Appunti sul manuale riguardante le politiche sociali. Vi si analizza la nascita e l'evoluzione del sistema welfare così come inteso in Europa e più specificatamente in Italia, tracciate le linee di definizione delle politiche sociali, del lavoro e sanitarie, in sistemi familistici come quello italiano ed altri che non utilizzano la famiglia come ammortizzatore sociale. Indispensabile per l'esame di politiche sociali
Le politiche Sociali
di Adriana Morganti
Appunti sul manuale riguardante le politiche sociali. Vi si analizza la nascita e
l'evoluzione del sistema welfare così come inteso in Europa e più
specificatamente in Italia, tracciate le linee di definizione delle politiche sociali,
del lavoro e sanitarie, in sistemi familistici come quello italiano ed altri che non
utilizzano la famiglia come ammortizzatore sociale. Indispensabile per l'esame
di politiche sociali
Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
Facoltà: Scienze della Formazione
Corso: Scienze dell'Educazione
Esame: Politiche dei servizi
Docente: Migliavacca
Titolo del libro: Le politiche Sociali
Autore del libro: M. Ferrera
Editore: Il Mulino
Anno pubblicazione: 20061. Analisi delle politiche sociali e del welfare state
L’analisi delle politiche pubbliche è lo studio di come perché e con quali effetti i diversi sistemi politici
perseguono certi corsi d’azione per risolvere problemi di rilevanza collettiva. L’analisi delle politiche sociali
è quindi lo studio di un sottoinsieme di corsi d’azione, volti a risolvere problemi e a raggiungere obiettivi di
natura sociale, ovvero quei problemi che hanno a che fare con il benessere (ovvero il welfare) dei cittadini.
Le politiche sociali riguardano le condizioni di vita degli individui e sono volte a definire le norme, gli
standard e le regole in merito alla distribuzione di alcune risorse ed opportunità. Queste norme sono oggi
incorporate nella nozione di cittadinanza sociale.
Il bisogno è la carenza di qualcosa di necessario per il raggiungimento del benessere, il rischio indica
l’esposizione a determinati eventi che possono accadere e che compiendosi minano il benessere generando
bisogno. Ad entrambi si può far fronte ricorrendo ad opportunità connesse alla sfera del mercato, della
famiglia e delle associazioni intermedie (terzo settore).
- diamante del welfare, costituito appunto dal quadrilatero Stato (contenitore di tutti i processi di produzione
del benessere e regolatore di tali processi),Famiglia,Mercato del lavoro,mondo associativo.
Le politiche sociali forniscono protezione sociale ai cittadini rispetto a rischi e bisogni che riflettono le
caratteristiche della società. Le politiche sociali più importanti sono: politiche pensionistiche (rischio della
vecchiaia, perdita di capacità lavorativa), politiche sanitarie (rischio di malattia e bisogni sanitari
connessi),politiche del lavoro (rischio di restare disoccupati), politiche di assistenza sociale (diversi rischi e
bisogni quali perdita di autosufficienza, povertà economica, difficoltà di accesso all’abitazione, famiglie
disagiate ecc).
L’insieme delle politiche sociali è solitamente denominato come stato di benessere o welfare state.
Il welfare state è costituito da politiche pubbliche, e va collocato sullo sfondo di processi di trasformazioni
economiche e sociali che definiscono la modernizzazione, è nato proprio in risposta alla nuova
configurazione di rischi e bisogni. Attraverso le politiche attuate dal welfare state lo stato fornisce
protezione e bisogni attraverso l’assistenza, l’assicurazione e la sicurezza sociale. Un altro elemento
importante è quello dei diritti sociali, che sono stati una forte innovazione, perché
hanno portato ad una trasformazione della natura dello Stato.
Adriana Morganti Sezione Appunti
Le politiche Sociali 2. Definizione di assistenza sociale
Assistenza: comprende tutti quegli interventi a carattere condizionale e spesso discrezionale che sono volti a
rispondere in modo mirato a specifici bisogni individuali o a categorie circoscritte di bisogni. I primi
interventi statali, già nel 17° secolo, erano di tipo assistenziale. Le prestazioni assistenziali sono subordinate
all’accertamento da parte pubblica di due condizioni: uno specifico bisogno individuale manifesto e
l’assenza di risorse verificata tramite la “prova dei mezzi”, ovvero delle forme di valutazione della
situazione economica. In quasi tutti i paesi europei, ma non in Italia, l’insufficienza economica comporta il
diritto ad avere un reddito minimo garantito. L’assistenza è una forma di protezione selettiva (rispetto alle
condizioni di bisogno e di reddito) e residuale (rispetto alla capacità di risposta individuale o familiare).
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Le politiche Sociali 3. Definizione di assicurazione sociale
Assicurazione sociale: è obbligatoria ed è imperniata sull’erogazione di prestazioni standardizzate in forma
tendenzialmente automatica ed imparziale, sulla base di precisi diritti e doveri. È il nucleo centrale del
welfare state. Essendo di carattere obbligatorio e finanziata tramite contributi ha il potere di coprire rischi
particolari quali l’assicurazione.
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Le politiche Sociali 4. Definizione di sicurezza sociale
Sicurezza sociale: sistema di protezione esteso a tutta la popolazione attiva per quanto riguarda la garanzia
del reddito e a tutti i cittadini per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, fornisce prestazioni uniformi
corrispondenti ad un minimo nazionale ritenuto indispensabile per condurre una vita dignitosa e perciò in
parte scollegate dai contributi versati. La copertura è universale ed ha prestazioni uguali per tutti.
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Le politiche Sociali 5. Evoluzione del sistema welfare
Il welfare state ha subito una traiettoria evolutiva suddivisa in cinque fasi:
1. Instaurazione: 1880-1920: il primo modello di welfare state è rintracciabile nelle misure di assistenza ai
poveri, ai tempi socialmente emarginati. La chiave di svolta è costituita dall’introduzione dell’assicurazione
obbligatoria, alla fine del 19°secolo, che comportò interventi uguali per tutte le persone facenti parte di una
certa categoria. Il primo schema assicurativo era contro gli infortuni, poi arrivò alla vecchiaia e
all’invalidità. Si possono qui distinguere due tipi di fattori. I primi sono detti fattori cornice, costituiti da
problemi funzionali quali garantire la riproduzione e l’integrazione sociale delle masse lavoratrici, il rapido
sviluppo industriale; i secondi sono detti fattori specifici, che erano quelli di carattere politico-istituzionale.
2. Consolidamento: 1920-1945: nel periodo tra le due guerre in molti paesi i rischi assicurativi vengono
estesi e consolidati. Si passa all’assicurazione sociale vera e propria, con la quale si aveva una protezione
minima in base ai bisogni, a prescindere dalla contribuzione.
3. Espansione: 1945-prima metà anni ’70: corrisponde al periodo del “trentennio glorioso”, in tutti i pesi vi
fu una costante estensione ed un miglioramento della protezione offerta dallo Stato. Nei paesi anglo –
scandinavi si arrivò ad un modello universalistico di welfare state, con schemi onnicomprensivi e con
principi egualitari, principalmente finanziato tramite il gettito fiscale. Nell’Europa continentale invece il
modello fu quello occupazionale, basato su diversi schemi professionali, regole e formule di prestazione
differenziate e finanziato tramite contributi sociali. In questo periodo in Italia fu adottato il meccanismo
della ripartizione per il finanziamento delle pensioni: i contributi versati dalla popolazione attiva sono subito
utilizzati per finanziare le prestazioni della generazione inattiva. Questo metodo venne usato con
l’introduzione delle gestioni pensionistiche per lavoratori autonomi.
4. Crisi: anni ’70-inizio anni ’90: la crisi fu originata dall’inadeguatezza delle vecchie soluzioni a fronte dei
nuovi problemi. I due modelli (universalistico e occupazionale) si basavano su premesse socio-economiche
venute a mancare nel corso degli anni. I cali nei tassi di crescita delle economie portarono alla formazione di
deficit pubblici, inoltre gran parte delle economie occidentali sono diventate di tipo post-industriale, ovvero
hanno subito il decentramento produttivo, i consumi differenziati e i rapporti di lavoro flessibili. Cambia
anche la famiglia, che diventa più instabile perché le donne iniziano a chiedere il divorzio e partecipano al
lavoro. Si modificano anche le strutture demografiche, in quanto si registra un aumento della popolazione
anziana in seguito ad un declino della fertilità, e si avviarono i flussi migratori: questo scalfisce il modello di
welfare state basato sulla crescita demografica controllata. Proprio negli anni ’90 si avviano le riforme in
quasi tutti i welfare state.
5. Riforma: a partire dagli anni ’90: il punto chiave della riforma è di tipo finanziario. Il contenimento dei
costi ha riguardato soprattutto il settore pensionistico, sanitario e sociale. Il settore pensionistico fu elevata
l’età pensionabile, dal punto di vista sanitario si introdussero forme di contenimento dei consumi attraverso
la partecipazione ai costi da parte degli utenti con i ticket, e misure per accrescere l’efficacia dei servizi. Dal
punto di vista sociale si ebbe una redistribuzione delle opportunità di protezione sociale, una
flessibilizzazione dei rapporti di lavoro, maggiore partecipazione femminile alla vita lavorativa. La
globalizzazione pone diverse sfide ai tradizionali assetti del welfare state. Questo processo di riadattamento
è definito col termine di ricalibratura.
Adriana Morganti Sezione Appunti
Le politiche Sociali