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Teorie e Metodi della Psicologia Sociale:
Negli appunti si trovano argomenti relativi alla disciplina psicologia sociale, tra i quali, la definizione della stessa, i suoi metodi di indagine. Troviamo inoltre la cognizione sociale, gli schemi, la percezione sociale e le relative teorie. Si incontra inoltre il sé, lo schema del sé, l'autostima e la motivazione del sè (con relative teorie). Si parla poi di atteggiamenti, la loro definizione, il loro ruolo, il loro cambiamento e la loro relazione con il comportamento (atteggiamento e comportamento sono due cose diverse) con le relative teorie a loro annesse. Infine si affrontano i concetti di stereotipo e pregiudizio: cosa sono, le loro differenze e le tipologie e si conclude con l'aggressività.
Dettagli appunto:
- Autore: Sofia Tadiello
- Università: Università Telematica Internazionale Uninettuno
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia
- Esame: Teorie e Metodi della Psicologia Sociale
- Docente: Bianca La Gioia
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Teorie e Metodi della Psicologia Sociale Appunti di Sofia Tadiello Università Telematica Internazionale Uninettuno Facoltà: Psicologia Corso di Laurea: Discipline psicosociali Esame: Teorie e Metodi della Psicologia Sociale Docente: Bianca La Gioia A.A. 2020-2021Cos’è la psicologia sociale: origini Cos’è la psicologia sociale La psicologia sociale è una disciplina che si occupa dello studio scientifico del modo in cui le persone e i gruppi percepiscono e pensano gli altri, li influenzano e si pongono in relazione con essi. Il termine psicologia sociale fu coniato dall'italiano Carlo Cattaneo in un articolo della rivista da lui fondata Il Politecnico. Questo in realtà non era dedicato alla psicologia sociale in generale, ma il tentativo di applicare il pensiero di Hegel alle relazioni interpersonali. A causa della lingua l'articolo non ha avuto un'ampia diffusione , di conseguenza neanche il termine, ma la maggiore diffusione ce l’ha avuta il testo di Lindner il quale sosteneva che la società non è nulla se non l'insieme delle persone in quanto la sua vita mentale non è altro che ciò che accade nella vita mentale delle persone che la compongono. Questa disciplina focalizza attenzione sull'articolazione tra i processi psicologici e quelli sociali, studia quindi l'interoggettività intesa come relazione tra persone, tra gruppi e tra la persona e il contesto sociale in cui vive. Studia in particolare i modi e le forme con cui l'esperienza, l'attività mentale e pratica e i comportamenti si articolano con il contesto sociale. Tale articolazione è analizzata sia a livello dei processi basici della vita di relazione che sono quelli implicati nell'attività cognitiva, sia a quei fenomeni che questi processi vengono a costruire operando nell'ambito concreto dell'interazione sociale: atteggiamenti, pregiudizi, rappresentazioni sociali, influenza sociale. La psicologia sociale è un insieme di strategie per rispondere a domande socialmente rilevanti. È opinione comune pensare che nei contesti scientifici, i ricercatori non possono esprimere posizioni personali, soggettive in quanto tutto deve limitarsi al piano oggettive. Ma, come accade anche in altre discipline, anche per i ricercatori che si occupano di psicologia sociale, i valori del ricercatore penetrano nel lavoro attraverso due vie: manifesta o non manifesta. Quindi, è inevitabile che i valori di cui sono portatori gli psicologi sociali influenzino ciò che poi pensano o che scrivono. Scienziati e filosofi oggi sono d'accordo sull'affermare che la scienza non è mai del tutto oggettiva poiché, anche gli scienziati non si limitano a leggere semplicemente la natura ma la interpretano sulla base delle loro categorie mentali. Nella nostra vita quotidiana noi vediamo il mondo attraverso le lenti delle nostre percezioni. Tadiello Sofia Appunti teorie e metodi della psicologia sociale Pagina di 3 200Le radici europee della psicologia sociale: la psicologia delle folle e la Volkerpsichologie e il suo sviluppo in Europa Le radici della psicologia sociale vengono fatte ricondurre a due approcci sviluppatisi in Europa nel XIX secolo. Entrambi gli approcci si focalizzano sulla società invece che sull’individuo e adottano una prospettiva osservativa-interpretativa piuttosto che sperimentale tanto che entrambi gli approcci si inscrivono entro la matrice socio-costruttivista secondo la quale la costruzione della conoscenza da parte dei soggetti affonda le radici nel contesto sociale: un contesto organizzato nei sistemi simbolici reali cui le persone appartengono. Tra gli approcci rientrano la psicologia delle folle di origine italo francese e la psicologia dei popoli di origine tedesca. La psicologia delle folle La psicologia delle folle nasce in Francia alla fine del XVII secolo, in un clima di forti rivoluzioni e cambiamenti sociali. Il termine psicologia delle folle trova origine dal testo di Gustav Le Bon, un volume che ha avuto grande successo e che è stato ripreso poi da grandi della psicologia come Freud. Il suo merito è stato quello di occuparsi di un tema che incuteva timore nella società dell'epoca: le folle, espressione di grandi movimenti di massa quali quello che aveva condotto alla rivoluzione francese o all'organizzazione dei lavoratori. La psicologia delle folle trae origine da due diverse tradizioni: quella medica e quella criminologica. Dalla tradizione medica trae il concetto di suggestione ipnotica che abbassa il livello di coscienza dell’individuo fino rende la mente dello stesso più primitiva (da qui derivano i concetti di irrazionalità, emotività e primitivismo che vengono utilizzati per descrivere le folle) e il concetto di contagio secondo il quale il contagio mentale giustifica la forte emotività delle folle in preda all’agitazione. Dalla criminologia invece, trae il concetto di responsabilità ridotta dell’individuo nella folla secondo il quale, la persona all’interno della folla diventa primitivo, irrazionale, infantile, meno responsabile e con un minor autocontrollo. Entrambe le fonti di ispirazione di questa disciplina si basano sul concetto di anormalità secondo la quale, l’individuo che singolarmente è ritenuto “normale”, all’intero della folla diventa “anormale” in quanto irrazionale, emotivo, con minor responsabilità e autocontrollo. Tadiello Sofia Appunti teorie e metodi della psicologia sociale Pagina di 4 200Le Bon offre un'immagine negativa delle folle in quanto crede che siano caratterizzati dalla presenza di irrazionalità. A suo avviso quindi, le persone si annullano nella folla, i loro sentimenti le loro idee si polarizzano e si genera una sorta di corpo composto da elementi eterogenei saldati tra di loro, che manifestano caratteristiche comuni di pensiero e di azione molto diverse da quelle di cui ciascuno risultava portatore. A parere di Le Bon ciò è dovuto al fatto che il comportamento umano è sorretto da motivi inconsci comuni che portano la folla sviluppare un'anima collettiva. Secondo le bon alla base di questo fenomeno si collocano tre meccanismi fondamentali: il contagio mentale, secondo il quale si propagandano atti e sentimenti che portano a confondersi con l'anima collettiva, il senso di potenza, che si genera dal riunirsi e che ha come conseguenza la riduzione del senso di responsabilità e del corretto rapporto con la realtà e la suggestionabilità che è il meccanismo ritenuto da Le Bon il più importante per spiegare il comportamento delle folle in quanto viene messa in moto dall'indebolirsi della coscienza e annulla la volontà personale trasformando la persona in un automa che agisce all'interno di una folla. Le Bon inoltre sviluppato idea dell'importanza dell'esistenza di capi all’interno delle folle e soprattutto delle loro personalità in quanto devono essere caratterizzati da una forte volontà, capace di imporsi e di guidare un "gregge che non può fare a meno di un padrone”. A differenza di Le Bon, Gabriel Trade, sostenitore di questo approccio, rifiuta l'idea che la realtà collettiva sia un'entità autonoma delle persone che la compongono e, a suo parere, dietro ogni fatto sociale c’è la persona e il suo contesto di vita. Ciò non significa che le persone non si influenzino tra loro anzi, questo processo è alla base di ogni fenomeno psichico e sociale sottoforma di imitazione. Alla base della vita sociale ci sarebbero tre cause di ordine psicologico: il desiderio che spinge ad agire verso ciò che si crede desiderabile, l'invenzione che è definita come l’attuazione individuale del processo di pensiero e la relazione interpsicologica che è intesa come luogo dell'intersezione tra i primi due, a sua volta centro di nuovi sviluppi e creazioni. Mentre l'invenzione crea modelli di comportamento originali e provoca differenze sociali, limitazione diffonde progressivamente le novità spingendo le masse ad adeguarvisi. La psicologia dei popoli La psicologia dei popoli e nasce in Francia e negli stessi anni si sviluppa e si diffonde in Germania prendendo il nome di Volkerpsichologie che è un termine di difficile traduzione ma chi è realtà indica una psicologia sociale comparata e storica che si occupa dei prodotti della Tadiello Sofia Appunti teorie e metodi della psicologia sociale Pagina di 5 200cultura che derivano dall'interazione sociale. Si tratta di una psicologia che esprime lo spirito tedesco di quell'epoca, il forte nazionalismo e lo sforzo politico di riunificare dello Stato nazione Germania basati sull'assunto che la forma di base dell'associazione umana sia il Volk in cui avvengono la formazione e l'educazione degli individui e il cui spirito mente costituisce il principio mentale unificante o idea. Il massimo esponente è stato Wilhelm Wundt che scrive tra il 1900 e il 1920 il libro intitolato psicologia dei popoli in cui afferma di considerare distinte ma complementari la psicologia sperimentale la psicologia sociale: la prima studia l'individuo con metodi sperimentali al contrario, la seconda, si occupa di fenomeni collettivi non indagabili sperimentalmente. Gli assunti di base di questo approccio sono che l'essere umano ha una natura sociale e quindi è centrale lo studio del rapporto tra persone e comunità e che l'oggetto della psicologia è lo studio del rapporto tra le persone e i prodotti della loro interazione che a loro volta influiscono sulle menti delle persone arricchendole. La psicologia delle folle e la psicologia dei popoli, dopo una fase di espansione in tutta Europa, subiscono un radicale declino che le porta quasi scomparire all’inizio del XX secolo. In Europa, la psicologia sociale sembra assopirsi tanto che fino alla metà degli anni ’40 non si può dire che fosse individuabile come disciplina specifica e non si poteva identificare una comunità di psicologi che si riconoscesse sotto questa denominazione. Esistevano però singoli studiosi che svolgevano ricerche in ambito sociale e che venivano definiti come socio psicologi. Tra questi va ricordato Willy Hellpach in Germania, fondatore nel 1923 del primo laboratorio europeo di psicologia sociale e il primo autore del volume di psicologia sociale nel 1933. Solo dopo il 1945, grazie alla collaborazione con gli Stati Uniti, la psicologia sociale europea inizia una lenta ma solida ripresa. Il punto di inizio viene collocato nello studio Seven Nations Study, un progetto di ricerca interculturale e interdisciplinare sulla minaccia e il rifiuto. La ricerca non ha prodotto risultati scientificamente rilevanti ma ha consentito ad un gruppo di psicologi europei di riconoscersi in una identità di gruppo, nasce così l’associazione europea di psicologia sociale sperimentale. La psicologia sociale europea manifesta da subito una forte identità distintiva rispetto alla psicologia sociale nordamericana (ritenuta eccessivamente individualista). Le critiche rivolte alla stessa erano sostanzialmente due: l'assunzione di una prospettiva individualista in base alla quale il comportamento sociale veniva spiegato quasi esclusivamente in riferimento a processi individuali. In particolare, Ta j f e l nel suo articolo afferma che la psicologia sociale nordamericana si era dedicata per troppo tempo Tadiello Sofia Appunti teorie e metodi della psicologia sociale Pagina di 6 200allo studio dei processi propri dell'uomo in quanto specie e quindi presenti nel comportamento umano ma non specifici di quest’ultimo. In una seconda istanza vi è l'assunzione di una concezione della società ingenua e astorica, intesa come semplice aggregato di individui collegati tra loro da relazioni interpersonali. A parere di Tajfel, la società è una struttura propria che non può essere definita in base alle peculiarità delle singole persone. In sintonia con le riflessioni di Tajfel, Moscovici, criticando a sua volta la posizione della psicologia sociale nordamericana, sostiene che l'oggetto della psicologia sociale è rappresentato dal comportamento simbolico dei soggetti sociali, persone o gruppi. Il suo pensiero si sviluppa attorno all'assunto che l'oggetto di studio della psicologia sociale è il conflitto che si genera tra persona e società e questo conflitto è una tensione continua che può trovare punti di risoluzione e di equilibrio sia nella storia delle persone sia nella storia dei gruppi. Mentre la psicologia si avvale di una lettura di tipo binario della realtà, una lettura in cui il soggetto partecipante e l'oggetto sono separati e definiti indipendentemente uno dall’altro, Moscovici propone una visione ternaria dei fatti e delle relazioni. Questa si aggira su tre poli: soggetto individuale, soggetto sociale e oggetto. Tra soggetto e oggetto si inserisce quindi un terzo elemento che funge da mediatore ossia il sociale. Pertanto, la relazione tra soggetto e oggetto è sempre mediata dall'altro attraverso le rappresentazioni e le credenze. La psicologia sociale in America L’esordio 1885-1934 Lo psicologo dell'Università dell'indiana Norman Triplett è considerato il primo ricercatore di psicologia sociale. Nel 1895 si è posto la seguente domanda: “com’è la performance di una persona quando sono presenti altre persone?". Ideò così il primo esperimento di psicologia sociale in cui poter studiare il fenomeno in maniera precisa. In questo studio ha chiesto dei bambini di avvolgere velocemente della lenza da pesca sui rispettivi rocchetti in presenza di altri bambini o da soli. Come aveva previsto, i bambini avvolgevano il filo più velocemente quando si trovavano in presenza di altri rispetto a quando erano da soli. Questo studio è stato pubblicato nel 1897 ed è ritenuto il primo in cui il metodo sperimentale è stato applicato alle scienze umane e il suddetto fenomeno è oggi noto come il fenomeno di facilitazione sociale. Nonostante Norman Triplett abbia condotto il primo esperimento di psicologia sociale, il metodo della nascita di questa disciplina, come disciplina autonoma, viene attribuito allo Tadiello Sofia Appunti teorie e metodi della psicologia sociale Pagina di 7 200psicologo William McDougall e allo sociologo Eduard Ross i quali nel 1908 pubblicarono due testi nel cui titolo comparivano le parole "psicologia sociale”. Tra i due c’erano come delle differenze nelle loro teorie: McDougall (che ha definito la sua psicologia come “ormica”, dal greco impulso) sosteneva che la persona dovesse essere la principale unità di analisi della nuova disciplina, Ross sottolineava l'importanza del gruppo e dello studio dei comportamenti collettivi che, a suo parere, esercitano una grossa influenza sulla persona determinandone pensieri, opinioni ma anche sentimenti e interessi. Sarà un terzo psicologo, Floyd Allport, a formulare la prima definizione di psicologia sociale affermando che non esiste una psicologia dei gruppi che non sia essenzialmente ed interamente una psicologia degli individui. Propone quindi una concezione individualista della psicologia sociale cioè una scienza sperimentale e del comportamento i cui fenomeni sociali e i gruppi, non hanno bisogno di modelli teorici specifici in quanto possono essere compresi tramite modelli utilizzati per capire le singole persone ed indagati con gli stessi metodi. Gli anni della costituzione: 1935-1945 A seguito della crisi del ’29 e molti giovani psicologi hanno perso lavoro e hanno iniziato ad occuparsi di tematiche sociali. Molti di loro nel 1936 hanno fondato un'associazione che ancora oggi è attiva ed è la SPSSI dedita allo studio di questioni sociali quotidiane presenti in quello che definiscono il real word. A loro va anche il merito di aver iniziato a introdurre il tema dei valori e dell'etica nell'ambito della psicologia sociale.contemporaneamente l'ascesa del nazismo in Europa ha comportato l'impossibilità per molti psicologi ebrei di esercitare e lavorare nelle università europee, di conseguenza molti di loro emigrarono negli Stati Uniti. In questo periodo uno dei più importanti psicologi è stato Kurt Lewin: un ebreo fuggito dalla Germania nazista E uno dei quali ha contribuito alla costruzione della SPSSI. L’SP Lewin era convinto che la psicologia sociale non dovessi scegliere tra essere una scienza pure una disciplina applicata ma che dovesse essere entrambe. Fino alla sua morte ha delineato gli orientamenti di gran parte della psicologia sociale ed è per questo ritenuto il fondatore della moderna disciplina. La rapida espansione: 1946-1969 Grazie ad ingenti somme di denaro destinati alla ricerca e alla presenza degli psicologi europei emigrati sul suolo americano, la psicologia sociale ha vissuto tra la fine degli anni 40 alla fine degli anni 60 un momento di grande e rapida espansione. Tadiello Sofia Appunti teorie e metodi della psicologia sociale Pagina di 8 200Anni della crisi e della rinascita: 1970-1984 All'inizio degli anni 70 gli psicologi sociali iniziarono a dubitare della correttezza di alcune procedure di ricerca nonché a porsi domande in merito all'etica della ricerca sociale, di conseguenza si verificò una grande crisi di fiducia nei confronti di questa disciplina tanto che vennero messi in discussione i risultati raggiunti dalle ricerche condotte precedentemente. Inoltre sono stati contestati anche i metodi di ricerca utilizzati e soprattutto quello dominante all'epoca ossia il metodo sperimentale di laboratorio. Molti psicologi definirono alcune pratiche utilizzate negli esperimenti di laboratorio come non etiche in quanto hanno osservato che le aspettative dello sperimentatore influenzavano spesso gli esiti della ricerca. A seguito di questa crisi sono stati poi stabiliti standard etici più rigorosi e il metodo sperimentale di laboratorio restò quello privilegiato, nonostante poi molti psicologi si avvicinarono al metodo correlazionale e ad altri metodi di ricerca. Gli anni dell’espansione e della visione pluralistica della psicologia sociale:1985-oggi Dalla metà degli anni 80, gli psicologi sociali americani hanno avviato un lavoro di confronto integrazione tra le diverse anime sia culturali, sia metodologiche, sia teoriche presenti nella psicologia sociale. Un recente sviluppo all'interno della psicologia sociale è quello relativo alle neuroscienze sociali d e finite linee generali come la disciplina che studia come i processi neurofisiologici implementino i processi comportamenti sociali. La psicologia sociale di Lewin Tra i padri fondatori della psicologia sociale tutti riconoscono un posto particolare a Kurt Lewin il cui lavoro è stato costantemente caratterizzato dall'interesse per i problemi concreti e contemporaneamente per i problemi di fondazioni teoriche. Dal punto di vista epistemologico, Lewin a proposto la distinzione tra concezione aristotelica e concezione Galileiana della scienza. La prima giunge ad una conoscenza di tipo classificatorio ossia si basa sull'assunto che gli eventi che si possono studiare scientificamente sono quelli che si ripetono con una certa frequenza e che quindi consentono di dedurre leggi stabili ed elementi comuni. La seconda è di natura genetico-condizionale e sostiene che tutti gli eventi seguono delle leggi, anche quelli più rari, questa concezione non focalizza l'attenzione sugli elementi comuni o costanti ma sul rapporto che intercorre tra loro verificarsi e la presenza nell'ambiente di determinate condizioni. Tadiello Sofia Appunti teorie e metodi della psicologia sociale Pagina di 9 200Lewin raggiunge la notorietà con la sua teoria di campo che definisce come un metodo, un metodo di analisi delle relazioni casuali fra eventi e la produzione di costrutti scientifici, orientata a fornire una comprensione scientifica dei fatti sociali. L'assunto di base di questa teoria è che qualsiasi comportamento (determinato dall’interazione nello spazio vitale tra fattori individuali e ambientali interconnessi tra loro n una relazione psicologica) entro un campo psicologico dipende dalla configurazione del campo ossia in quello specifico momento. Il campo viene definito come la totalità dei fatti coesistenti nella loro interdipendenza, le leggi del campo, quindi, non derivano dalle caratteristiche dei singoli elementi presenti in esso, ma dalla sua configurazione globalmente considerata e quindi dall'energia che il campo possiede e dalla direzione delle forze. Il campo è un sistema dinamico, un sistema di forze e per Lewin le proprietà di ogni fatto derivano dalla relazione con tutti gli altri fatti presenti e, in base a questo sistema di interrelazioni, ogni fatto trova la sua spiegazione e la sua funzione nel concorrere alla dinamica del sistema. Lewin individua tre ambiti in cui i mutamenti sono particolarmente interessanti ossia: •Lo spazio di vita: ossia la relazione tra persona (P) e ambiente psicologo (A) così come viene visto dalla stessa persona. Da questo, Lewin afferma che il comportamento di una persona è funzione sia di elementi personali sia di elementi ambientali. •I fatti: questi, non avendo effetti diretti sulla persona, non entrano nel campo psicologico anche se sono presenti nel mondo fisico e sociale. •I fatti posti nella zona di confine o di frontiera tra spazio di vita e il mondo esterno in un processo di interscambio attraverso processi percettivi. A Lewin si devono altri due contributi importanti: l’analisi della dinamica dei gruppi e la focalizzazione sulla ricerca-azione. Per Lewin il gruppo è una totalità dinamica connotata dall'interdipendenza dei membri. È un'unità in grado di esprimere comportamenti e valori culturali diversi da quelli del singolo membro e numerosi poi sono stati gli studi sulle dinamiche di gruppi collaborativi, non collaborativi e sull’approccio dello stile del leader. Tadiello Sofia Appunti teorie e metodi della psicologia sociale Pagina di 10 200La cognizione sociale Argomenti: Cognizione sociale Radici teoriche da cui si origina la cognizione sociale Metodi di indagine che vengono implementati: introspezione, analisi delle risposte comportamentali Cognizione sociale Per cognizione sociale si intende un insieme di modelli per lo studio delle strutture cognitive e dei processi di elaborazione dell'informazione sociale. Si cerca di capire in che modo gli individui attribuiscono un senso alle loro esperienze e come interpretano il proprio e altrui comportamento. Per fare questo si analizza il funzionamento delle strutture cognitive e dei processi di elaborazione dell'informazione sociale. Per strutture cognitive si intendono i sistemi di rappresentazione mentale che ci permettono di interagire con il mondo delle nostre esperienze e con il mondo al di fuori di noi. Al contrario per i processi di elaborazione dell'informazione sociale si intendono quei processi interni all'individuo che partono dalla presa in carico delle informazioni provenienti dall’esterno per arrivare ad una integrazione, combinazione e trasformazione dell’informazione dando luogo a giudizi, valutazioni e comportamenti. Quando si parla di strutture cognitive si fanno riferimento alle strutture di rappresentazione della conoscenza che ci consentono di ritagliare la realtà all'interno di contenitori ossia di schemi questi ci permettono di interagire in maniera semplice e rapida con gli altri e ne esistono di diversi tipologie. Tra questi rientrano gli schemi di persona e di ruolo, gli schemi di sé e gli schemi di eventi. Schemi di persona e di ruolo Gli schemi di persona riguardano il modo nel quale utilizziamo le strutture di conoscenza per farci un'idea degli altri e, con gli schemi di ruolo, poterci fare un'idea delle loro azioni. Schemi di sé Fanno riferimento alle esperienze e cognizioni che stanno dentro di noi. Schemi di eventi Tadiello Sofia Appunti teorie e metodi della psicologia sociale Pagina di 11 200Sono strutture di rappresentazione di azioni e di sequenze ordinate di azioni all'interno di unità significative ossia di eventi. Radici teoriche da cui si origina la cognizione sociale I due riferimenti filosofici hanno a che fare con due approcci: l'approccio elementarista e l'approccio olistico. Il primo fa riferimento alla corrente di pensiero che ha caratterizzato il settecento inglese ossia l'empirismo inglese, l'approccio di tipo olistico invece ha una radice riferibile al lavoro di Kant e alla soggettività della mente per come canta la interpreta. Dall'approccio elementaristico deriva una tradizione associazionista che è quella che ha caratterizzato le prime fasi di sviluppo delle conoscenze psicologiche, mentre dall'approccio di tipo olistico deriva la tradizione della psicologia della Gestalt con Kurt Lewin. Lewin è da considerarsi come uno dei padri fondatori della psicologia e uno dei più grossi psicologi sociali che ha elaborato la teoria di campo. In questa si trovano due possibili combinazioni, la prima è la relazione esistente tra l'individuo e la situazione e la seconda è il rapporto tra motivazione e cognizione. Nella prima si fa riferimento alle azioni di un individuo in quanto sono interpretabili sia alla luce di fattori endogeni sia di fattori di tipo situazionale.nel rapporto tra motivazione e cognizione si fa riferimento al fatto che il modo in cui le nostre cognizioni funzionano, si sviluppano e danno luogo dei risultati sono frutto anche di una spinta di tipo motivazionale in quanto molti dei nostri comportamenti sono il risultato della combinazione tra cognizione e motivazione. Metodi di indagine che vengono implementati: introspezione, analisi delle risposte comportamentali I metodi di indagine che vengono implementati sono due: l'introspezione e l'analisi delle risposte comportamentali. In psicologia i primi esperimenti, le prime indagini empiriche compiute nell'ottocento erano basate sostanzialmente sul metodo introspettivo e cioè veniva dato al soggetto sperimentale il compito di ricostruire e di esporre l'andamento dei propri processi di pensiero. Si immaginava che questo fosse il metodo che più direttamente poteva intervenire nei processi interni all’individuo e nonostante fosse il metodo che aveva suscitato un certo interesse per quel periodo, mostrò dei forti limiti, motivo per il quale è stato criticato da molti. Successivamente c'è stata poi un'altra influenza di derivazione filosofica ossia l'analisi delle risposte comportamentali. È stato un secondo modo di affrontare i modelli di analisi del Tadiello Sofia Appunti teorie e metodi della psicologia sociale Pagina di 12 200comportamento di derivazione comportamentista. Per evitare le difficoltà del metodo introspettivo, la soluzione era di non considerare quello che avveniva nella cosiddetta scatola nera ossia la mente della persona e le uniche cose su cui ci si poteva focalizzare era il comportamento realizzato da quella persona in relazione a certe condizioni di stimolo, in quanto, l'osservatore esterno poteva essere imparziale. Tadiello Sofia Appunti teorie e metodi della psicologia sociale Pagina di 13 200Processi cognitivi, da quelli controllati a quelli automatici Argomenti: Distinzione tra processi automatici e quelli controllati o strategici Priming Influenza dei processi automatici nella vita di ogni giorno Relazione tra componenti automatiche e controllate nel giudizio sociale Continuum del potenziale di inibizione: da quelli automatici e controllati a quelli impliciti ed espliciti Distinzione tra processi automatici e quelli controllati o strategici Nella nostra esperienza quotidiana le molte azioni che realizziamo possono essere imputate ad uno dei due processi: automatici o controllati. Per processi automatici si intendono quei processi non intenzionali, non consapevoli, non controllabili ed efficienti in quanto richiedono poche risorse per il loro funzionamento e la maggior parte sono così destinate ad altre attività; al contrario, i processi controllati e strategici, sono processi intenzionali, consapevoli, controllabili e che richiedono un forte impegno di risorse. Priming Nel 2011 ha vinto il Premio Nobel Daniel Kahneman con il suo libro Pensieri lenti e veloci nel quale spiega l’esistenza di due tipi di processi di pensiero: I. Sistema 1: veloce e intuitivo che presiede l’attività cognitiva autonoma e involontaria II. Sistema 2: lento e riflessivo e legato ad attività e compiti che richiedono attenzione e controllo Le ricerche più recenti hanno dimostrato che il sistema 1 influenza le nostre azioni più di quanto possiamo immaginare perché ancora prima che l’attenzione si focalizzi sul mondo circostante, alcuni stimoli possono influenzare in modo impercettibile e automatico l’interpretazione e il ricordo dell’evento. Se sono in fila e sto ascoltando la musica e dietro di me sento due persone che parlano e una di questa dice la parola “scuola” mi si attiva automaticamente l’interpretazione della frase, lo stesso vale se sto studiando in una stanza in cui c’è un forte profumo di pulito, senza rendermene conto riesco a recuperare più facilmente le parole legate al pulito. Questo perché il nostro sistema di memoria è una rete di associazioni e Tadiello Sofia Appunti teorie e metodi della psicologia sociale Pagina di 14 200il priming è il risveglio o l’attivazione di certe associazioni. Spesso il pensiero e l’agire vengono attivati da eventi di cui non abbiamo la consapevolezza e questo ha delle applicazioni evidenti anche su aspetti della vita quotidiana in cui guardare un film horror da soli ci può far interpretare i rumori della lavatrice o della caldaia come quelli provocati da un possibile intruso. Anche le nostre sensazioni fisiche grazie alle nostre cognizioni incorporate attivano i giudizi sociali e viceversa. Dopo aver tenuto in mano una bottiglia calda le persone sono portate a considerare gli altri in maniera più calorosa e graziosa. Influenza dei processi automatici nella vita di ogni giorno Un esempio dell'influenza dei processi automatici nella vita di ogni giorno è guidare nel traffico mentre faccio altro, mentre parlo col vicino di guida oppure mentre sto pensando qualche problema. Alla fine di queste operazioni non mi rendo conto dell'attività motoria che ho realizzato come accelerare, frenare, cambiare marcia in quanto, per larga parte, si tratta di comportamenti automatici. In psicologia sociale, sia ha la possibilità di individuare situazioni in cui giudizi nei confronti degli altri, oppure le attività volte a realizzare uno scopo, non sono sempre frutto di processi di tipo controllato, ma qualche volta sono frutto di processi che vengono automaticamente. Esempi di ricerca sull'influenza dei processi automatici nella manifestazione di comportamenti, scopi e intenzioni Esperimento di Carver (1983): Priming semantico di ostilità/neutralità e successivo comportamento di insegnante punitivo Per dimostrare l'influenza dei processi automatici nel realizzare delle attività, sono state condotte molte ricerche ed esperimenti tra questi rientra quello di Carver. In questo, Carver collaboratori, prendono un soggetto sperimentale che deve effettuare un compito di priming semantico: al soggetto vengono presentate una serie di parole sullo schermo e la persona deve prendere una decisione sintattica o lessicale rispetto alle parole che compaiono successivamente. Mentre le seconde parole sono quelle su cui soggetto deve prestare attenzione, le prime parole di tipo Prime sono degli stimoli ai quali il soggetto non deve prestare attenzione. Il dato è però che malgrado l’inattenzione intenzionale, sono comunque degli stimoli che entrano nella mappa delle informazioni e che possono avere delle influenze Tadiello Sofia Appunti teorie e metodi della psicologia sociale Pagina di 15 200su comportamenti successivi del soggetto. Le parole Prime appartenevano a due possibili aree concettuali: l'area dell'ostilità oppure l'area della neutralità, evocavano cioè quel tipo di concetti. Successivamente i soggetti erano invitati in un'altra situazione e veniva detto loro che dovevano funzionare da insegnanti cioè dovevano seguire l'apprendimento di un altro soggetto inviando delle punizioni quando lo studente commetteva degli errori. Lo studente realtà si tratta di un collaboratore dello sperimentatore anche se l'insegnante era convinto di dare delle punizioni particolarmente dolorose inviando shock elettrici di intensità incrementali. Quello che veniva misurato (cioè la variabile dipendente) è l'intensità dello shock elettrico inviato per punire l'allievo che sbaglia. Viene dimostrato che i soggetti che inizialmente erano stati poi sottoposti a una condizione di prime in cui le parole erano neutrali inviavano shock elettrici di intensità inferiore rispetto a quelli che avevano subito un priming basato sui concetti di ostilità. Ovviamente non c'era nessuna relazione consapevole tra il compito di priming e il compito di insegnante ma questa si realizzava a livello inconscio e automatico. Esperimento di Bargh (1996) Priming semantico: gentile/rude - neutro e le successive interruzioni al dialogo Nella condizione di partenza si crea un prime semantico in cui soggetti devono completare delle frasi costituite in modo che il completamento avvenisse con delle parole che avevano a che fare con la sfera del gentile o che avevano fare con la rudezza del comportamento o parole neutrali. Alla fine i soggetti vengono invitati in un altro laboratorio e si dice loro di aspettare che lo sperimentatore termini di parlare con un suo collega. La variabile dipendente il numero di interruzioni che i soggetti producono per catturare l'attenzione dello sperimentatore e ne emerge che i soggetti nei quali erano stati attivati i concetti come la rudezza interrompono più frequentemente il colloquio dello sperimentatore. Esperimento di Bargh (1996) Priming semantico: giovane/vecchio e successiva velocità di deambulazione Un altro esperimento di priming semantico basato sulla categoria vecchio e giovane, quello che viene analizzato è i la velocità di deambulazione all'uscita del laboratorio dopo aver effettuato l'esperimento. Le persone che hanno avuto un priming basato sul concetto di vecchiaia sono quelle più lente ad attraversare il corridoio ed impiegano più tempo rispetto alle persone a cui Tadiello Sofia Appunti teorie e metodi della psicologia sociale Pagina di 16 200
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