- redazione, scrivere seguendo gli appunti, scrivere eventuali idee che erano nel
progetto, tralasciare la forma e la lunghezza di quanto si è scritto (+dx)
- revisione, esaminare e correggere il testo (+sx)
Passare per queste fasi differenzia la scrittura spontanea da quella pianificata.
2 osservazioni:
→ le fasi sono sovrapponibili
→ durante il processo di scrittura vengono coinvolti entrambi gli emisferi del cervello
(sx=logica/dx=creatività: uno di questi è dominante, seppur siano complementari e non
esclusivi)
Il prodotto del processo di scrittura è un testo; ma spesso si parla di composizione, ossia il
risultato dell'armonizzarsi di una serie di componenti.
Tecniche per ottimizzare i processi di scrittura per ciascuna fase:
- pianificazione: reperire info sulla base della pertinenza e della rilevanza rispetto
all'argomento da trattare. Per farci venire delle idee → lista, schema, flusso di
scrittura. (dx)
lista= leggere con attenzione e comprendere la consegna, trascrivere la consegna, scrivere
le idee a mano a mano che si hanno senza scartarne nessuna, per poi passare in rassegna.
schema produttivo= grappolo associativo → si uniscono le idee collegandole per
associazione in base alle loro affinità, ogni idea richiama l'altra. / mappa → si collegano le
idee partendo da quelle più generali che sono più vicine al centro per andare
progressivamente verso idee sempre più particolari che si trovano in periferia. Entrambi
prevedono il collegamento di idee raccolte in maniera più o meno ordinata.
flusso di scrittura= concentrarsi sul contenuto e non sulla forma. Si scrive ogni idea così
come viene in mente, in modo discorsivo senza correggere errori. (stile Joyce)
→ scaletta per mettere in ordine. (sx) È l'insieme dei punti principali di discussione di un
testo così come si svolgeranno dall'inizio alla fine. Restituisce l'importanza delle idee, ossia
la gerarchia, e la loro successione, ossia l'ordine. Tutte le frasi di un testo sono lo sviluppo
particolare di alcune idee generali. La scaletta indica quali sono queste e in che modo di
susseguono nel testo le info che le sviluppano. Alla distribuzione spaziale corrisponde
un'analoga ripartizione di significato, nel senso che ogni ulteriore sottoarticolazione
rappresenta una precisazione sempre più specifica degli argomenti. (indice)
- stesura: dialogare con noi stessi e porci delle domande = questa è la parola adatta?
sto tralasciando qualcosa di importante? questa parte è ben collegata con le altre?
ho già trattato questo tema?
- revisione: è una fase cruciale, per ottimizzarla bisogna leggere mettendo una certa
distanza tra sé e il proprio testo; procedere per livelli o piani, esistono delle liste di
controllo, che ti dicono cosa controllare in fase di revisione.
Livelli di revisione:
1- morfologico= ortografia
→ apostrofo segnala l’elisione di una porzione di parola (cos’hai?), non serve quando la
parola si regge autonomamente (qual è)
→ accento mette in rilievo l’intensità di una vocale, le quali vogliono tutte l’accento grave
(ò,à,ù,ì) tranne la “e” che può averlo anche acuto (né, sé). L’accento può avere una funzione
disambiguante (ne/né, da/dà/da’).
2- lessicale= scelta della parola
3- sintattico= la lunghezza delle frasi, la correttezza dei nessi, ecc. → un periodo troppo
lungo supera di molto le 20 parole. Si deve cercare di non andare mai oltre la
subordinazione di secondo grado, si limitano gli incisi e i nessi logici devono essere chiari.
DIZIONARI PER I PRIMI TRE LIVELLI: treccani, corriere, natadcom, accademia della
crusca.
5- testuale= la divisione in paragrafi, le note, i titoli, ecc. → deve esserci corrispondenza tra
paragrafi, unità concettuali di senso conchiuso, e capoverso, unità fisica del testo compresa
tra due “a capo”.
6- pragmatico= l’organizzazione delle informazioni → in modo coerente rispetto al vostro
obiettivo comunicativo, bisogna decidere se è il caso di inserire prima le info più salienti o
prima quelle che occorre dire subito.
7- semiotico= la modulazione delle informazioni con una certa connotazione → bisogna
cambiare le parole/espressioni che esprimono un concetto ma evocano o suggeriscono il
contrario. Evitare l’effetto: “non c’è nessuna bomba sull’aereo”.
Correttezza linguistica:
1-aspetti lessicali:
- i sinonimi non esistono. Esistono però termini il cui significato si avvicina così tanto da
sembrarci intercambiabili. Ma bisogna stare attenti all’ambiente d’uso. → anziano, vecchio,
matusa, vegliardo, ottuagenario. Esistono ripetizioni buone che non creano ambiguità, i
principi devono essere chiarezza e correttezza. Ci sono parole che differiscono per delle
sfumature di senso legate alla tonalità emotiva → fanciullo, bambino, pupo, piccino.
- gli iponimi sono parole il cui significato è contenuto in quello di un’altra parola. A sua volta,
quest'altra parola rappresenta l’iperonimo della prima. Questo tipo di relazione può creare
delle catene. Al polo estremo dell’ iperonimia si collocano i nomi generali, che però, spesso,
risultano anche generici e quindi poco precisi.
- i registri lessicali sono settori che dividono il lessico di una lingua. Alcune parole
appartengono a un registro di base, altre a un registro tecnico, altre ancora a un registro
aulico. Una volta scelto un registro bisogna essere in grado di mantenerlo. Cali o picchi
rischiano di generare effetti indesiderati.
- l’abuso di parole straniere va evitato, se una parola italiana in uso corrisponde
perfettamente a una inglese, si deve prediligere quella italiana. Inoltre le parole straniere si
comportano come nomi invariabili, non si declinano al plurale.
- Le espressioni solidali sono parole che ricorrono più spesso di altre in concomitanza.
Quelle maggiormente diffuse nell’uso sono dette collocazioni → pizzico di sale, tragedia
annunciata.
Sono mattoni prefabbricati che possono suonare banali e rendere il testo noioso.
2- aspetti sintattici → i costituenti della frase sono S(soggetto), V(verbo), O(comple.
oggetto). Ogni costituente può essere ampliato, creando le espansioni → aggettivi, avverbi
e complementi. Ancora, si possono creare margini, precisazioni di tempo e di spazio che si
riferiscono all’intero processo. L’ordine SVO può essere modificato per enfatizzare alcuni
elementi e per chiarire o ribadire l’argomento di cui si parla. Nello scritto va evitato l’ordine
non tradizionale (o marcato); il lettore non deve essere costretto a mettere in linea gli
elementi.
Solo i margini possono essere separati da una virgola. Non si inserisce la virgola tra
costituenti inseparabili quali SVO. C’è differenza dalla punteggiatura intonativa, cioè dalle
pause che si fanno mentre si legge un testo, capita di volersi fermare tra SVO.
- la legge della vicinanza migliora l’efficacia sintattica delle frasi. Gli elementi
concettualmente e funzionalmente vicini dovrebbero esserlo anche fisicamente. SVO
devono essere tenuti insieme, se possibile in quest’ordine, e neanche essere allontanati
troppo. → è andata a comprare di corsa il pane= è andata a comprare il pane di corsa.
Il complemento di specificazione dovrebbe stare accanto al nome da specificare.
Si deve preferire la forma attiva a quella passiva. Il passivo serve a spersonalizzare chi dice
qualcosa.