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Psicologia dello Sviluppo:
Negli appunti si individua un'introduzione alla disciplina ossia alla psicologia dello sviluppo, alle sue origini storiche e ai suoi approcci teorici. Si parla poi di ecologia dello sviluppo in riferimento alla teoria di Lewin e al suo concetto di campo e alla teoria ecologica di Bronfenbrenner. Si introducono poi i metodi di indagine e di ricerca della psicologia dello sviluppo in rifermento ai disegni di ricerca longitudinali e trasversali e a tutti i metodi, dalla sperimentazione al colloquio clinico (principale strumento usato da Piaget), che si possono implementare nelle ricerche della psicologia dello sviluppo. Si parla poi dello sviluppo cognitivo secondo Piaget, della sua concezione di intelligenza (in riferimento ai processi di assimilazione e accomodamento cognitivo), delle proprietà e degli stadi di sviluppo cognitivo spiegati dallo stesso autore. Si introducono anche le prospettive di: Vigotskij (zona sviluppo prossimale, artefatti culturali), Bruner e dell'approccio HIP alla spiegazione dello sviluppo cognitivo. Successivamente si parla dello sviluppo di un processo cognitivo nello specifico ossia del linguaggio. Si parla delle teorie che spiegano la comparsa del linguaggio, delle proprietà del linguaggio che lo rendono unico da altri sistemi di comunicazione (creatività e arbitrarietà), degli ambiti della linguistica (scienza descrittiva delle lingue storico-naturali), delle fasi che accompagnano tutto lo sviluppo linguistico. Si introducono poi gli strumenti di valutazione e potenziamento linguistico. Oltre allo sviluppo del linguaggio si parla infine dello sviluppo sociale ed emotivo/affettivo con tutte le teorie annesse e connesse.
Dettagli appunto:
- Autore: Sofia Tadiello
- Università: Università Telematica Internazionale Uninettuno
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia
- Esame: Psicologia dello Sviluppo
- Docente: Micaela Capobianco
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Psicologia dello Sviluppo Appunti di Sofia Tadiello Università Telematica Internazionale Uninettuno Facoltà: Psicologia Corso di Laurea: Discipline psicosociali Esame: Psicologia dello Sviluppo Docente: Micaela Capobianco A.A. 2020/20211. Psicologia dello sviluppo Lo studio dello sviluppo Con il termine “sviluppo psicologico” ci si riferisce ai cambiamenti che si verificano nel comportamento e nelle capacità dell’individuo con il procedere dell’età (lo sviluppo riguarda l’intero ciclo di vita ma i cambiamenti più significativi avvengono durante l’evolutiva: infanzia, fanciullezza, adolescenza). Questa definizione però non chiarisce il fatto che lo sviluppo non è sempre un progresso infatti Donald Ford e Richard Lerner distinguono 2 tipi di cambiamento: I. incrementali: come la crescita, l’apprendimento, lo sviluppo, la maturazione ossia quei cambiamenti che portano un’aggiunta, un miglioramento. II. decrementali: come il deterioramento, la regressione, il declino o la perdita di qualche funzione; cambiamenti che in qualche maniera ci danneggiano. Nella prima parte della nostra esistenza prevalgono cambiamenti incrementali ma, con lo sviluppo, si manifesteranno anche quelli decrementali. Quindi si può affermare che la psicologia dello sviluppo studia entrambi i cambiamenti. Altri termini utili di questa disciplina Si fa riferimento ad un insieme di termini che alludono a processi di sviluppo ma sono specifici quindi è utile tenerli sperati. 1. Crescita: sviluppo fisico e accrescimento fisico; 2. Maturazione: sviluppo sia fisico che psicologico e corrisponde a modificazioni provocate da un programma innato; 3. Apprendimento: modificazione mediata da esperienza, studio o addestramento; 4. Socializzazione: acquisizione dei valori, conoscenze e comportamenti caratteristici di una certa cultura; Natura e cause dello sviluppo Ogni teoria sullo sviluppo cerca di rispondere a tre domande quali: 1. Qual è la natura del cambiamento che caratterizza lo sviluppo? Tadiello Sofia Appunti di psicologia dello sviluppo Pagina di 2 165Per rispondere a questa domanda alcuni autori considerano il cambiamento di natura quantitativa altri il cambiamento di natura qualitativa. Nel primo caso vedono lo sviluppo come accrescimento o graduale accumulo di cambiamenti nel tempo e tra le teorie che sostengono questo tipo di sviluppo il comportamentismo che considera il bambino come un organismo plasmato totalmente dalle esperienze e dall’apprendimento dell’ambiente quindi in questo caso si ha un bambino che apprende in modo passivo. Nel secondi caso (cambiamento di natura qualitativa) si considera che lo sviluppo implichi la comparsa di nuove capacità o la trasformazione di capacità già esistenti. In questo caso le teorie sono organismiche ( Piaget - Vigotskij - Bruner) per cui il bambino è un attivo costruttore delle proprie capacità e lo sviluppo è dovuto a influenze interne piuttosto che a quelle esterne dovute a fattori ambientali. 2. Quali processi causano tale cambiamento? (Ambientali, genetici o interazione tra i due -> th organismiche) Ci sono varie teorie che esprimono cosa causa il cambiamento evolutivo e si differenziano per il ruolo che attribuiscono ai fattori genetici e ambientali nello spiegare il cambiamento. I. le teorie comportamentiste ritengono che le influenze ambientali modellino il comportamento del bambino, determinando la natura delle abilità che si sviluppano e il loro ritmo. II. Altre teorie innatste ritengono che il bambino si sviluppi in un modo a causa della programmazione genetica e l’ambiente è solo un fattore che attiva lo sviluppo predeterminato delle competenze(esempio la teoria di Chomsky sull’acquisizione linguaggio). III.le teorie organismiche ritengono che lo sviluppo sia il risultato dall'interazione tra un organismo dotato di determinate competenze ereditate geneticamente e specifiche condizioni ambientali. In questo caso le influenze esterne ed interne si combinano, cosi che le esperienze che il bambino vive possono influire sul tipo di capacità che acquisisce (th stadiale Piaget, th interazione sociale Vygotskij e Bruner). 3. Di che tipo di cambiamento si tratta? Continuo o graduale, o discontinuo e improvviso? Lo sviluppo come un processo continuo e graduale va d’accordo con l’idea dei cambiamenti quantitativi, mentre si tende a vedere lo sviluppo come discontinuo quando Tadiello Sofia Appunti di psicologia dello sviluppo Pagina di 3 165si tratta di cambiamenti di natura qualitativa (ad esempio: le improvvise modificazioni che portano alla comparsa di una nuova capacità: linguaggio, deambulazione). Esistono però delle posizioni intermedie, come quella di Piaget, che vedono i processi di cambiamento continui e discontinui. Nello specifico, per Piaget, ci sono funzioni che rimangono invariate nel corso dello sviluppo (continuità) mentre le strutture cognitive del bambino cambiano da uno stadio all’altro (discontinuità). Prospettiva complessa dello sviluppo Lo sviluppo del bambino è spiegato dalle continue interazioni nel tempo tra fattori maturativi, caratteristiche biologiche e genetiche, e fattori ambientali, stimoli ambientali, istruzione…. Termini del cambiamento Quando si parla di cambiamento e periodi della vita che si susseguono, si devono identificare i termini precisi che li denotano. •Infanzia/prima infanzia (0 a 2 anni): è il periodo in cui non si sa ancora parlare. In questo si usa il termine “neonato” se ci riferiamo ad un bambino entro il 1° mese di vita e genericamente “infante” per tutto il periodo. Gli inglesi usano il termine “toddler” per identificare il bambino ai primi passi quindi nel secondo anno di vita. • Fanciullezza (2-11): il periodo della vita che va dalla fine dell’infanzia all’inizio dell’adolescenza. La prima fanciullezza è quando parliamo di un bambino tra 2 e 6 anni; mentre media fanciullezza quando parliamo di un bambino tra i 6 e gli 11 anni. •Pre-adolescenza (11-13): il cui inizio è fatto coincidere con la pubertà. • Adolescenza (dai 13 ai 20): parliamo di ragazzo, preadolescente o adolescente. A queste fasi (costituiscono il nocciolo dell'età evolutiva) fa seguito l’età giovanile, poi l’età di mezzo ed infine l’età senile, spesso distinta in terza e quarta età. Le radici storiche della psicologia dello sviluppo Nel Medioevo vi era l'idea che il bambino fosse una creatura fragile e predisposta alla malvagità, pensandolo come uguale all’adulto e non come una creatura diversa. L'idea che vi fosse una diversità specifica nasce insieme all'inizio della scuola “pubblica”. Nei tempi Tadiello Sofia Appunti di psicologia dello sviluppo Pagina di 4 165antichi la scuola era riservata ai figli della famiglie benestanti, mentre i bambini del popolo imparavano direttamente dagli adulti. Attorno agli inizi del 400 (periodo in cui le scuole vengono aperte anche ai laici, prima riservate solo al clero) nasce il problema di come educare i giovani e i bambini apparteniti a tutti gli stati sociali e quindi nasce il problema di come fare e di come confrontarsi con la diversità/specificità dei bambini, passando dall'idea di un “mini adulto” ad una creatura che invece va forgiata. Successivamente vi è la concezione del bambino come buon selvaggio che nasce con il pensiero del filosofo francese Rousseau (prima a sostenere l’idea ottimistica sul bambino); al contrario, l’idea del bambino come tabula rasa risale all’empirismo inglese in particolare con Locke. Ci sono altre tappe importanti segnate dalla nascita I. della psicologia scientifica dell’adulto: nel 1879 W. Wundt (scuola strutturalista) fondò a Lipsia il 1° laboratorio sperimentale di psicologia scientifica. Esso pensava si potessero studiare dei processi che oggi chiamiamo processi di base (sensazioni, percezione, attenzione, tempi di reazione) con metodi nuovi e diversi da quelli tipici della filosofia e della fisiologia. Wundt chiedeva ai soggetti di raccontare le loro sensazioni, le loro emozioni, le loro esperienze interne attraverso l'introspezione e narrandola poi allo sperimentatore. Con questa metodologia introspettiva non era possibile lo studio del bambino, sopratutto piccolo e neanche lo studio dell’infante che non è ancora in grado di compiere introspezioni e resoconti verbali. Si può affermare che Wundt ha trascurato lo studio dei bambini perché riteneva inessenziale il loro studio alla psicologia la quale si sarebbe dovuta occupare di individui maturi. II. dall’evoluzionismo darwiniano: toccò così alla biologia mostrare l’importanza degli studi scientifici del bambino. Importante da cospirare è Charles Darwin che col suo evoluzionismo portò l’attenzione sugli stati intermedi dello sviluppo, cioè quegli stadi che precedono la vita adulta; in questo modo l’evoluzionismo richiamò l’attenzione su fenomeni prima trascurati ed ebbe in questo modo un forte effetto sulla psicologia. Il Darwinismo richiama l’attenzione sul bambino come anello di congiunzione tra mondo umano e animale: ciò ha effetto sulla psicologia tramite lo studio dell’infanzia e l'utilizzo dell'osservazione diretta, cioè del metodo osservativo. In secondo luogo Tadiello Sofia Appunti di psicologia dello sviluppo Pagina di 5 165richiama l’attenzione al valore adattivo di certi comportamenti, per esempio a che cosa serva giocare? Forse il gioco ha un valore adattivo. Da ciò deriva la nascita del funzionalismo. Infine richiamando l'attenzione sulle differenze individuali, questo ha come effetto sulla psicologia, la creazione della psicologia differenziale/psicometria. Il funzionalismo Il funzionalismo è la prima teoria in psicologia dello sviluppo indipendente dalla psicologia dell’adulto che si contrappone allo strutturalismo di Wundt, abbandonandone la caratteristica principale dello strutturalismo ossia la scomposizione dei fenomeni coscienti nei loro elementi costitutivi. Il funzionalismo si chiede qual è lo scopo/funzione per cui si determina un dato comportamento e come tema centrale pone lo studio del bambino. La psicologia funzionale si sostituisce alla psicologia delle facoltà e invece che cominciare con le manifestazioni più elaborate cominciano dalle manifestazioni più semplici perché la mente, come tutte le cose naturali, cresce e lo studio del bambino è insostituibile per studiare la mente. Si tratta di un approccio pragmatico in quanto si occupa del cambiamento e della plasticità della vita umana e ha trovato terreno fertile negli Stati Uniti ed è stato diffuso grazie ad Hall che molti considerano come il padre della psicologia dello sviluppo in quanto ha creato il primo istituto per lo studio del bambino, a d avviare un movimento per lo studio del bambino e a fondare la prima rivista americana dedicata ai problemi dello sviluppo. Da specificare però che Hall non ha fatto proprio il funzionalismo ma una versione che incorpora una teoria specifica chiamata teoria della ricapitolazione la quale ha avuto un influsso enorme tra la fine dell’800 e l’inizio del 900. Più che i principi di Darwin furono i principi di dell’embriologo tedesco Haeckel ad influenzare i primi psicologi dello sviluppo. Haeckel ha proposto una legge biogenetica che afferma che lo sviluppo dell’embrione avviene per fasi che ricordano le fasi dello sviluppo evolutivo della sua specie a partire dagli antenati più remoti. Quindi lo sviluppo embrionale è il diretto risultato della storia evolutiva. Questa idea che non è in realtà corretta, ha avuto un seguito straordinario in psicologia tanto da ispirare Romanes a proporre che lo sviluppo umano sia proprio una ricapitolazione delle specie Tadiello Sofia Appunti di psicologia dello sviluppo Pagina di 6 165precedentemente esistite nella scala evolutiva, così che per esempio un bambino di 8 mesi sarebbe simile per competenze mentali ad un uccello, a 10 ad un roditore, a 12 ad una scimmia antropoide e via discorrendo. La teoria della ricapitolazione tutt’oggi riecheggia nelle teorie stadiali come quella di Freud o di Piaget, che in qualche modo si pongono come una sorta di embriologia della mente o della psiche. La teoria della ricapitolazione finì in qualche modo nel colonialismo e nel razzismo, nell’idea che in qualche modo le somiglianze tra bambini europei e adulti africani e asiatici o nativi americani fosse la giustificazione di una sorta di superiorità della cultura Europea. Forse anche in conseguenza a ciò la teoria della ricapitolazione è andata incontro a forti critiche soprattutto da parte del comportamentismo americano, il quale, nel studio del bambino, ha adottato un’ottica radicalmente ambientalista. I principali approcci teorici allo studio dello sviluppo Per parlare degli approcci teorici allo studio dello sviluppo si deve far riferimento al concetto di metamodello dello sviluppo umano che corrisponde ad un insieme di assunti iniziali che ci guidano nella scelta delle variabili considerate importanti e dei tipi di spiegazione considerati plausibili, al quale possono essere ricondotti i singoli modelli evolutivi. Quindi un metamodello sintetizza un insieme di teorie: •Metamodello comportamentista: modello che racchiude e riassume le teorie di carattere ambientalista e comportamentista. Si tratta di una teoria atomistica in quanto considera l’organismo come un insieme di parti da analizzare separatamente il cui funzionamento (dell’organismo) è determinato dal funzionamento della somma delle singole parti. Da considerare che l’organismo è plasmabile e possiede una capacità illimitata di apprendimento e il cambiamento evolutivo è prodotto da stimoli ambientali e non da caratteristiche interne ed individuali. L’organismo viene quindi modellato o plasmato dall’ambiente in quanto tende a ripetere i comportamenti che hanno avuto conseguenze soddisfacenti (rinforzo positivo) e ad estingue quelli che non le hanno avute (rinforzo negativo). Pertanto il cambiamento è determinato da dalle pressioni ambientali che mutano il comportamento delle persone rinforzando determinati comportamenti, quindi facendo sì che essi si fissino nel repertorio di azioni dell’individuo oppure non Tadiello Sofia Appunti di psicologia dello sviluppo Pagina di 7 165rinforzandone altri e così destinandoli all’estinzione. In questo approccio infatti si ha un ruolo attivo dell’ambiente che fornisce costantemente stimoli e un ruolo passivo del bambino. L’apprendimento è quindi regolato dal condizionamento classico e quello operante e per condizionamento si intende l’associazione di uno stimolo incondizionato (naturale) ad uno condizionato in modo tale che quest’ultimo possa indurre naturalmente la risposta attesa. Quando si parla di condizionamento classico si fa riferimento a Pavlov e il suo esperimento sui cani (condiziona la risposta della salivazione, risposta incondizionata normalmente prodotta da uno stimolo incondizionato=il cibo, allo stimolo condizionato del campanello per produrre una risposta condizionata) e per il condizionamento operante si fa riferimento a Skinner dove la risposta precede lo stimolo che funge da rinforzo. In questo approccio l’apprendimento del linguaggio (Skinner) si spiega con i principi del condizionamento operante: i bambini appendono attraverso i rinforzi forniti dai genitori che intervengono a correggere le espressioni scorrette e a promuovere quelle corrette. Come metodo di indagine si predilige la sperimentazione e l’osservazione con il massimo controllo (esperimento di laboratorio come metodo ottimale per manipolare variabili e controllare il comportamento). Da considerare però che si ritene che nell’approccio comportamentale esista una psicologia dell’apprendimento ma non una dello sviluppo. Ciononostante gli studiosi che si sono ispirati a questo approccio e che ne condividono gli assunti di base, si collocano in due correnti diverse: 1. Comportamentismo radicale (influenzato da Skinner) per cui lo sviluppo è una lunga sequenza di esperienze di apprendimento e secondo il quale i bambini si sviluppano allo stesso modo perché si trovano a vivere esperienze di apprendimento simili. Inoltre l’apprendimento del linguaggio si spiega con i principi del condizionamento operante: infatti i bambini apprendono attraverso rinforzi forniti dai genitori i quali intervengono a correggere le espressioni scorrette e a promuovere quelle corrette. 2. Teoria dell’apprendimento sociale di Bandura: sostiene che l’apprendimento deriva dall’osservazione, anche senza rinforzo in quanto il bambino interpreta e ricorda ciò che osserva, apprende per modellamento e per imitazione. L'apprendimento del bambino non è una semplice risposta a degli stimoli, ciò che impara il bambino è Tadiello Sofia Appunti di psicologia dello sviluppo Pagina di 8 165influenzato dagli aspetti del comportamento osservato e dalla sua capacità di interpretarli e ricordarli. Bandura inoltre ritiene che esistano dei rinforzi intrinseci, che derivano dall’interno dell’individuo piuttosto che dall’esterno, ad esempio il piacere che prova il bambino dopo aver portato a termine un compito faticoso, l’orgoglio e la soddisfazione derivati dal risolvere un problema. In sintesi, la teoria dell’apprendimento sociale attenua le posizioni estreme del comportamentismo e sottolinea il ruolo del bambino nell’organizzare e interpretare le informazioni provenienti dall’ambiente. • Approccio organismico: ritiene l’organismo come un tutt’uno in cui il funzionamento dell’insieme è diverso dalla somma del funzionamento delle singole parti poiché emergono delle proprietà che non sono presenti nel funzionamento delle singole parti. Si tratta quindi di una teoria olistica che sottolinea il concetto di unitarietà e si differenzia dalla concezione atomistica del modello comportamentale. I sostenitori di questo approccio ritengono che l’organismo sia attivo e che si auto-organizzi e il cambiamento risponde ai principi organizzativi intrinseci. Il bambino costruisce gradualmente la propria comprensione, sia di sé, sia degli altri che del mondo esterno attraverso un continuo interscambio con l’ambiente. Ogni nuova scoperta o acquisizione risulta dal modo in cui l’individuo e l’ambiente giungono a coordinarsi l’uno con l’altro. Questo approccio, sul piano metodologico, predilige l’osservazione e la sperimentazione con un grado moderato di controllo. La strategia di ricerca è evolutiva e induttiva: si confrontano bambini di età diverse per individuare i cambiamenti evolutivi e si parte da un’ampia gamma di comportamenti per formulare ipotesi sulla natura delle capacità cognitive sottostanti. All’interno di questo approccio troviamo le teorie di Piaget, di Vygotskij e Werner. •L’approccio innatista: secondo questo il bambino è programmato geneticamente e l’ambiente è solo un fattore che attiva lo sviluppo predeterminato delle competenze. L’acquisizione di abilità specifiche è un processo attivo di scoperta di regole che derivano da una conoscenza innata della sua natura e del suo funzionamento e l’ambiente attiva le abilità innate. Tadiello Sofia Appunti di psicologia dello sviluppo Pagina di 9 165•L’approccio psicoanalitico: considera l’individuo come un organismo simbolico, capace di attribuire significati a se stesso e al mondo. Il cambiamento che caratterizza lo sviluppo è visto come l’esito di conflitti interni (amore-odio) ed è essenzialmente qualitativo e procede secondo stadi ben distinti (stadi psicosessuali di Freud). Questo approccio non è interessato ad indagare le cause o gli effetti del comportamento, ma piuttosto a ricostruire la storia personale degli individui e a cercarne i nessi significativi. I metodi di indagine che implementa sono caratterizzati dal minimo grado di controllo, come l’osservazione naturalistica, il colloquio clinico e l’osservazione della relazione osservatore-osservato. Prospettive teoriche sullo sviluppo cognitivo Esistono tre prospettive fondamentali che spiegano lo sviluppo cognitivo, che in parte si sovrappongono ai grandi approcci teorici. •Maturazionismo: la maturazione è il meccanismo che regola la comparsa delle nuove abilità. Il programma genetico influenza gli schemi generali di sviluppo comuni a tutti i bambini e le tendenze individuali proprie di ciascun bambino perché lo sviluppo dovuto alla maturazione è indipendente dalla pratica e dall’esercizio ad esempio non serve un insegnamento specifico affinché il bambino impari a camminare. Arnold Gesell é il più importante sostenitore e il primo a sottolineare il ruolo della base biologica nel determinare le tappe di sviluppo del bambino. È stato colpito dalla regolarità con cui compaiono le prime abilità motorie del bambino e ha ipotizzato che la sequenza e la scansione temporale che caratterizzano queste abilità siano il prodotto di un programma genetico predeterminato. In un esperimento, Gesell ha preso in esame una coppia di gemelle di 11 mesi che non erano ancora in grado di arrampicarsi sulle scale. Ha sottoposto una delle gemelle a quotidiane sedute di addestramento, mentre l’altra gemella che riceveva alcun trattamento (non possedeva ancora questa abilità). Qualche tempo dopo la gemella di controllo (la seconda gemella) ha cominciato spontaneamente ad arrampicarsi sulle scale e venne sottoposta ad un intenso periodo di addestramento. Alla fine, le gemelle erano ugualmente abili ad arrampicarsi sulle scale e non vi era alcuna differenza tra di loro. Con questo Gesell ha voluto dimostrare che l’esperienza Tadiello Sofia Appunti di psicologia dello sviluppo Pagina di 10 165gioca un ruolo marginale, accelerando o ritardano la comparsa di alcune abilità che si sarebbero comunque manifestate sulla base di un programma genetico. - Chomsky si ispira al maturazionismo per spiegare la comparsa del linguaggio nel bambino: sostiene che la capacità di acquisire il linguaggio sia innata e specifica dell’essere umano, ma che l’esperienza gioca un ruolo nell’effettivo processo di acquisizione della lingua materna: l'ambiente é cioè un attivatore dell’abilità innate. L’acquisizione di una abilità specifica è un processo attivo di scoperta continua di regole che derivano da una conoscenza innata della sua natura e del suo funzionamento ed è iscritta nel patrimonio genetico della specie umana. Le abilità sono considerate domini specifici innati, indipendenti dall’intelligenza e dalle altre abilità e la conoscenza precede l’esecuzione, cioè il bambino possiede le regole prima di utilizzarle. •Comportamentismo (Bijou e Baer): Bijou e Baer sono gli studiosi che hanno applicato la teoria di Skinner allo studio dello sviluppo cognitivo e sostengono che la cognizione è una particolare classe di comportamenti, sottoposta al controllo dei fattori ambientali. Soltanto i comportamenti esterni osservabili possono essere oggetto di indagine scientifici, mentre bisogna evitare di ricorrere a costrutti interni ossia a tutto ciò che si trova dentro la testa del bambino. La ricerca sullo sviluppo cognitivo da parte dei comportamentisti si ispira ai principi del: ▪ Riduzionismo: il comportamento può essere ridotto ad una serie di comportamenti semplici, quindi occorre studiare le singole unità comportamentali. ▪ Parsimonia: prevede che i meccanismi dell’apprendimento operino allo stesso modo per l’intero ciclo vitale, pertanto non è necessario confrontare gli individui in momenti diversi del loro sviluppo. Critiche dei principi ispiratori del comportamentismo: - l'apprendimento non funziona in modo uniforme, non è indipendente dal materiale che va appreso e dalle relazioni che esso ha con le conoscenze già padroneggiate dall’individuo. - le prestazioni cognitive sono influenzate dal contesto e dal significato del compito. - il cambiamento evolutivo influenza le capacità di apprendimento e memoria in quanto cambia le strategie che l’individuo utilizza nell’eseguire i compiti cognitivi Tadiello Sofia Appunti di psicologia dello sviluppo Pagina di 11 165•Costruttivismo: si afferma negli anni ’60 grazie alla diffusione della teoria di Piaget, che nega che la psicologia dello sviluppo si possa ridurre a psicologia dell’apprendimento e sostiene che il pensiero infantile sia qualitativamente diverso dal pensiero adulto. I bambini costruiscono attivamente le proprie credenze e conoscenze, che sono discrepanti rispetto a quelle adulte e costruisce gradualmente inoltre la propria comprensione della realtà attraverso un’interazione bidirezionale con l’ambiente. Nel corso dello sviluppo il sistema cognitivo subisce una serie di trasformazioni, che corrispondo a strutture intellettive di crescente complessità e stabilità e ciascuna riflette un migliore equilibrio tra individuo e ambiente. Queste strutture compaio secondo una serie di stadi di sviluppo secondo una sequenza invaiante e universale e ogni acquisizione del bambino é il modo in cui individuo ed l’ambiente giungono a coordinarsi e adattarsi l’un con l’altro. Anche questo metamodello è stato sottoposto a numeroso critiche tra le quali troviamo il fatto che questo assuma che il cambiamento sia di carattere teleologico (eventi che avvengono in funzione di un fine/scopo) ma si può osservare dal comportamento degli esseri umani che non esiste un percorso unico di arrivo valido per tutti. Inoltre questo metamodello assume che le persone differiscano solo nella velocità di arrivo al punto universale ma, dall’osservazione del comportamento delle persone si può osservare il contrario: lo sviluppo può assumere percorsi differenti in quanto c’è plasticità nel cambiamento e una multi-direzionalità nello sviluppo poiché, man mano che prendiamo delle decisioni queste ci porteranno progressivamente in direzioni diverse a seconda delle decisioni che abbiamo preso precedentemente. Infine il metamodello del costruttivismo assume che con l’avanzare dell’età diminuisca l’accentuarsi delle differenze interindividuali ma nella realtà avviene il contrario. Da considerare inoltre che la teoria stadiale è apparsa come un’ipersemplificazione perché riduce lo sviluppo all’evoluzione di singole strutture unitarie. - le descrizioni di Piaget sulle strutture intellettive, non corrispondono ai processi che l’individuo mette in atto nel risolvere un problema, ma forniscono modelli logici astratti e lontani dal comportamento reale. Ecologia dello sviluppo Lewin: precursore dell’ecologia dello sviluppo Tadiello Sofia Appunti di psicologia dello sviluppo Pagina di 12 165Fino agli ‘70 gli psicologi tendevano a considerare il contesto limitato al rapporto madre- bambino in famiglia o all’interazione tra bambino e compagni di scuola. Dopo gli anni ’70 si è iniziato a considerare il termine “contesto” in modo più allagato ed esteso considerando quindi lo sviluppo come un processo che avviene nel contesto, contesto che non è più ristretto alla madre e al figlio ma un contesto più allargato. Da questo è nata la teoria ecologica dello sviluppo il cui fondatore è Urie Bronfenbrenner. Questo ha sottolineato l’importanza del contesto e dell’individuo all’interno dell’ambiente ecologico inteso come una serie ordinata di strutture, incluse l’una nell’altra, che corrispondono a dei cerchi concentrici. Ciononostante, il precursore della teoria ecologica dello sviluppo è stato Kurt Lewin il quale ha elaborato la sua teoria di campo la cui affermazione fondamentale è l’ambiente psicologico deve essere descritto in termini psicologici quindi Lewin prende l’esistenza di un ambiente psicologico individuale ossia di quello spazio di vita che è percepito e vissuto dal singolo individuo in relazione alle sue caratteristiche personali e in un dato momento (in un dato momento = all’ambiente vengono attribuite delle proprietà dinamiche di cambiamento). Si può quindi affermare che è stato Lewin ad applicare alcuni principi della Gestalt all’ambito di studio della personalità e dello sviluppo. Una delle prime distinzioni che Lewin fa è tra persona (p) e tutto ciò che è fuori di essa (non - p) ossia tutto ciò che non è significativo per la persona in un dato momento. Lewin definisce inoltre anche l’ambiente che si riferisce a tutto ciò che è significativo per la persona in quel determinato momento. La persona e l’ambiente, secondo la sua ideologia, costituiscono lo spazio di vita. Infine l’equazione che lega il comportamento, la persona e l’ambiente è: C = f (P ,A) ossia il comportamento è una funzione congiunta della persona e dell’ambiente in un dato momento dove la persona è una persona con le sue caratteristiche e componenti biologiche e l’ambiente è l’ambiente psicologico. C’è inoltre da specificare che gli oggetti possiedono una valenza e quindi creano forze di attrazione e di repulsione espresse da un segno positivo/negativo. Il segno e l’intensità della valenza di un oggetto dipendono dallo stato dei bisogni di un certo individuo un momento dato. Fattori di ecologia psicologica Tadiello Sofia Appunti di psicologia dello sviluppo Pagina di 13 165Ai margini dell’ambiente si collocano i fattori di ecologia psicologica (fattori sociali, fattori di natura fisica che incidono particolarmente sull’ambiente psicologico come la povertà…) che non fanno parte dell’ambiente ma che possono influenzarlo in un certo momento o più durevolmente. Un compito proprio dell’ecologia psicologica è quello di studiare come gli eventi di una zona di confine influenzano lo spazio di vita. Si tratta di fattori di natura fisica che incidono particolarmente sull’ambiente psicologico ma ci sono anche aspetti sociali importanti di cui si occuperà Bronfenbrenner, come la povertà, il reddito al di sotto di certi livelli, il fattore di carattere economico. Pertanto questi fattori possono essere di diversa natura, possono appartenere all’ambito economico, sociale, culturale (quindi non fanno parte dell’ambiente ma lo possono influenzare). Per Lewin esistono dunque tre aree: •Area 1: spazio di vita (S) = P+A la persona e il suo ambiente psicologico; •Area 2: processi che si svolgono ad altri livelli che non hanno influenza in quel dato momento per quell’individuo (zona non p); •Area 3: zona di confine dove operano i fattori di ecologia psicologica che possono influenzare l’ambiente psicologico in un dato momento o più durevolmente. Tra i fattori che possono influenzare l’ambiente in maniera più durevole rientrano i i fattori di ecologia sociale delle sviluppo di cui si è occupato Brofenbrenner. Bronfenbrenner, fondatore dell’approccio ecologico allo sviluppo, sottolinea la complessità della nozione di contesto e individua all’interno dell’ambiente ecologico una serie ordinata di strutture, incluse l’una nell’altra, che corrispondono a cerchi concentrici. L’autore ha quindi elaborato un modello cronosistemico dei rapporti tra individuo e ambiente dando particolare rilevanza alle proprietà dinamiche e temporali dei rapporti tra individuo e ambiente, teorizzando un sistema di livelli di contesti ambientali che sono interdipendenti. Il sistema di Bronfenbrenner infatti segue un ordine crescente che va dal microsistema (quello più vicino al soggetto in via di sviluppo ed è quello che sperimenta direttamente) al macrosistema (quello più esterno e rappresentato dal contesto sociale che è sempre in modificazione e che ha effetti su tutti i livelli più interni) e i livelli di sistema superiori influenzano quelli inferiori. I. Primo livello. Il microsistema corrisponde ad una situazione ambientale precisa in cui è inserito l’individuo (relazione con il genitore) Tadiello Sofia Appunti di psicologia dello sviluppo Pagina di 14 165II. Secondo livello. I mesosistemi corrispondono ad un sistema di microsistemi. Qui si va al di là delle singole situazioni ambientali e si considerano le relazioni tra di esse. Ex: l’abilità di un bambino nell’imparare a leggere e scrivere all’inizio della scuola elementare dipende non solo da come gli viene insegnato, ma anche dai legami esistenti tra scuola e famiglia ecc. III.Terzo livello: esosistema: sono rappresentati da contesti che il bambino non sperimenta direttamente ma che hanno importanti conseguenze sui sistemi più interni, ad esempio le condizioni di vita e di lavoro della famiglia. Questo significa che lo sviluppo di un individuo viene influenzato da eventi che si verificano in situazioni ambientali in cui egli non è neppure presente. IV . Quarto livello: macrosistema corrisponde al complesso di valori, ideologie, culture, istituzioni, risorse sociali ed economiche ossia alla politica sociale e ai servizi che caratterizzano la comunità socioculturale in cui è inserito l’individuo. In successive revisioni delle teoria Bronfebrenner ha riconosciuto anche la rilevanza degli aspetti biologici e genetici della persona al fine dello sviluppo umano e per questo la teoria è stata chiamata modello bioecologico. Dieci anni dopo lo stesso Bronfenbrenner si rese conto che molte ricerche, influenzate dalla sua volontà di includere il contesto, tendevano a ignorare l’individuo che si sviluppa, ovvero il bambino. Si era verificato un vero e proprio spostamento eccessivo dell’interesse nella direzione opposta. Le differenze inter e intra individuali nello sviluppo Fino a qualche anno fa hanno avuto particolare seguito le concezioni stadiali delle teorie dello sviluppo cognitivo, nel caso di Piaget, e affettivo nel caso di Freud. Gli stadi teorizzati dai suddetti forniscono utili criteri di riferimento cui ancorare lo sviluppo di ampie popolazioni, da considerare che però è stato messo in dubbio il loro livello di validità in quanto, con il passare del tempo, si è delineato sempre più l’interesse per l'analisi delle differenze individuali, aspetto trascurato dalle teorie stadiali, rispetto all’interesse per gli aspetti comuni ad una larga popolazione. Quando si parla di differenze individuali si fa riferimento a delle differenze intese sia come differenze nello sviluppo di individui diversi (interindividuali) sia come differenze tra aspetti dello sviluppo in uno stesso individuo Tadiello Sofia Appunti di psicologia dello sviluppo Pagina di 15 165
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