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Diritto dell'Unione Europea:
Scopri gli appunti dettagliati di Diritto dell'Unione Europea: dal panorama storico con una cronologia dettagliata dei principali documenti e trattati, ai concetti chiave come la revisione dei trattati, l'allargamento, il recesso e l'integrazione differenziata, questi appunti offrono una panoramica approfondita del diritto europeo.
Esplora il sistema di competenze dell'Unione Europea, con approfondimenti sulla clausola di flessibilità, proporzionalità e sussidiarietà. Un disclaimer iniziale chiarisce i valori fondamentali dell'UE, seguito da un'analisi dettagliata del quadro istituzionale che include il Parlamento Europeo, il Consiglio Europeo, la Commissione, la Corte di Giustizia, la Corte dei Conti e la BCE.
Ulteriori approfondimenti includono organi consultivi come il Comitato Economico Sociale, il Comitato delle Regioni e le agenzie. Esplora le fonti del diritto UE, distinguendo tra primario (trattati, protocolli, dichiarazioni) e derivato (regolamenti, direttive, decisioni). Una digressione sulla Carta dei Diritti Fondamentali e la CEDU arricchisce ulteriormente il materiale, risultato di una ricerca personale approfondita.
Approfondisci le procedure decisionali e gli effetti diretti del diritto dell'Unione, con un'analisi dettagliata del concetto di primato attraverso esempi di sentenze. L'adattamento del diritto interno all'unitario è trattato attraverso le leggi di riferimento pertinenti, seguito dai concetti chiave di cittadinanza europea e mercato unico, con un focus sulla libera circolazione di merci e servizi.
Infine, troverai indicazioni su come Comunicare l’Europa e la politica per combattere la disinformazione, evidenziando l'attualità e la rilevanza del diritto dell'Unione Europea nella società contemporanea.
Dettagli appunto:
- Autore: Arianna Pinto
- Università: SAA School of Management
- Facoltà: Scuola di Amministrazione Aziendale
- Corso: Management dell'Informazione e della Comunicazione Aziendale
- Esame: Diritto dell'Unione Europea
- Docente: Gabriella Perotto
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D i r i t t o d e l l ’ U n i o n e E u r o p e a Appunti di Arianna Pinto SAA - School of Management | Scuola di Amministrazione Aziendale Facoltà: Scuola di Amministrazione Aziendale Corso di Laurea in Management dell'Informazione e della Comunicazione Aziendale Esame: Diritto dell’Unione Europea Docente: Gabriella Perotto A.A. 2021/2022 Tesi online A P P U N T I Tesionline DALLA STORIA ALL’ATTUALITA L’UE è un’organizzazione internazionale, creata sulla base della volontà degli stati membri. Le organizzazioni internazionali possono fare solo ciò che il trattato internazionale stabilisce. L’unione non ci ‘ruba’ sovranità, anzi crea agevolazioni per gli stati membri ed è emanazione della volontà degli Stati. L’UE è un’esperienza ineguagliata a livello mondiale dal punto di vista della cooperazione tra gli stati, non c’è a livello mondiale altro esempio, per questo è considerata superiore alle altre organizzazioni internazionali. Prima del suo avvio ufficiale e formale, il momento della sua ideazione risale al 1941/1944 quando alcuni intellettuali italiani redissero un documento noto come ‘il manifesto di Ventotene’, una sorta di prefigurazione politica di un’Europa unita, libera dai conflitti e basata sulla cooperazione tra gli Stati, tutto ciò nel contesto/periodo della Seconda guerra mondiale. DICHIARAZIONE SCHUMAN, 1950 Robert Schuman aveva convocato una conferenza stampa durante la quale fece una dichiarazione inattesa basata su 3 passaggi fondamentali: -L’unione non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta assieme, essa sorgerà da realizzazioni concrete dall’attuazione di piccoli interessi comuni che rispondessero alle esigenze degli Stati. -Questa proposta costituirà il primo nucleo di una federazione europea indispensabile per il mantenimento della pace (come gli USA, cosa che non è, non si è poi realizzata). L’unione Europea è una comunità, non una federazione. -Niente è possibile senza gli uomini, ma nulla è duraturo senza le istituzioni servono istituzioni che difendano l’UE dagli stessi Stati membri, i quali possono non essere più favorevoli da un giorno all’altro. Infatti, il processo dell’Unione persiste tutt’oggi. Dalla dichiarazione si avvia un duplice percorso: approfondimento verso obiettivi sempre più grandi e un allargamento geografico. La dichiarazione era solamente un discorso programmatico, il primo passaggio ufficiale ci fu nel 1951 con la costituzione della CECA. Formata da 6 stati (era qualcosa d’interesse comune) cioè creare un mercato comune del carbone e dell’acciaio per controllare queste due materie prime dalle quali dipendeva la ripresa economica europea post-guerra. L’obiettivo della CECA era di realizzare un mercato comune in cui fosse assicurata la libera circolazione delle merci tramite l’eliminazione dei dazi doganali e di altre restrizioni del commercio. Venivano inoltre previste politiche comuni nei settori della concorrenza, dei trasporti e dell’agricoltura. La CECA aveva anche l’obiettivo di stabilire una pace duratura dopo la Seconda guerra mondiale. L’anno dopo (’52) si voleva creare un esercito europeo, la CED, la comunità europea di difesa, questo progetto fallì per via dell’opposizione del governo francese. Il 9 maggio è la festa dell’UE, in ricordo di questa dichiarazione. Nel 1957 si firmarono i trattati di Roma: -EURATOM comunità europea per l’energia atomica, che esiste ancora. Esso doveva garantire l’acquisizione di una fonte di energia alternativa al carbone e agli idrocarburi, avvertita come essenziale soprattutto a seguito della grande crisi petrolifera prodotta dalla chiusura del canale di Suez nel ‘56. -CEE comunità economica europea dazi doganali tolti e liberalizzazione del mercato europeo, libero commercio. La CEE aveva nei suoi obiettivi l'unione economica dei suoi Stati membri. (Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, e Germania Ovest), fino a portare ad un'eventuale unione 1 politica. Lavorò per il libero movimento dei beni, dei servizi, dei lavoratori e dei capitali, per l'abolizione dei cartelli e per lo sviluppo di politiche congiunte e reciproche nel campo del lavoro dello stato sociale, dell'agricoltura, dei trasporti e del commercio estero. Considerata la più importante delle tre Comunità europee, il Trattato di Maastricht del 1992 ne dispose la trasformazione in Comunità europea (CE), concepita alla stregua di "Primo pilastro" dell'azione dell'Unione europea (UE). Con l'adozione del Trattato di Lisbona il 1º dicembre 2009 essa, formalmente, non esiste più essendo stata assorbita dall'Unione europea. Oggi la CECA (prevista per 50 anni) non esiste più. Il motto dell’UE è ‘UNITI NELLA DIVERSITA’, ideato negli anni 2000. I trattati sono gli atti giuridici con i quali di solito gli Stati formalizzano la loro volontà di cooperare, sono accordi scritti che hanno un percorso complesso di approvazione; perciò, hanno bisogno di molte verifiche per la loro revisione. Ogni Stato manda i suoi rappresentanti/diplomatici che devono negoziare per arrivare ad un testo condiviso che viene firmato. La firma a volte non basta per far sorgere delle regole vincolanti e necessita di un altro passaggio: la RATIFICA che è la definitiva manifestazione di consenso per quel trattato. Poi vi è un controllo democratico da parte del Parlamento e in alcuni casi si fa il referendum. Quindi, si può dividere il processo in due parti sostanzialmente: -negoziati e firma, dal punto di vista giuridico non si hanno complicazioni -ratifica, dopo la quale sorgono gli obblighi giuridici per gli Stati 1986- ATTO UNICO EUROPEO Con l’atto unico europeo si ebbe un generale approfondimento dell’integrazione in nuovi settori come la politica, l’ambiente…Fu rafforzato il ruolo del Parlamento europeo e l’abbandono all’unanimità in favore della maggioranza qualificata. Questo trattato ha aggiunto numerose competenze alla CEE e ha fissato per il 1992 il raggiungimento del marcato unico, aumentando i poteri decisionali del Parlamento europeo e prevedendo per il Consiglio più numerosi casi di voto a maggioranza anziché all’unanimità. Maggioranza relativa e maggioranza qualificata Quando si fa riferimento alla maggioranza sul numero dei presenti si parla di maggioranza relativa mentre quando ci si attiene alla maggioranza sui componenti totali, si parla di maggioranza qualificata. 1992- TRATTATO DI MAASTRICHT Quello che c’era prima era una comunità, non un’unione, che strutturalmente è diversa. Fino al 1991 gli Stati avevano collaborato nella CEE (mercato interno e economia ambientale), ci si rese poi conto che era necessario cooperare in diversi settori, prima ritenuti riservati a ogni Stato. Si aggiunse quindi alla comunità europea la PESC=politica estera di sicurezza comune per avere atteggiamenti comuni in politica estera e difesa militare. Si aggiunse poi la GAI=giustizia e affari interni, con 3 materie principali come centro: immigrazione, il contrasto al crimine e la cooperazione giudiziaria civile per le questioni di famiglia o societarie. Si può immaginare il tutto come una costruzione a tempio con 3 pilastri. Nacque anche il concetto di cittadinanza europea. Con questo trattato è stata anche creata l’Unione Europea che si aggiungeva alle 3 comunità le quali continuavano a svolgere il loro operato. L’Unione aveva la funzione di coordinamento di queste ultime e collaborava con gli Stati membri. Gli Stati membri sono passati negli anni dal metodo intergovernativo al metodo comunitario. METODO INTERGOVERNATIVO Prevalenza organi di Stati, prevalenza dell’unanimità, limitato o assente potere di adottare atti vincolanti, assenza di un sistema di controllo giurisdizionale. Esso viene utilizzato quando bisogna prendere scelte internazionali, in cui ogni governo vota all’unanimità (applicato alla PESC e alla GAI). In questo caso basta un solo voto contrario di uno degli stati membri, si dà quindi priorità alla volontà dei governi. 2METODO COMUNITARIO Prevalenza organi di individui, prevalenza del principio maggioritario, ampio potere di adottare atti vincolanti e sistema di controllo giurisdizionale di legittimità. Si usava precedentemente nell’ambito della CE. Con il trattato di Amsterdam del 1997 due materie (cooperazione giudiziaria in ambito civile e immigrazione) del GAI vengono prese e spostate nel ‘pilastro’ della CE e c’è una riforma istituzionale. (Il trattato di Nizza del 2001 è uno dei trattati fondamentali dell'Unione europea e riguarda le riforme istituzionali da attuarme in vista dell'adesione di altri Stati. Il trattato di Nizza ha modificato il trattato di Maastricht e i trattati di Roma.) 2004- costituzione europea Era un progetto elaborato da una Convenzione per l’avvenire dell’Europa. Trattato che viene firmato e adotta una costituzione per l’Europa ma in Francia e Paesi Bassi viene indetto un referendum con esito negativo per la ratifica fallimento del progetto. Comincia un periodo di crisi dopo il fallimento del referendum. Si arriva nel 2007 e si cerca di salvare il salvabile: si negozia una nuova riforma dei trattati e si firma il trattato di Lisbona da cui inizia il percorso ratifiche (Irlanda e Repubblica Ceca non ratificano). 2007- TRATTATO DI LISBONA Il trattato scaturisce da un altro referendum che passa e: - Cessa di esistere la CE e viene meno la struttura a pilastri vista prima (i tre sottoinsiemi), la PESC mantiene però un regime peculiare. - Cancellata ogni simbologia costituzionale. - Combattuto percorso di ratifica (Irlanda, Rep. Ceca). Fu creato un nuovo spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Nasce l’unione. Il trattato di Lisbona si basa su due trattati importanti: . TUE contiene le disposizioni principali che configurano i caratteri essenziali dell’Unione. Articolo 2 L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini Articolo 3 (ex articolo 2 del TUE) 1. L'Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli. 2. L'Unione offre ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne, in cui sia assicurata la libera circolazione delle persone insieme a misure appropriate per quanto concerne i controlli alle frontiere esterne, l'asilo, l'immigrazione, la prevenzione della criminalità e la lotta contro quest'ultima. 3. L'Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico. L'Unione combatte l'esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore. Essa promuove la coesione 3economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri. Essa rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo. 4. L'Unione istituisce un'unione economica e monetaria la cui moneta è l'euro. 5. Nelle relazioni con il resto del mondo l'Unione afferma e promuove i suoi valori e interessi, contribuendo alla protezione dei suoi cittadini. Contribuisce alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della Terra, alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al commercio libero ed equo, all'eliminazione della povertà e alla tutela dei diritti umani, in particolare dei diritti del minore, e alla rigorosa osservanza e allo sviluppo del diritto internazionale, in particolare al rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite. Articolo 10 1. Il funzionamento dell'Unione si fonda sulla democrazia rappresentativa. 2. I cittadini sono direttamente rappresentati, a livello dell'Unione, nel Parlamento europeo. Gli Stati membri sono rappresentati nel Consiglio europeo dai rispettivi capi di Stato o di governo e nel Consiglio dai rispettivi governi, a loro volta democraticamente responsabili dinanzi ai loro parlamenti nazionali o dinanzi ai loro cittadini. 3. Ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita democratica dell'Unione. Le decisioni sono prese nella maniera il più possibile aperta e vicina ai cittadini. 4. I partiti politici a livello europeo contribuiscono a formare una coscienza politica europea e ad esprimere la volontà dei cittadini dell'Unione. Tra le disposizioni finali del TUE ci sono gli articoli 48,49 e 50 che riguardano le procedure di revisione dei trattati, l’adesione di stati terzi all’Unione e il diritto di recesso. .TFUE (trattato funzionale unione europea) è diviso in 7 parti. Articolo 10 Nella definizione e nell'attuazione delle sue politiche e azioni, l'Unione mira a combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale. Curiosità La bandiera dell’UE è blu perché richiamava il colore del cielo ponentino in occidente. 12 stelle perché la costellazione Europa è costituita da 12 stelle e perché 12 è uno dei numeri che simboleggiano l’equilibrio e completezza. https://youtu.be/XgnXwrsMBUs 4ARTICOLO 48 TUE - REVISIONE DEI TRATTATI Fino al trattato di Lisbona (2009) il potere di revisione restava di competenza degli Stati membri. La procedura ordinaria di revisione prevede che il Consiglio, cui possono essere sottoposte proposte di modifica da parte di qualsiasi governo, dal Parlamento europeo o dalla Commissione, trasmetta tali proposte al Consiglio europeo che, dopo aver consultato il Parlamento europeo e la Commissione (allorché non siano essi stessi proponenti) può decidere a maggioranza semplice, di procedere al loro esame. Si ha quindi poi una Conferenza intergovernativa in cui rappresentanti degli Stati cercano di stabilire di comune accordo un nuovo testo del trattato che deve essere ratificato da tutti gli Stati membri. La procedura di revisione semplificata esclude la necessità di convocare la conferenza intergovernativa, prevedendo che la modifica dei Trattati sia deliberata all'unanimità del Consiglio europeo, previa consultazione del Parlamento europeo, della Commissione e, in caso di modifiche istituzionali nel settore monetario, della Banca centrale europea. Le procedure di revisione semplificate possono suddividersi in due categorie: 1)modifiche apportate alla parte terza TFUE (politiche UE, come ambiente, cultura o commercio). In questo caso è sufficiente una decisione unanime del Consiglio europeo. È una procedura che non può mai essere utilizzata per incrementare le competenze dell’unione, già usata per il MES con l’art.136 TFUE par.3 2) procedure passerella passaggio da unanimità a maggioranza qualificata o passaggio da procedura legislativa speciale a quella ordinaria. In questo caso, un solo parere negativo preclude l’adozione della decisione. Ambedue le procedure di revisione indicate presuppongono quindi la ratifica da parte degli Stati membri, cioè un'esplicita espressione del consenso, (quindi da parte degli organi nazionali competenti), a ritenere vincolante il nuovo trattato. Se entro 2 anni solo 4/5 delle ratifiche, la questione è deferita al Consiglio Europeo. L’integrazione europea si compone di un processo di approfondimento verso obiettivi sempre più grandi e un processo di allargamento geografico passando da 6 Stati fino al giorno d’oggi che sono 27. ARTICOLO 49 TUE: adesione di uno Stato all’UE. Indica le condizioni di appartenenza, la procedura di adesione e l’atto che formalizza l’adesione definitiva. Gli Stati aderenti devono rispettare i valori democratici e dello Stato di diritto. Il processo di allargamento alla Grecia è stato interrotto dopo il colpo di stato del ’67 e l’adesione di Spagna e Portogallo è avvenuta solo dopo il ritorno di questi alla democrazia. La procedura di adesione possiamo dire che si articola in due momenti di base: decisione del Consiglio di ammettere il nuovo Stato e poi la ratifica dell’accordo di adesione, il quale entrerà in vigore solo dopo il consenso di tutti gli SM. -Un paese invia inizialmente la propria domanda al Consiglio, il quale può decidere all’unanimità di concedere lo status di candidato al Paese in questione. Il Consiglio prima chiede un parere alla Commissione (obbligatorio ma non vincolante) e l’approvazione del Parlamento. -Si aprono poi i negoziati che consistono in una serie di argomenti esposti uno per uno e lo Stato candidato adatta il suo ordinamento al diritto dell’Unione Europea o legislazione europea (acquis comunitario). L’allargamento dell’Unione e il recesso dai Trattati 5L’insieme della legislazione europea è suddiviso in capitoli tematici o settori. Questa è una procedura di cui si occupa la Commissione. -Una volta completati i negoziati si procede alla conclusione di un accordo di adesione tra gli stati membri e il paese aderente. Ci vuole l’approvazione sia del Parlamento che dal Consiglio e viene poi sottoposto a ratifica da parte di ogni Stato (che esercitano il loro potere). Ricorda articolo 2 e 6 (diritti) .CRITERI DI COPENAGHEN. Per ottenere l’amissione, è necessario soddisfare il requisito geografico e alcuni criteri definiti in occasione del Consiglio europeo di Copenaghen nel 1993 e migliorati in occasione del Consiglio europeo di Madrid nel 1995. -criterio politico simile ai valori dell’articolo 2, esso prevede la presenza di istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto (poteri dello Stato separati e non influenzati), i diritti dell’uomo, il rispetto delle minoranze e la loro tutela. (si valuta in corso dei negoziati) -criterio economico Lo stato deve avere un’economia di mercato affidabile e la capacità di far fronte alle forze del mercato e alla pressione concorrenziale all’interno dell’Unione. -criterio sulla capacità amministrativa e istituzionale lo stato deve avere un apparato pubblico che recepisca la normativa europea e che le norme nazionali siano sempre in linea con la legislazione europea. Ai criteri di Copenaghen è stata aggiunta nel 1995 la richiesta che il paese candidato sia in grado di recepire efficacemente nel proprio ordinamento il diritto dell’Unione attraverso un’adeguata struttura amministrativa. Dal marzo 2020 è in corso una nuova strategia per rivedere le procedure di allargamento poiché ci sono stati momenti problematici, alcuni paesi non erano ad esempio pronti oppure avevano un deficit troppo alto. Si cercherà di introdurre un ruolo più importante per la Commissione e meno importanza al Consiglio. Ci si impegnerà poi a non frammentare troppo la fase dei negoziati e senza affrettare questo passaggio perché altrimenti poi insorgono problemi nel lungo termine. Si valuterà infine bene la capacità amministrativa e istituzionale per capire se il paese sta sempre al passo col resto dell’Unione. Non c’è un termine per i negoziati mentre si possono finanziare delle riforme con l’utilizzo di incentivi. Allargamento geografico Francia, Germania; Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo nel 1951 fondarono l’Unione con la creazione della CECA. il primo vero passo. Il Regno unito aveva meno interessi a creare relazioni economiche in quanto aveva già il Commonwealth che gli garantiva stabilità economica. Mirava inoltre a rafforzare i rapporti con gli Stati Uniti piuttosto che con l’Europa. Nel 1973 entrano Danimarca, Irlanda e Regno Unito sono tutti paesi che per tante politiche hanno viaggiato con il freno a mano tirato, un po' più restie, hanno sempre dato un po' di problemi. Nel 1981 entra la Grecia. Nel 1986 entrano il Portogallo e la Spagna che prima avevano in corso delle dittature e non c’era né uno stato di diritto né tantomeno democrazia. Novembre 1989: caduta del muro di Berlino con possibile allargamento verso est. Nel 1995 entrano Austria, Finlandia e Svezia. In Norvegia ci sono stati due referendum e in entrambi i casi la popolazione ha votato no ma ha comunque rapporti economici stretti con l’Ue come anche Islanda e Lichtenstein. Nel 2004 entrano Cipro, Rep. Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia. (ricorda costituzione). Secondo alcuni è stato un allargamento un po' forzato perché a livello istituzionale e amministrativo hanno portato problemi, come ad esempio la magistratura. Nel 2007 entrano Romania e Bulgaria. Nel 2013 entra Croazia. 6SITUA ATTUALE L’Albania e la Macedonia del nord sono candidati ma i negoziati non sono ancora stati avviati. Montenegro e Serbia candidati, quest’ultima è più avanti nei negoziati. La Turchia con la quale sono iniziati i negoziati nel 2005 che nel 2016 sono stati interrotti ma non ci sono né incentivi né disincentivi. L’Islanda chiese l’adesione nel 2009 ma poi la ritirò. Il Marocco non rispetta l’adesione geografica. POLITICA DI VICINATO sono dei rapporti privilegiati tra l’Ue e alcuni paesi confinanti, è una politica che serve per mantenere proficui rapporti politico-commerciali nell’interesse di entrambe le parti. ARTICOLO 50 TUE – DIRITTO DI RECESSO. Per molto tempo non si era preso in considerazione il fatto che uno stato membro potesse uscire dall’Unione, non c’era una norma per il recesso dall’organizzazione. Con il trattato di Lisbona (2009) è stato inserito questo articolo. Non si può togliere uno Stato, ci sono procedure di infrazione per articoli 2 e 7 ma in questo caso vengono tolti alcuni diritti che sono parte della partecipazione di quello stato all’UE come sanzioni o la privazione del diritto di voto, non si può buttare fuori uno stato membro. Ogni Stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere dall’Unione. Esso continua a mantenere il suo ordinamento e in base a esso ci si può togliere, è un passaggio puramente interno o nazionale (tramite referendum). Lo Stato in questione deve poi notificare l’intenzione di recedere al Consiglio europeo e iniziano i negoziati per delineare come avverrà l’uscita dello Stato dall’Unione. Successivamente si può arrivare ad un accordo di recesso che sarà concluso dal Consiglio a maggioranza qualificata con previa approvazione del Parlamento. Si può anche non raggiungere un accordo di recesso ed è per questo che è importante la data di notifica perché dopo 2 anni da essa c’è comunque l’uscita e il paese non ha più diritti a livello europeo, tranne se il Consiglio Europeo decide all’unanimità di prorogare tale termine. In realtà è possibile rinunciare alla notifica di recesso. Il procedimento di recesso in breve La decisione di recedere è presa secondo le norme costituzionali interne, ci dev’essere notifica dell’intenzione di recidere al Consiglio Europeo, si rispetta il termine di due anni dalla notifica per negoziare un accordo (tagliola) e si arriva ad un accordo di recesso concluso tra UE e stato membro. Se lo Stato che ha receduto intende tornare a far parte dell’Unione, dovrà essere eseguita di nuovo la procedura dell’articolo 49. BREXIT. Da quando è entrato il regno unito ha sempre dato problemi perché voleva rallentare e avere privilegi del mercato interno senza avere un’integrazione completa. Anche durante il Thatcherismo il Regno Unito richiedeva di partecipare in misura inferiore ai contributi (UK REBATE), dato che l’UE si basa su risorse proprie e non tassa la popolazione. Il 30 gennaio 2020 il Consiglio ha approvato la conclusion dell’accordo di recesso. 2016 CON DAVID CAMERON Should the United Kingdom remain a member of the European union or leave the European union? Risultati: 51.89% leave; 48,11% stay La notifica di recedere la danno il 29 marzo 2017, c’è stata indecisione. C’erano molti problemi relativi al mercato interno. In Europa la merce circola senza problemi e senza controlli, esempio Irlanda del nord. Hard Brexit sarebbe stata un’uscita senza accordo. 30 gennaio 2020 è stato ratificato l’accordo di recesso. Ci sono state tutte proroghe fino a dicembre 2020. 7INTEGRAZIONE DIFFERENZIATA Il preambolo del TUE contiene la frase ‘Decisi a portare avanti il processo di creazione di un’unione sempre più stretta fra i popoli dell’Europa’. In quello del TFUE c’è la frase ‘Determinati a porre le fondamenta di un’unione sempre più stretta tra i popoli d’Europa’. Non è andata esattamente così perché ci sono sempre più Stati rispetto a un tempo ed è sempre più difficile gestire le diverse politiche e i differenti interessi. Il rischio è che non si progredisca e si rimanga bloccati perché magari altri paesi sono più indietro in alcuni settori. Ci sono per questo motivo elementi di flessibilità: -opt-out: protocolli legati ai trattati che limitano l’ambito di applicazione del diritto. Sono allegati con lo stesso valore giuridico di fonte del diritto primario e specificano l’ambito di applicazione del diritto dell’UE, in tutto sono 36. Ad esempio, l’obbligo di una moneta unica, alcuni stati infatti non hanno l’euro o Schengen. Essi permettono agli Stati che non sono d’accordo su una questione di tirarsi fuori. Posso decidere poi di fare per altri settori alcuni opt-in. -cooperazione rafforzata: elemento positivo. Per la cooperazione rafforzata ci devono essere almeno 9 Stati ma la partecipazione è aperta, ci dev’essere l’autorizzazione del Consiglio su proposta della Commissione e previa approvazione del Parlamento europeo, un’autorizzazione in ultima istanza e poi segue il regime previsto dalla base giuridica di riferimento (procedure, maggioranze…): della norma che attribuisce la competenza in quel campo. Gli atti adottati nel quadro di una cooperazione rafforzata vincolano solo gli Stati membri che ne fanno parte. La possibilità di utilizzare la cooperazione rafforzata presenta il vantaggio di evitare che l'atteggiamento negativo di alcuni governi impedisca agli altri di procedere e dall'altra parte lascia aperta la possibilità di aderire successivamente alla cooperazione. Ad esempio, 22 Stati membri, tra i quali l'Italia, hanno deciso di istituire una procura europea, ovvero un organo con la funzione di cooperare in modo efficace per contrastare i reati, come ad esempio la frode fiscale. Lo Stato che desidera partecipare a una cooperazione già avviata notifica la sua intenzione al Consiglio e alla Commissione e quest'ultima entro quattro mesi, conferma la partecipazione dello Stato oppure no. L'Italia, ad esempio, aveva deciso di non aderire alla cooperazione rafforzata relativa al brevetto europeo, mentre dopo ha cambiato idea. -La cooperazione strutturata permanente: ha d’oggetto la materia militare come il reperimento di materiale bellico, scambio di informazioni…e sta diventando sempre più importante. è un'iniziativa dell'Unione europea nell'ambito della Politica di sicurezza e di difesa comune volta all'integrazione strutturale delle forze armate di 25 dei 27 Stati membri. La PESCO è stata prevista dal Trattato di Lisbona del 2009, avviata nel 2017 e lanciata nel 2018 con il primo di una serie di gruppi di progetti. La PESCO è simile a una cooperazione rafforzata, poiché non richiede l'adesione di tutti gli Stati membri per poter essere avviata. -l’integrazione al di fuori dello schema dei Trattati ovvero accordi tra delegati di Paesi senza la partecipazione degli altri stati membri e si decide di cooperare per un certo settore come per il MES (fiscal compact). Il Meccanismo europeo di stabilità è una società finanziaria di diritto lussemburghese a carattere regionale, nata come fondo finanziario europeo per la raccolta di soldi presso gli investitori sui mercati ed il finanziamento della stabilità finanziaria della zona euro. Ricordiamo che esistono alcuni meccanismi per i quali non sono vincolati gli Stati membri, sono casi nei quali le norme dell'Unione non si applicano a tutti gli Stati membri. Al momento i due casi più importanti sono quelli relativi all'area Schengen e quello relativo alla moneta unica. Lo spazio Schengen è quindi un territorio in cui è garantita la libera circolazione delle persone, l’Irlanda SM non ne fa parte ma ne fanno parte stati terzi all’UE come per esempio la Svizzera. L'area Schengen comprende 26 paesi: 22 paesi UE e quattro paesi extra-UE. Attualmente gli Stati membri che partecipano all'Unione monetaria dell'euro sono 19, tra i quali l'Italia. Alcuni membri hanno deciso di non farne parte mentre altri Stati ne sono esclusi perché non rispettano le condizioni necessarie. Infatti, la partecipazione al sistema della moneta unica è subordinata al rispetto di alcuni criteri, come ad esempio i parametri di Maastricht che richiedono un particolare rapporto tra deficit e PIL. Un'ulteriore accordo, anch'esso concluso nel 2012, mira a garantire la 8stabilità finanziaria nell'area euro. Istituendo il meccanismo europeo di stabilità, il MES, noto anche come fondo salvastati, sulla base di tale accordo, che ha richiesto ai fini della sua conclusione la modifica dell'articolo 136 TFUE per garantirne la compatibilità con il diritto dell'Unione, sono concessi prestiti, assistenza finanziaria agli Stati che presentino difficoltà tali da poter mettere in crisi la stabilità dell'area dell'euro. Esempio brevetto europeo, prima dovevo farlo in ogni stato perché altrimenti non ero tutelato fuori dal mio paese mentre ora un diritto è riconosciuto in tutta l’UE. Non ne fanno parte la Spagna e la Croazia. Un brevetto è un titolo giuridico che garantisce al suo titolare il diritto, in un determinato paese e per un certo periodo di tempo, di impedire a terzi di sfruttare un'invenzione a fini commerciali senza autorizzazione. La Convenzione sul Brevetto Europeo, firmata a Monaco di Baviera il 5 ottobre 1973, consente ad ogni cittadino o residente di uno Stato membro di avvalersi di un'unica procedura europea per il rilascio di brevetti, sulla base di un corpo omogeneo di leggi brevettuali fondamentali. Il brevetto europeo conferisce al suo titolare i medesimi diritti che deriverebbero da un brevetto nazionale. SISTEMA DI COMPETENZE DELL’UNIONE EUROPEA L’unione Europea non è uno Stato e non si può dire che abbia competenze assolute, ma può esercitare le competenze che le vengono trasferite dagli Stati membri. Le sue competenze sono definite dal principio di attribuzione espresso da molte norme, in particolare dall’articolo 5 L'esercizio delle competenze dell'Unione si fonda sui principi di sussidiarietà e proporzionalità. In virtù del principio di attribuzione, l'Unione agisce esclusivamente nei limiti delle competenze che le sono attribuite dagli Stati membri nei trattati per realizzare gli obiettivi da questi stabiliti. Si parla di specialità delle competenze poiché non sono assolute. L’UE è basata sulla cessione di sovranità fatta dagli SM e ha competenze solo su quella parte di sovranità ceduta. Nel processo di approfondimento c’è stato un ampliamento di queste competenze. Quando si vogliono modificare le competenze bisogna cambiare le clausole/modificare dei trattati. L’UE non ha finalità generale: può intervenire solo entro i limiti e i modi definiti dagli Stati membri. Le competenze dell’UE sono attribuite nei trattati. La norma dei trattati che attribuisce una competenza si chiama base giuridica. Gli Stati membri si propongono di realizzare determinati obiettivi comuni e attribuiscono all’Unione le competenze necessarie per conseguirli. L’unione si propone di perseguire una crescita economica equilibrata, che tenga conto della tutela ambientale e che miri ‘alla piena occupazione e al progresso sociale’(art. 3 TUE). All’ampliamento degli obiettivi è seguito un ampliamento delle competenze dell’Unione in nuovi settori. Esiste un ‘principio di attribuzione’ secondo il quale l’unione agisce esclusivamente nei limiti delle competenze che le sono attribuite dagli Stati membri nei trattati per realizzare gli obiettivi da questi stabiliti. Il principio di attribuzione delle competenze comporta, come suo corollario, che tutti gli atti dell'Unione devono trovare fondamento in una disposizione del Trattato che attribuisca all'Unione la competenza a adottarli. Tale disposizione è indicata come fondamento giuridico dell'atto o base giuridica ed è normalmente menzionato nel preambolo di tutti gli atti normativi. Il ruolo della Corte di giustizia è molto importante poiché solo un'interpretazione ampia potrà portare a ritenere che un atto adottato dall'Unione, sottoposto al vaglio della Corte, sia stato legittimamente adottato. Le disposizioni che attribuiscono le competenze o basi giuridiche tracciano il perimetro dell'ambito in cui l'Unione può agire. Infatti, la base giuridica consente di capire se l'Unione può agire, quali tipi di atto può utilizzare e quale procedimento normativo deve essere seguito dalle istituzioni per adottare l'atto. La base giuridica è la norma del trattato che attribuisce all’Unione europea il potere di adottare un determinato atto. Di una base giuridica bisogna tenere conto di due parametri: 9