Rielaborazione della sbobinatura del seminario di diritto costituzionale in un'ottica comunitaristica "Colloquio Italo-francese: la Governance tra l'Unione Europea, lo Stato e le Regioni", tenuto in data 11 ottobre 2003 dal Prof. Pizzetti e dalla Prof.ssa Porchia.
La Governance tra Unione Europea e Italia
di Luisa Agliassa
Rielaborazione della sbobinatura del seminario di diritto costituzionale in
un'ottica comunitaristica "Colloquio Italo-francese: la Governance tra l'Unione
Europea, lo Stato e le Regioni", tenuto in data 11 ottobre 2003 dal Prof. Pizzetti
e dalla Prof.ssa Porchia.
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Giurisprudenza1. La Governance tra l'Unione Europea e gli Stati membri
Prospettando una tematica, che potesse interessare con pari intensità e coinvolgimento i giuristi italiani e
francesi partecipanti al convegno, è stato tipizzato, quale argomento chiave di discussione, l’intenso e
costruttivo rapporto di integrazione e coordinamento, in chiave ascendente (processo d’elaborazione del
diritto comunitario) e discendente (processo d’esecuzione del diritto comunitario), tra l’Unione Europea, gli
Stati membri ed i relativi enti territoriali, più propriamente detto “GOVERNANCE”.
Secondo la maggioranza della dottrina, questo termine giuridico, ormai d’uso comune, esprimerebbe
l’evoluzione delle frontiere della democrazia, incentrata su nuove prospettive di partecipazione, che
potrebbero consentire, a livelli intermedi di Governo locale e soprattutto in capo alle Regioni, forme
d’intervento maggiormente flessibili, ma anche più incisive, disciplinate dai relativi codici di consultazione
procedurali.
Secondo una marginale linea di pensiero, invece, questa parola celerebbe un’inquietante trasformazione
della democrazia, orientata principalmente alla legittimazione dei risultati politico-istituzionali ottenuti, in
base al livello di prestazioni raggiunto dagli Stati.
Quale elemento comune alle due diverse interpretazioni, in ogni caso, è chiaro che l’Europa sta vivendo una
fase di permanente transizione, in cui tutti i sistemi costituzionali sono chiamati a misurarsi con il nuovo, nel
tentativo di adeguarsi ad una realtà in continuo mutamento; di conseguenza, considerata la sconvolgente
novità istituzionale ed indipendentemente da come la si affronti, i giuristi non hanno ancora localizzato un
indirizzo programmatico adeguato, assistendo, anzi, al crollo delle certezze sistemiche del diritto
costituzionale classico.
Senza dubbio, la problematica cardine concerne il ruolo assunto dagli enti substatali, sia a livello europeo,
sia a livello nazionale e, nell’eventualità in cui sia loro costituzionalmente garantita la potestà legislativa,
l’attenzione è anche incentrata sulla sistemazione gerarchica della legge statale e regionale nel sistema delle
fonti. È logico sostenere, quindi, che il potenziamento dei livelli di Governo intermedi è
contemporaneamente conseguenza dell’integrazione europea, ma anche causa scatenante, osservando che,
quale immediata conseguenza delle riforme di sistema in atto, queste nuove realtà decentrate devono, in ogni
caso, interagire in modo costruttivo con gli Stati nazionali.
Naturalmente, le soluzioni sono state più immediate ed incisive per quei Paesi membri che avevano già in
precedenza un forte sistema regionale decentrato: innanzi tutto e non a caso, la Germania Federale, ma poi il
Belgio, la Spagna quasi simultaneamente con l’Italia e, infine, l’attualissimo adeguamento della Francia e di
altri Paesi dell’Unione Europea.
Luisa Agliassa Sezione Appunti
La Governance tra Unione Europea e Italia