DISPENSA DI
MICOLOGIA
Appunti di Sabrina Marenzi
Università degli Studi di Brescia
Facoltà: Medicina e Chirurgia
Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia
Esame: Microbiologia e microbiologia clinica
Docente: Cinzia Giagulli
A.A. 2021/2022
Tesi
online
A P P U N T I
Tesionline1
Indice
Introduzione ai miceti
Struttura della cellula fungina
Struttura della parete cellulare
Classificazione
Classificazione empirica
Classificazione scientifica
Morfologia
Lieviti
Muffe
Funghi dimorfi
Meccanismi di riproduzione
Riproduzione asessuata
Distinzione per modalità di produzione delle spore
Modalità di rilascio dei conidi
Latenza e attivazione delle spore
Riproduzione sessuata
Infezioni micotiche (micosi)
Vie di infezione
Epidemiologia delle micosi
Patogenesi delle micosi
Fattori di patogenicità
Micotossine
Classificazione delle micosi
Micosi superficiali
Pityriasis versicolor
Tinea nigra
White piedra
Black piedra
Diagnosi delle micosi superficiali
Micosi cutanee
Funghi dermatofiti
Classificazione dei dermatofiti per genere
Classificazione dei dermatofiti per habitat primario
Condizioni che favoriscono lo sviluppo dei dermatofiti
Tinea corporis
Tinea imbricata
Tinea capitis
Infezioni di tipo ectothrix ed endothrix
Distinzione clinica dei tipi di tinea capitis
Tinea barbae
Tinea manuum
Tinea pedis
Tinea cruris
Tinea unguium
Distinzione clinica dei tipi di tinea unguium
Candidosi muco-cutanee (superficiali)
Candidosi intertriginosa
Rash del pannolino
Candidosi iatrogena delle cosce del neonato
Candidosi della mammella
Candidosi congenita e del neonato
Candidosi ungueale
Diagnosi differenziale tra infezione ungueale da dermatofiti e da Candida
Candidosi vulvo-vaginale
Candidosi orale o mughetto
Diagnosi delle micosi cutanee2
Introduzione ai miceti
I funghi appartengono al gruppo degli Eukarya e hanno caratteristiche della cellula eucariotica: questo determina
maggiore difficoltà nella produzione di farmaci (che possono colpire le cellule umane). Possono essere unicellulari
(come i lieviti) o pluricellulari (come le muffe). Sono aerobi e hanno dimensioni maggiori rispetto ai batteri: da 10 a
100 micron (facile quindi riconoscerli all’esame microscopico). Sono immobili, eterotrofi e possiedono una parete
cellulare molto resistente che contiene chitina e conferisce resistenza ambientale: tollerano alte pressioni
osmotiche, ampie variazioni di pH (2-8) e ampie variazioni di temperatura (da -5°C a 60°C). Sono in grado di
produrre spore per riprodursi in modo asessuato (prendono il nome di condili) o in modo sessuato (prendono il
nome di spore), al contrario dei batteri che le producono come forme di resistenza ambientale.
Struttura della cellula fungina
Parete cellulare: 75% polisaccaridi e 25% proteine e lipidi. Rigida, pluristratificata e contenente chitina, che dà
resistenza.
Assenza di peptidoglicano: rende i miceti resistenti agli inibitori della parete cellulare batterica, come le
penicilline e le cefalosporine.
Capsula: struttura non costante muco-polisaccaridica presente in alcuni lieviti patogeni come Criptococcus
Neoformans (che dà meningite). Si tratta di un fattore di virulenza che facilita l’adesione alle cellule dell’ospite.
Membrana citoplasmatica: lipoproteica di 8 nanometri, simile a quella eucariotica ma contenente ergosterolo al
posto di colesterolo. Tutti i farmaci antimicotici che agiscono su questa molecola risultano quindi selettivi per il fungo
e causeranno meno effetti collaterali.
Nucleo: circondato da doppia membrana nucleare con pori.
Cromosomi: in numero variabile a seconda della specie.
Reticolo endoplasmatico e apparato di Golgi: come una classica cellula eucariotica.
Vacuoli: delimitati da una membrana detta tonoplasto, contengono pigmenti e inclusioni di nutrienti (come il
glicogeno).
Struttura della parete cellulare
Dall’esterno all’interno troviamo: strato fibrillare esterno, mannoproteine, beta-glucani e beta-glucanil-chitina,
mannoproteine di nuovo e membrana citoplasmatica. La chitina rappresenta l’1-2% dei componenti e dona
Esame microscopico
Test della luce di Wood
Esame colturale
Diagnosi di candidosi
Micosi sottocutanee
Sporotricosi
Cromoblastomicosi
Micetoma
Zigomicosi
Feifomicosi
Micosi profonde o sistemiche
Tessuti colpiti e principali agenti eziologici
Cryptococcosi
Istoplasmosi
Blastomicosi
Coccidioidomicosi
Paracoccidioidomicosi
Micosi opportunistiche
Aspergillosi
Candidosi endogene
Farmaci antifungini
Classificazione dei farmaci antifungini3
resistenza, le mannoproteine sono il 40% e i beta-glucani il 60%.
Classificazione
I funghi si possono organizzare secondo due classificazioni: quella empirica e quella scientifica.
Classificazione empirica
Secondo la classificazione empirica si dividono in:
micromiceti: agenti patogeni per l’uomo
macromiceti: comuni funghi che si trovano nel bosco, a loro volta:
epigei → corpo fruttifero sviluppato sopra il terreno
ipogei → corpo fruttifero sviluppato sotto il terreno.
Classificazione scientifica
Secondo la classificazione scientifica invece si dividono in:
Mixomiceti (che poi sono stati spostati nel regno dei Protisti)
Eumiceti (che sono rimasti nel regno degli Eucarioti)
Ascomycota
Basidiomycota
Chytridiomycota
Zygomycota
Cryptomycota.
Morfologia
I funghi sono di tre tipologie: lieviti, funghi miceliali o filamentosi o muffe e funghi dimorfi (passano dalla forma di
lievito a quella di muffa tramite un processo di conversione che permette di sfuggire al sistema immunitario, modificando
la composizione antigenica superficiale).
Lieviti
Sono organismi unicellulari con dimensioni tra 2-10 micron, hanno aspetto sferoidale o ovoidale. Sanno
metabolizzare gli zuccheri in alcol e anidride carbonica e si riproducono per gemmazione. Crescono più lentamente
rispetto ai batteri e per le colture è necessario aspettare 48h, ma crescono bene sia sui comuni terreni di coltura (a
temperatura ambiente o a 37°C) che su terreni specifici per i funghi, come agar Sabouraud, che contiene destrosio.
Danno colonie cremose e biancastre.
Muffe
Nelle muffe la colonia origina da tubuli germinativi che si sviluppano dalla spora tramite germinazione: la massa di
filamenti che ne origina, dette ife, forma il micelio. Le ife possono essere settate o non settate (caratteristica che
permette di distinguere diverse specie): in quelle settate i setti contengono pori che consentono il fluire del citoplasma da
una cellula all’altra. Sulla piastra di coltura le ife partono tutte da un’unica colonia centrale e hanno aspetto polveroso: è
bene non scuotere le piastre, ma prelevare il contenuto con del nastro adesivo per porlo su un vetrino. Le ramificazioni
delle ife si formano in corrispondenza dei punti della parete indeboliti dagli enzimi litici: l’accrescimento è dovuto ad
una forte sintesi di protoplasma, che comporta un aumento della rigidità cellulare. La velocità di accrescimento è tra
1,5-100 micron al minuto.
Funghi dimorfi
Sono miceti che possono presentarsi alternativamente come lieviti o muffe, al variare delle condizioni ambientali di
temperatura, sostanze nutritive, potenziali di ossidoriduzione e pressione di CO2. La forma miceliale è la risposta a
condizioni ambientali sfavorevoli, mentre quella di lievito viene favorita da un terreno ricco (come un’organismo ospite):
nell’ambiente saranno quindi in forma miceliale, mentre nella fase parassitaria saranno lievitiformi. La transizione è 4
reversibile ma non sempre risponde al cambiamento delle condizioni ambientali: è una conversione morfologica
associata a modificazioni quantitative nella parete cellulare e modificazioni qualitative delle mannoproteine, degli
oligosaccaridi e degli antigeni di superficie. Il passaggio dalla forma di lievito a quella di muffa comporta il pleiomorfismo
antigenico, che rende invalida la risposta immunitaria dell’ospite. I geni che regolano questa transizione sono quelli della
tubulina (attivati nel passaggio lievito → muffa), coinvolta nella genesi dei microtubuli.
Meccanismi di riproduzione
La riproduzione dei funghi avviene tramite la genesi di spore e può essere:
asessuata → formazione di spore da divisioni mitotiche, avranno lo stesso corredo genetico del fungo madre.
sessuata → formazione di spore da divisioni meiotiche, avranno metà del patrimonio genetico del fungo madre e la
formazione del corredo genetico completo si ha solo nel momento in cui si uniscono due spore: una a “polarità
positiva” e una a “polarità negativa”. Nasce così lo zigote.
I due tipi di riproduzione si alternano con ritmi e frequenze diverse nelle varie specie e a seconda delle condizioni
dell’ambiente: i miceti che fanno riproduzione asessuata sono detti anamorfi, quelli che fanno riproduzione sessuata
sono telomorfi, quelli che le fanno entrambe sono olomorfi.
Riproduzione asessuata
Per scissione o gemmazione → meccanismo molto usato dai lieviti. Una cellula madre si divide per mitosi in due
cellule identiche (scissione) oppure da essa si forma una piccola protuberanza chiamata “gemma” all’interno della
quale migra il nuovo nucleo cellulare, che poi si stacca e forma in nuovo individuo autonomo che può a sua volta
riprodursi (gemmazione).
Per frammentazione → dal micelio di un fungo pluricellulare si stacca una porzione in grado di accrescersi e
sopravvivere in modo indipendente.
Per sporulazione → all’interno delle sporocisti dei funghi pluricellulari (piccoli sacchetti globosi) originano le spore
che saranno in grado di formare individui indipendenti se liberate in ambienti favorevoli. Se l’ambiente è sfavorevole
restano quiescenti in attesa di ambiente migliore.
Distinzione per modalità di produzione delle spore
A seconda di come vengono prodotte le spore si possono distinguere varie specie di miceti all’esame microscopico.
Se le spore sono prodotte all’interno delle ife, vengono dette endospore
clamidospore → rotonde, possono trovarsi all’interno dell’ifa (intercalari), lateralmente (sessili) o all’estremità
(terminali)
artrospore → cilindriche e a parete spessa, si formano direttamente dalle ide mediante frammentazione dei
segmenti (ognuno è una spora)
sporangiospore → sono contenute nello sporangio, una forma rigonfia con aspetto a sacculo che deriva dalla
porzione apicale di un’ifa plurinucleata ed è separata dalla porzione restante da un setto. Viene sorretto dallo
sporangioforo.
Se le spore sono prodotte agli apici delle ife o esternamente da ife specializzate (conidiofori), vengono dette
conidi o conidiospore. Sono tipiche di Dermatofiti, Aspergilli e Penicillium e sono di due tipi:
blastoconidi (riproduzione blastica) → neoformazione di materiale citoplasmatico e parete da una porzione
indifferenziata del lievito o della ifa
talloconidi (riproduzione tallica) → conversione di una porzione di ifa preformata in conidio.
Modalità di rilascio dei conidi
Fissione: formazione di un doppio setto tra la cellula conidiogena e il conidio stesso, che poi viene liberato.
Frattura: la parete cellulare adiacente al conidio si rompe e lo libera (generalmente per impulsi meccanici).
Lisi: la parete basale del conidio si dissolve spontaneamente e lo libera. 5
Latenza e attivazione delle spore
Anche se le spore fungine hanno funzione diversa da quelle batteriche, risultano in grado di sopravvivere alle condizioni
ambientali sfavorevoli andando in una fase di quiescenza (esattamente come quelle batteriche), che viene detta
“periodo di latenza” e dipende da cause esogene (temperatura, umidità, pH, aerazione) o cause endogene (spessore
della parete, autodigestione o rottura della parete). La fase di latenza viene superata solo dalla presenza di fattori come
luce, shock termico e sostanze nutritive.
Riproduzione sessuata
La riproduzione sessuata prevede la divisione meiotica all’interno di una struttura specializzata detta corpo fruttifero o
carpoforo, in spore maschili e spore femminili, con corredo aploide. Quando le spore sono mature e vengono
rilasciate nell’ambiente, se le condizioni sono favorevoli danno origine alle ife del micelio primario (ancora aploide). Se
un’ifa maschile entra in contatto con un’ifa femminile si forma poi il micelio secondario (diploide), che darà origine ad un
nuovo corpo fruttifero per una nuova riproduzione sessuata.
Infezioni micotiche (micosi)
Le infezioni micotiche rappresentano un problema crescente in medicina. Sono infatti aumentati i pazienti a rischio
(lungo-ospedalizzati, immunodepressi, in terapia intensiva) e le terapie antibatteriche creano un microambiente
favorevole allo sviluppo di funghi (cambia la flora di un distretto tissutale ed è facilitata la colonizzazione da parte di
funghi, come avviene per le candidosi orali).
Vie di infezione
Aerogena: penetrazione delle spore nell’albero respiratorio, condizionata dalle dimensioni della cellula fungina (es.
Criptococcus Neoformans).
Transcutanea: penetrazione a livello cutaneo o sottocutaneo del micete se si entra in contatto con elementi lesivi
della cute, come spine o ramoscelli, su cui il fungo è presente (es. Malassezia Furfur, dermatofiti vari).
Genitale: a trasmissione sessuale (es. Candida Albicans).
Digerente: tramite ingestione (es. Candida Albicans).
Endovenosa: riguarda principalmente pazienti tossicodipendenti o sottoposti a nutrizione parenterale.
Epidemiologia delle micosi
Alcune specie micotiche sono più presenti in determinate aree geografiche o nicchie ecologiche e alcuni lavoratori sono
più esposti di altri (giardinieri, agricoltori). Una buona conoscenza di queste può risultare un elemento fondamentale nella
corretta diagnosi di micosi, insieme ai dati anamnestici del paziente (abitudini di vita, frequenza e destinazione dei
viaggi). I test per la diagnosi differenziale dei miceti infatti possono durare molti giorni e una diagnosi precoce può
risultare salvavita.
Patogenesi delle micosi
I miceti sono microorganismi autonomi che crescono a livello ambientale: le micosi sono quindi un evento
accidentale nel ciclo vitale del fungo. Le micosi esogene dipendono da un lievito o muffa che si trova a livello
ambientale (saprofiti del suolo, si trovano in terreno o acque), mentre le micosi endogene dipendono da un micete
commensale con il quale l’individuo perde l’equilibrio, che può proliferare, cambiare forma o dislocare (es. Candida
intestinale che dà sepsi per entrata nel torrente ematico durante un intervento addominale). Per le micosi sono quindi
importanti fattori come:
malattie concomitanti → come le infezioni batteriche, durante le quali i trattamenti antibiotici alterano la flora
commensale
fattori dietetici → come una dieta ricca di carboidrati o una carenza vitaminica
variazioni dello status fisiologico → gravidanza, prima infanzia, vecchiaia
fattori meccanici → traumi, ustioni, occlusione o macerazione dei tessuti6
fattori iatrogeni → interventi chirurgici, introduzione di protesi o cateteri.
Fattori di patogenicità
L’azione patogena dei miceti dipende principalmente dalla capacità di proliferare all’interno dell’organismo umano, di
sfuggire al sistema immunitario (grazie al dimorfismo di forma) e di produrre tossine (micotossicosi). Altri fattori di
patogenicità sono: adesività (capsula), produzione di enzimi (favoriscono la degradazione dei tessuti e l’impianto in
profondità), composizione della parete (stimola la risposta infiammatoria).
Micotossine
Le micotossine sono prodotte solo da funghi miceliali e sono metaboliti fungini secondati presenti durante il periodo di
moltiplicazione e crescita cellulare, che contaminano colture e alimenti e possono avere effetti dannosi su cellule e
organi. Le tossine fungine determinano le micotossicosi e sono prodotte principalmente dai geneti Aspergillus,
Penicillium, Fusarium, Alternaria e Tricotecium. Fanno parte delle esotossine (vengono infatti prodotte e liberate dal
fungo vitale) e nonostante siano prodotte in quantità molto piccola hanno di solito tossicità elevata. Le manifestazioni
della tossicità acuta sono a carico degli organi deputati al loro smaltimento: fegato e reni, ma anche cute e sistema
nervoso centrale. Le manifestazioni di tossicità cronica sono a carico sempre di fegato e reni, ma prevedono la possibile
comparsa di lesioni cancerose.
Classificazione delle micosi
Le micosi vengono distinte in base alla profondità e alla gravità delle lesioni che causano nel distretto anatomico
interessato. Si parla di:
micosi superficiali → si manifestano e restano confinate a livello dell’epidermide
micosi cutanee → si stabiliscono a livello dello strato corneo dell’epidermide ed eventualmente al derma
micosi sottocutanee → raggiungono il derma e il tessuto adiposo.
micosi profonde e sistemiche → si approfondano così tanto da aggiungere il torrente ematico.
Oltre a queste, si parla anche di micosi opportunistiche, che colpiscono pazienti debilitati, immunocompromessi o
ospedalizzati per molto tempo.
Micosi superficiali
L’agente infettante delle micosi superficiali rimane confinato all’epidermide e agli annessi cutanei, quindi la reazione
immunitaria è scarsa o nulla e non ci sono sintomi. Gli agenti eziologici coinvolti sono Malassezia Furfur, Exopgiala
Werneckii e Tyichosporon Beigelii, più comuni nelle zone a clima tropicale. La patogenesi è dovuta all’aderenza dei
funghi ai cheratinociti dello strato superficiale e corneo.
Pityriasis versicolor
Agente eziologico
Malassezia Furfur, fungo dimorfo lipofilo saprofita che colonizza le zone oleose e umide della cute (cuoio
capelluto, torace, dorso e braccia). Si trova comunemente sul corpo e può essere considerato commensale
soprattutto nei giovani, che hanno ghiandole sebacee molto attive. In alcune condizioni non conosciute il fungo
passa dalla forma di lievito a quella di micelio.
Malattia, patogenesi e sintomi
Le ife invadono lo strato corneo causando prurito e dando origine alla pityriasis versicolor, un’infezione
superficiale asintomatica e cronica della cute caratterizzata da macchie con ridotta pigmentazione per l’assenza di
melanina (piccole macchie multiple che poi confluiscono). Può rimanere latente per molti periodi di tempo dopo la
cronicizzazione e ripresentarsi in condizioni di squilibri ormonali o stress. La patologia si manifesta con
l’aumentare della temperatura esterna e della sudorazione, perché la proliferazione del fungo è favorita da caldo
e umido.
Terapia
Si consiglia una terapia antimicotica preventiva della durata di una settimana nel periodo primaverile. 7
Diagnosi
Per la diagnosi è utile l’uso della lampada di Wood, sotto la quale le zone colpite dal fungo presentano una
fluorescenza grigio-giallastra o rosa salmone.
Fattori predisponenti
Predisposizione genetica, altri stati di malattia, malnutrizione e aumento plasmatico dei corticosteroidi (stress o
terapie immunosoppressive), che rallentano il turnover epiteliale.
Tinea nigra
Agente eziologico
Phaeoannellomyces Werneckii, un lievito nero che presenta elevata tolleranza al sale e colpisce pazienti che
abitano in zone costiere (importante per questo raccogliere l’anamnesi del paziente).
Malattia, patogenesi e sintomi
Si tratta di un’infezione asintomatica che si manifesta con la comparsa di una macchia solitaria di colore scuro
(marrone-nero), non sopraelevata, scarsamente desquamante e dai bordi irregolari. Nella maggior parte dei casi si
forma sul palmo della mano o sulla pianta del piede. Viene considerata una malattia tropicale, comune in America
Centrale, Sudamerica, Africa e Asia. Il problema principale è la diagnosi differenziale con il melanoma maligno.
White piedra
Agente eziologico
Trichosporon Beigelii, un fungo che cresce lungo il fusto degli annessi cutanei e forma su di essi un manicotto
di ife. Facilmente confondibile con una pidocchiosi.
Malattia, patogenesi e sintomi
Il fungo dà origine a noduli di color crema o marrone chiaro a livello degli annessi cutanei. Può presentarsi su
tutto il corpo: barba, baffi, peli del pube, ascelle, capelli. I noduli sono soffici e facilmente rimovibili, ma nei punti in
cui si formano il pelo è indebolito e facilmente spezzabile.
Black piedra
Agente eziologico
Pedraia Hortae, un fungo che come T.Beigelii cresce lungo il fusto degli annessi cutanei.
Malattia, patogenesi e sintomi
Si tratta di un’infezione asintomatica caratterizzata dalla formazione di noduli neri fermamente attaccati ai
capelli, che corrispondono agli elementi fungini cementati su di essi. Anche in questo caso il pelo è debole e si
spezza. Si sviluppa principalmente nelle zone tropicali e la diagnosi differenziale si fa con la pediculosi (i noduli
possono essere scambiati per uova di pidocchi).
Diagnosi delle micosi superficiali
Nel caso di squame cutanee il prelievo si fa mediante scraping delle lesioni con bisturi, mentre nel caso di capelli e peli
questi vengono raccolti: il materiale poi è conservato in contenitori sterili. In laboratorio viene ammorbidito e
chiarificato, viene aggiunto idrossido di potassio diluito in acqua per dissolvere la cheratina e poter osservare i funghi
al microscopio o fare un’analisi colturale. La coltura si fa su agar Sabouraud e a temperatura ambiente (dato che i
funghi delle micosi superficiali vivono normalmente all’esterno del corpo), mentre per Malassezia Furfur si aggiunge olio
d’oliva per favorirne la crescita lipofila. Si possono fare anche test biochimici, MALDI-TOF e test molecolari per
l’identificazione.
Colonie di Malassezia Furfur → spesse e crostificate.
Colonie di Pedraia Hortae → molto scure.
Colonie di Trichosporon Beigelii → “vulcani” di colore chiaro.
Micosi cutanee